Sessantuno

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Cammino velocemente tra i corridoi.
Stringo forte le mani come se dovessi tirare un pugno. Passo tra medici e infermieri che mi guardano in modo strano e raggiungo il bar dell'ospedale. Cerco velocemente Allison con lo sguardo e la trovo seduta ad un tavolo in fondo alla stanza insieme a Madelaine.

«per quanto pensavate di potermelo tenere nascosto?!»
Urlo appena arrivo davanti al loro tavolo. La gente si gira confusa e allo stesso tempo curiosa.

«per quanto tempo pensavate di tenermi nascosto che la sua memoria è andata a puttane!?»
Allison si alza e si avvicina ma indietreggio.
«e tu... so cosa è successo con tuo padre ma non vuol dire che hai il diritto di trattarmi così! Ho sbagliato ma per un momento prova a metterti nei miei panni!»
Le gente non ci toglie lo sguardo di dosso e Allison sembra infastidita da ciò.

«vieni con me»
Mi dice prendendo la mano e cercando di spostarmi ma mi libero bruscamente dalla sua presa.
«io vado da lui. Non mi importa se cercherete di fermarmi, questa volta non ci riuscirete»
Mi giro e faccio per andarmene.

«l'abbiamo fatto per proteggerti»
Mi fermo continuando a darle le spalle.
«se entrerai in quella stanza dovrai essere consapevole che per lui ora sei solo una sconosciuta. La mia domanda è: sei in grado di sopportare anche questo?»

Mi scappa una risatina isterica.
Trovo subito il suo sguardo.
«non sottovalutarmi, so bene quanto tu mi veda debole, fragile e indifesa.
So bene quando tutti mi vediate così. L'unica persona che non lo pensava?
La stessa che ora andrò a salutare e il fatto che voi possiate pensare di proteggermi con questo atteggiamento è la dimostrazione che non mi conoscete per niente.»

Mi faccio spazio tra il silenzio delle persone che smettono pian piano di guardarmi.
Prendo l'ascensore e appoggio la testa alle porte di questo. Il metallo freddo sulla mia fronte aiuta il mio mal di testa.

Il silenzio viene interrotto dal telefono che squilla. Rispondo senza nemmeno guardare chi sia continuando a tenere gli occhi chiusi.
«Lili?»
Apro gli occhi e subito nella mia testa inizio ad andare su di giri.
«Cole?? Ti ricordi di me??»
Dico con un tono troppo esaltato.
«ehm... no. Stavo solo scorrendo dei numeri sulla rubrica come mi ha detto di fare l'infermiera per vedere se riesco a ricordare.»
Lo dice con talmente tanta calma che quasi penso mi stia prendendo in giro.

Rimango in silenzio per qualche secondo mentre le mie speranze vanno a pezzi.
«ci sei ancora?»
«io... si, è solo che...»
«È difficile. Lo so. Senti ti dico subito perché ti ho chiamato così per renderti le cose più chiare...
Il tuo è il numero chiamato più volte e tu mi hai chiamato anche prima. Inoltre il tuo nome è salvato con un cuore vicino cosa che reputo decisamente troppo sdolcinata e banale che quasi dubito che il telefono sia mio.»

In questo momento la mia faccia è difficile da descrivere, un misto tra shock e confusione. È incredibile come Cole riesca a mantenere il suo senso dell'umorismo anche dopo tutto... questo.

«ad ogni modo... suppongo che tu sia la mia ragazza, o qualcuno di molto importante per me.»
«Cole...»
«lo so, è strano anche per me. Anzi io sono terrorizzato. Quindi ti prego Lili non attaccare di nuovo e parla con me. Ho bisogno di parlare con qualcuno, ho bisogno di riempirmi la testa con qualche ricordo e sento che di te posso fidarmi»

Le porte dell'ascensore si aprono ma esito un momento ad uscire.
«Io sono qui, in ospedale, vengo da te e...»
«no.»
Dice in modo deciso. Convincedomi a restare immobile.
«non è che non ti voglio vedere, è che al momento non voglio vedere troppe facce e guardarti negli occhi senza ricordare niente di te. Ferirebbe entrambi. Credo»
«no no, hai ragione. Ferirebbe anche me.»

Lascio che le porte dell'ascensore si chiudano di nuovo.
«so che quella che sto per farti è una domanda stupida ma... stai bene?»
A quella domanda decido di bloccare l'ascensore e scivolo a terra lentamente.

Mi mordo il labbro e tiro un sospiro profondo.
«si... sto solo cercando di non piangere.»
«mi dispiace, davvero. Puoi piangere però, dicono che non serve a nulla ma per me aiuta.»
«no io... io ho pianto abbastanza. Non fraintendimenti tu ti meriti tutte le lacrime del mondo ma... devo dimostrare che sono forte.»
«a chi?»
«a tut... a me stessa. Principalmente me stessa.»

«io vorrei piangere in questo momento. La cosa ironica è che non so per cosa. Di solito sono i ricordi a portare nostalgia alle persone e io...»
«è colpa mia. Se non ricordi niente è colpa mia»
Lo interrompo.

«scusa ma in questo momento non ti credo. Circa venti minuti fa due ragazze che dovrebbero essere più amiche tue che mie mi hanno detto esattamente le tue stesse parole e che quando le avresti dette tu non avrei dovuto crederci. Quindi Lili... smetti di darti la colpa e dimmi cosa è successo.»
Sorrido leggermente.
«non sei cambiato per niente. Nonostante la tua memoria faccia schifo sei sempre tu.»
«mi rallegra saperlo, davvero.»

Cerco di trovare le parole adatte e di calmare il mio battito cardiaco.
«tutto quello che c'è da sapere è che c'è stato un incidente. Sei svenuto in auto e sei andato a sbattere ma l'incidente che ha provocato danni maggiori si trova...»
«nella mia testa.»
Finisce al posto mio.

«si, proprio lì.»
«i medici mi hanno detto cosa ho avuto e hanno anche aggiunto che il problema della memoria potrebbe essere temporale.»
«lo spero Cole... lo spero.»

«perché pensi sia stata colpa tua?»
Se ne esce ogni tanto con domande che rompono il silenzio. È bellissimo sentire la sua voce ma nessuno dei due sa cosa dire e come comportarsi.

«prima dell'incidente abbiamo litigato. E mi hai lasciato. In realtà ho scoperto che lo hai fatto solo per proteggermi ma poi c'è stato l'incidente e sei rimasto in coma. Così ti ho lasciato io e ho capito di aver commesso un grave errore. Quando sono tornata eri talemente arrabbiato e deluso che ti sei sentito male. Di nuovo»

«wow...la testa mi fa ancora più male ora»
Ridiamo entrambi.
«così questa è la tua risata.»
«la mia risata?»
«sto cercando di conoscerti. Mi concentro sulla tua voce, sulla tua risata. Non riesco a ricordarmi di te ma ho come degli scatti in testa»
«e cosa vedi in quegli scatti?»

«niente. Ma credo che incidano sulle mie emozioni, il mio battito cardiaco è accelerato e il mio umore è migliorato da quando parlo con te»
«anche il mio... a dire il vero ogni volta che parlo con te è così»
«Lili...»
«si?»
«per caso sei bionda?»
Inizio a ridere.
«si... lo sono. È stato uno dei tuoi scatti mentali a suggerirtelo o hai semplicemente tirato a caso?»
«diciamo che me lo sentivo. Aspetta non è che sono un sensitivo?»
Mi mancavano. Le risate che mi provocava.

«qualcosa di più importante...»
«e cosa? Hey ci manca solo che sono famoso. Ti immagini?»
Ed ecco che torno come prima.
Smetto di ridere, ma lui mi sembra così felice ora, nel parlare con me. Non riesco a dirgli che la sua carriera potrebbe essere finita, sono stanca di dargli brutte notizie.
Rimango con il sorriso sulle labbra.

«si... me lo immagino»

Continua....

GO AHEAD~ Cole & LiliTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon