Quarantanove

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Mi sveglio con un gran mal di testa e la gola che brucia, gli occhi faticano a restare aperti davanti alla luce del sole eppure sono troppo agitata per dormire. Dopo qualche secondo la mia mente riesce a rimettere insieme i pezzi e a ricordare tutto.

Kai, Zayn, Lea e non so quanto alcool... i miei ricordi finiscono nel momento della piscina, io tra le braccia di Cole, i fuochi e... basta. Non ricordo nient'altro e la cosa un po' mi spaventa. Poi vengo subito tranquillizzata dalle braccia di Cole che d'un tratto circondano la mia vita.

Mi giro verso di lui che appoggia il suo mento nella mia testa e io appoggio la fronte sul suo petto nudo per poi accorgermi che sono nuda anche io.
Alzo la coperta per controllare meglio e noto che stiamo indossando soltanto le mutande.
«sai, non ricordo niente di ieri sera, dopo che siamo tornati in hotel... ma deve essere finita bene»
Percepisco il suo sorriso tra i miei capelli.
«molto bene...»
Aggiunge poi lui stringendomi ancora più a sé.

Disegno dei piccoli cerchi tra il suo collo e la clavicola con l'indice, vorrei restare così per molto tempo, nonostante tutto continuo sempre a sentirmi al sicuro accanto a lui.

Ma purtroppo qualcuno bussa alla porta, ormai di routine.
Entrambi imprechiamo sottovoce ma nessuno dei due ha intenzione di alzarsi. Rimaniamo nella stessa posizione a guardarci negli occhi sperando che quel qualcuno se ne vada ma dopo qualche secondo ribussa impaziente.

Cole alza gli occhi al cielo per poi spostare le lenzuola e scendere dal letto. Mi metto a sedere coprendomi con la coperta e solo quel piccolo movimento mi fa girare ancora di più la testa.

*Cole's pov*

Infilo una maglietta e stropicciandomi l'occhio destro ancora assonnato vado ad aprire la porta. Mi trovo davanti un ragazzo dell'hotel che, per mio sollievo, non è Kai.
«salve... volevo solo informarvi che dovete lasciare la stanza il prima possibile. Avevate prenotato solo fino alle 14:00.»
Ci metto un po' ad afferrare il concetto, rimanendo a guardare il ragazzo in modo confuso, fino a che il mio sguardo non cade sul suo orologio da polso.

Mi accorgo solo in quel momento che sono le 14:10 e il nostro aereo parte alle 16:00 in punto e dobbiamo ancora lavarci, pranzare e preparare le valigie. Annuisco e chiudo la porta cercando di sembrare il più calmo possibile. Raggiungo Lili, la quale dubito che sia sia accorta di che ore siano in quanto si sia riaddormentata. Non so come sia finita per orizzontale abbracciata ad un cuscino sul quale tiene appoggiata la testa coperta in parte dai suoi riccioli biondi. Il lenzuolo le copre il petto ma lascia scoperte le gambe tra le quali tiene stretto il cuscino.

Per un attimo mi fermo a guardarla in ogni suo piccolo dettaglio per poi costringermi a toglierle gli occhi di dosso e svegliarla. Mi aspetto che impazzisca nel vedere che ore siano eppure, una volta svegliata, rimane del tutto tranquilla.
«lo sai che abbiamo l'aereo alle 16:00 vero?» le dico mentre la vedo scivolare dal letto avvolta nel lenzuolo e cadere a terra.
«si...» borbotta tenendo ancora gli occhi chiusi.

La scena mi fa ridere. Cerco di aiutarla ad alzarsi prendendola in braccio e facendola cadere sul letto.
«devi ancora smaltire la sbronza?»
«non lo so...»
«perderemo l'aereo se non collabori»
Dico prendendola di nuovo in braccio. Questa volta sembra darmi retta e avvolgere le braccia intorno al mio collo.
«ce la faremo...» sussurra.
«disse la persona più ritardataria del mondo.»
«hey» si lamenta.
«mi gira solo un po' la testa. Ora mi faccio una doccia veloce e andiamo»

Una volta in bagno la lascio scendere per vedere se riesce davvero a reggersi in piedi. Prova a raggiungere la doccia e ci riesce, un po' barcollando ma ci riesce.
«altro che Hawaii, sembra che tu sia andata a Las Vegas»
La rimprovero mentre cerco una tachipirina da darle per calmare il suo dopo sbronza.
«scusa papà...»
Si lamenta di nuovo in modo ironico.
L'acqua sembra svegliarla.

«perché abbiamo dormito fino a quest'ora?»
«siamo andati a dormire alle 5:00 credo...» 
Dico raccattando tutte le nostre cose in valigia.
«e cosa abbiamo fatto fino alle 5?»
Dice uscendo dalla doccia con un asciugamano molto corto. Arrossisco a quella domanda, poi mi giro a guardarla e alzo le scopracciglia aspettando che ci arrivi da sola.
«oh...» Dice arrossendo anche lei.
«già...»

*Lili's pov*

Una volta che entrambi abbiamo fatto la doccia ci vestiamo e lasciamo l'hotel.
«passaporto?»
«preso»
«spazzolini?»
«presi»
«portaf...»
Mi interrompo una volta giunta l'uscita dell'hotel quando il mio sguardo cade su una ragazza piuttosto riccioluta.
«Lili?»
Mi chiama Cole.
«il taxi è arrivato, dobbiamo andare»
«metti dentro le valigie intanto, io ti raggiungo subito»

Mi allontano un attimo di corsa raggiungendo Lea, seduta tutta sola sul tavolo del ristorante dell'hotel all'aperto.
Fissa il mare giocherellando con il tappo della bottiglia.
«questo posto è occupato?»
Chiedo attirando la sua attenzione.
Pensavo non le avrebbe fatto piacere vedermi, invece mi sorride.
«no... siediti pure.»

È davvero una bella giornata, come sottofondo c'è il rumore delle onde del mare e la gente che parla tra di loro.
«buon 2018»
Mi dice sorridendo.
«anche a te...»
Poi abbassa lo sguardo e il suo sorriso svanisce.
«mi pare di avertelo detto ieri, ma ero molto ubriaca quindi forse non ho reso l'idea... mi dispiace Lili, per come mi sono comportata con te... sei una brava persona»
Questa versione più gentile le se addice molto di più. Le sorrido.
«allora...»
«so cosa stai per chiedermi... e si, mi ricordo cosa è successo ieri»

Smette di giocare con il tappo e mi guarda negli occhi.
«ho testimoniato questa mattina. Sai lo sospettavo... sapevo che era successo qualcosa con Kai, ma mi sono sempre rifiutata di ammetterlo o anche solo pensarlo. Si io lo sapevo che lui... insomma cosa era successo, lo sapevo. Ma sono sempre stata così codarda e quando mio fratello ha provato a dirmelo io non ho voluto ascoltarlo, avevo paura. Sono una codarda...»
«no non lo sei...»
La interrompo prendendole la mano.

Lei mi guarda sorpresa e per un attimo ho temuto che si sarebbe arrabbiata.
«è successo anche a me...»
Rimane un attimo a guardarmi negli occhi che sembrano riempirsi di lacrime.
«no non piangere, Lea tu sei come me...»

«perché anche a te hanno...»
«no, non solo per quello. Anche io come te avevo paura, non avevo paura di ammetterlo perché non ero ubriaca e sapevo che non me lo ero immaginato. Ma avevo paura di dirlo agli altri, e così non l'ho detto neanche alla polizia. Come te ho messo una maschera e mi sono comportata da stronza e ho sbagliato, ma questo non ci rende codarde. Lo saremmo state se ci fossimo arrese ma tu, come me, sei andata avanti e so che anche adesso supererai la cosa... a testa alta.»

La sua mano tremante stringe la mia cercando di trattenere le lacrime.
«tu sei più forte di me. Io ho avuto bisogno di una mano, di aiuto ma tu... io so che tu andrai avanti fregandotene.»
Annuisce.
«si lo farò. Sto bene»
Dice poi sorridendo.
«ti ho detto di provare a stare bene, non di fingere. Hai diritto a sfogarti, a piangere, e se vuoi un consiglio, fallo con una persona che ci tiene a te.»

La sua mano smette di tremare e il suo sguardo si sposta dietro di me.
«è lui che ti ha aiutato?»
Mi giro, vedo in lontananza Cole appoggiato al taxi che guarda l'orologio ogni due secondi piuttosto in ansia.
«si è lui... e probabilmente ora mi starà odiando per non essere già in aeroporto.»
Dico ridendo e così fa anche lei.
«grazie Lili e ringrazia anche Cole. A proposito... mi dispiace di aver fatto la gatta morta con lui anche se non ti tradirebbe mai, si vede che è innamorato perso di te.»
Sorrido arrossendo un po'.
«sottovaluto spesso mio fratello Lili, e lui c'è sempre per me. Ora sono io che do un consiglio a te: non fare il mio stesso errore»

Mi alzo mettendo la mia borsa a tracolla. Mi giro a guardare Cole e penso a quello che ha fatto per me.
«non lo farò Lea, non lo farò. È stato un piacere conoscerti e salutami tuo fratello»
Dico allontanandomi da lei.
«e ricorda... testa alta!»
Non so se mi abbia sentito ma quello che conta è che ce la farà. Non molte persone hanno la fortuna di avere qualcuno sempre disponibile per loro,  Lea ha suo fratello, io ho Cole e non dovremmo sottovalutarlo.

Raggiungo il taxi al quale sta appoggiato Cole impaziente di partire, credo che in parte sia felice di andarsene dopo tutto ciò che abbiamo passato.
«manca solo mezz'ora e dobbiamo ancora pranzare ma dove sei fini...»
Interrompo le sue lamentele con un bacio.
«io non ti sottovaluto mai.»
Detto questo salgo in auto, lasciandolo ancora in piedi leggermente confuso.
Detto questo, sono impaziente di tornare anche io, ho molte cose da raccontare a Allison.

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliWhere stories live. Discover now