Settantuno

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«ragazzi...»
Mi allontano da Cole solo dopo aver riconosciuto quella voce.
Entrambi ci giriamo verso la macchina appena parcheggiata davanti a noi da cui scendono Dylan e Allison.
Guardo Cole confusa e quando vedo in lui la mia stessa identica espressione capisco che c'è qualcosa dietro tutto ciò.

  ***

«

quindi era tutto organizzato?»
Chiedo a Allison mentre mi porge un bicchiere d'acqua.
Annuisce e io mi porto una mano alla testa che non smette di girare.
«mi dispiace averti detto quelle cose, ma dovevo trovare il modo di farti uscire di casa e sapevo che approfittando del tuo punto debole ci sarei riuscita»

Il vento mi passa tra i capelli e mi fa venire i brividi.
Fisso Cole attraverso la porta di vetro che divide il balcone dalla cucina. Lo vedo parlare con Dylan.
«perché non mi hai semplicemente detto che ti eri messa d'accordo con Dylan?»
«avresti rifiutato... Cole non voleva vederti e tu volevi rispettare la sua decisione. Decisione che ti stava uccidendo, e per quanto tu fingessi di stare bene, Lili...»

Dice appoggiando la sua mano nella mia.
«io ti conosco, non stavi bene. Non ti ho mai visto felice come quando eri con lui, e quando è successo tutto questo tu... ti sei spenta. Sei toranta la persona triste e chiusa in se stessa.

So che ultimamente sono stata una pessima amica ma questo l'ho fatto per il tuo bene. Per la carriera che fai, per la gente che ti segue e che ti stima, per me, che mi faceva male vederti così e per te stessa.

Mi dispiace se sono andata contro la decisione di Cole, ma Dylan era d'accordo con me. La vedeva come me, anche lui non era più lo stesso e non solo per la perdita di memoria. Questo è un bel periodo di merda Lili, e sai che in periodi come questo ti sono sempre stata vicina»

Rimango qualche secondo in silenzio. Passo lo sguardo sulla sua mano sopra la mia.
«era proprio necessario farmi ubriacare?» sorrido.
Ali mi mostra un sorriso a trentadue denti.
«altrimenti come avresti fatto a parlargli da sobria?»
Rido anche io e un secondo dopo vengo avvolta da un suo abbraccio.

*Cole's pov*

«quindi era tutto organizzato?»
Chiedo a Dylan sedendomi sul balcone della cucina. Vedo le ragazze parlare attraverso la porta di vetro della terrazza. Risposto lo sguardo su mio fratello che annuisce.

«ma tu non volevi neanche andarci in quel bar»
«per questo alla fine ci siamo andati. Non fai mai quello che ti dico...»
Mi porto una mano alla testa confuso.

«dovresti chiamare mamma...»
Dice tirando fuori il suo telefono. Lo fulmino con lo sguardo.
«cosa?! Glielo hai detto?!»
«no. Ma voglio che lo faccia tu»
«beh, io voglio che tu ti faccia i cazzi tuoi invece»
Dico indicando Lili.

Lui si ferma a guardarla e abbassa lo sguardo.
«mi dispiace ma non potevi continuare a ignorarla per sempre»
Apro la bocca per replicare ma rimango senza parole.

«sapevi che volevo aspettare!»
«che cosa? Che si dimenticasse di te e andasse avanti?»
«dovevi lasciare che...»
«che la perdessi? Cole, tu non te lo ricordi ma eri felice con lei. Veramente.
Non volevi mai starle lontano e ora, per questa tua fissazione...»

«fissazione? Dylan, ho perso la memoria! Ho avuto un cazzo di aneurisma cerebrale e tutto quello che volevo era tempo per far tornare tutto come prima.»
Dico alzando la voce. Sento che dovrei essere arrabbiato ma una parte di me si sente più sicura ora.

«si, hai ragione. Non posso capire cosa significhi perdere la memoria, rischiare la propria vita, e dovevo farmi gli affari miei. Ma tu sei mio fratello, non potevo guardarti mentre ti isolavi dal mondo, dicevi addio alla tua carriera e ti chiudevi in una stanza cercando di ricordare.»

Dice avvicinandosi ma evito il suo sguardo e mantengo la mia espressione arrabbiata.
«Pochissime persone riescono a ricordare, non è detto che tu sia tra quelle. E non voglio essere negativo, sono solo realista. Non voglio che tu ti illuda e che tra dieci anni ti ritroverai solo cercando ancora di ricordare.

Non ti sto dicendo di non farlo, ti sto dicendo solo di farlo in mezzo alle persone che ami, che ti amano. E sai perché ti amano? Perché nonostante tu non ti ricordi di loro, loro di ricordano di te, della persona che eri e che sei. Sanno che non vorresti mai ferirli.

Ti aiuteranno sempre in qualsiasi situazione. Per questo ti amano. Quindi smettila di allontanare tutti e lasciati aiutare, per quanto possa essere doloroso per noi e per te, lo supereremo. Che tu riesca ad avere indietro la memoria o no, noi ci saremo.
Sempre.»

Mi allunga il telefono sotto gli occhi.
Alzo lo sguardo. Fisso il telefono, la schermata con la cornetta verde affianco alla scritta: mamma.
«non voglio ferirli»
«tu hai paura. Non sai come dirglielo, sai solo che sono i tuoi genitori e quindi ti senti in dovere di amarli, ma non provi niente perché non te li ricordi e non vuoi ammetterlo... ti senti sbagliato, fuori posto, questo lo capisco. Ma devi cominciare a ricostruire la tua vita, i tuoi sentimenti. E devi iniziare con le persone che ti hanno messo al mondo.»

Allunga maggiormente il telefono. Alzo lo sguardo come per trovare aiuto nei suoi occhi, anche se non mi ricordo molto di Dylan mi sento molto legato a lui, come con Lili e con i miei genitori. I ricordi se ne sono andati ma le emozioni no, anche se nascoste loro ci sono ancora. O come ha detto Dylan, forse mi sento solo in dovete di averle.

Afferro il cellulare e premo sulla cornetta verde. Avvicino il telefono all'orecchio mentre le mie speranze di ricordare tutto si allontanano.
Nella stanza silenziosa risuona solo il bip che una parte di me prega che non smetta. Un'altra parte di me però associa questo bip a quello delle macchine dell'ospedale, al buio in cui mi trovavo e come in quel momento perdo la capacità di muovermi.

Sono tornato nella stretta scatola buia da cui posso solo sentire suoni esterni. Ma nessuno può sentire me.
«pronto?»
La sua voce risuona nella scatola permettendo al mio corpo di percepire quel brivido.

«Cole, devi smetterla di uscire di notte! È pericoloso!
«Ma solo di notte il mare diventa blu»
«blu? Oh, stai parlando del plancton...
Si, è un bello spettacolo ma non voglio lo stesso che tu esca senza il mio permesso.»
«ma domani partiamo, volevo solo vedere il mare blu un'ultima volta»
Si abbassa e mi accarezza il viso, poi mi prende per mano e usciamo insieme dall'hotel senza svegliare papà e Dylan.
Mi porta sulla spiaggia, poi sul ponticello di legno e mi fa lanciare un sasso. Pochi secondi dopo l'acqua si illumina e rimango a fissarla incantato.
Lei sorride e mi abbraccia.
«un giorno quando sarai più grande porta la tua ragazza qui, ci farai un bel figurone!» dice per poi darmi un bacio sulla guancia.
Fisso il mare blu finché non sento più le sue mani su di me, mi giro e lei non c'è più, al suo posto invece c'è Lili. Anche lei guarda il mare blu incantata come me, come un bambino. Sorrido a quello spettacolo prima che tutto sparisca ed io torni nella scatola nera.

«prontooo?»
«non ci riesco»
Dico dando il telefono a mio fratello che mi rivolge un'occhiata delusa.
«pronto mamma?»
Lo sento parlare con lei.
«si io sto bene... Cole?»
Alzo la testa di scatto e lui mi guarda.
«anche lui sta bene. Si, gli ricorderò di chiamarti... si, so che gliel'ho ricordato cento volte mamma... ha solo i ricordi un po' confusi ultimamente, starà invecchiando...»
Scherza con lei, ma il suo sguardo è più serio che mai.
«si mamma, so che ti manca, no non è arrabbiato con te, perché dovrebbe...?
Sta tranquilla, sono sicuro che ti chiamerà, certo che ti vuole ancora bene mamma...»

Non ce la faccio, scendo dal balcone, afferro le chiavi dell'auto e corro fuori dell'appartamento.
Scendo le scale ed entro in macchina.
Volevo andare da lei, dai miei, ma ora non so bene se è quello che voglio davvero.
Mi servirebbe una spinta, qualsiasi cosa che mi metta coraggio.

Lo sportello dell'auto si apre.
«Dylan vuoi lasciarmi in...»
Mi blocco non appena mi ritrovo di fianco Lili. La guardo in modo interrogativo ma lei mi sorride come se niente fosse allacciandosi la cintura.
«allora... dove si va?»

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora