Sessantotto

1.7K 100 14
                                    

*Cole's pov*

Non sento le parole di mio fratello ma posso immaginarle.
«sono... sono stata una stupida.»
All'inizio mi concentro più sulla sua voce che sulle parole.

«sin dal primo momento in cui me ne sono andata. Era un periodo difficile e Cole era cambiato ed io egoisticamente me ne sono andata. Sarei dovuta rimanere con lui e cercare di capire cosa stava succedendo. Dovevo cercare di salvare la nostra relazione. Invece me ne sono andata. Forse perché ero stanca, o forse perché avevo paura. Paura che mi avrebbe lasciata o che avesse smesso di amarmi»

Sento la sua voce singhiozzante e capisco che sta mischiando le sue parole, a cui ora presto molta più attenzione, alle sue lacrime.
Mi viene di nuovo la pelle d'oca e rabbrividisco.

«lui aveva bisogno di me. E non si abbandona chi si ama. L'ho capito tardi però. Quando ero talmente ubriaca da andare oltre il mio orgoglio e ammettere i miei errori.
Era troppo tardi perché lui era già ferito e deluso. Deluso dalla mia scelta di andarmene così e sottovalutare la gravità della cosa. Vorrei giustificarmi pensando "se solo me l'avesse detto..."
ma più ci penso, come se dovesse farmi stare meglio, e più sto peggio.»

Mi segno ogni sua singola parola ora che ho molto spazio nella mia testa.
Vorrei alzarmi e abbracciarla, stringerla forte a me. Ma qualcosa me lo impedisce. Eppure voglio che smetta di parlare perché ad ogni sua parola la vedo piangere. La vedo piangere ora, il giorno dell'incidente, e il giorno che sta descrivendo in questo momento.

Non riesco a fermarla perché più va avanti più me lo ricordo. E il desiderio del ricordare mi tiene lontano da lei in questo momento.
Non sto dicendo che preferisco la mia memoria a lei, ma ogni cosa che ricordo me la fa sentire più vicina e aumenta il mio amore nei suoi confronti. Per questo voglio ricordare. Perché so che amare lei mi faceva stare bene e voglio provare quella sensazione al massimo.

«lui dice di non essere più qui. Ma quando parlavo con lui, dopo l'incidente, quando sentivo la sua voce sapevo che non se ne era mai andato. E so che, anche se non ricorda niente, io non smetterò mai di amarlo a costo di riniziare tutto da capo.

E questa era l'unica cosa che mi faceva stare meglio.
Ma poi ho bevuto quel margarita oggi, promettendomi che sarebbe stato l'ultimo, e mentre l'alcool scorreva giù per la mia gola ho pensato che questo era quello che ero disposta a fare io e la vera domanda domanda era: lui è disposto a farlo?

Ho realizzato che aveva smesso di chiamarmi. Qui ho buttato giù il secondo drink.
Poi ho realizzato che non voleva vedermi. E qui il terzo.
E poi mi sono chiesta se effettivamente il Cole che era innamorato di me c'era ancora.

O se era scomparso per sempre e ho realizzato che se davvero lo amo, allora devo lasciarlo in pace. Devo dargli tempo e se quel tempo non gli sarà sufficiente allora lui si merita una nuova vita dove non è costretto a cercare di amarmi e a fingere di stare bene con me.»

Non ce la faccio. Non resisto ancora.
Non riesco più a sentire la sua voce mentre lo dice ne ad immaginare il suo viso in questo momento.
Smette di parlare. La casa è silenziosa.
Lontana dalla strada e dai rumori delle auto e della città.

Mi alzo. Mi giro verso la porta e faccio scivolare la mia mano su di essa. Giro la fredda chiave di metallo e abbasso la maniglia della porta.
Molto lentamente la apro tirandola verso di me, estremamente cauto come se avessi a che fare con una cosa di enorme valore. In effetti è così.

*Lili's pov*

Credo di star per svenire. Non sento più la porta a cui ero appoggiata ma solo un grande senso di vuoto.
Appoggio la mano al pavimento di legno caldo e mi sembra di muovermi a rallentatore.

Mi giro lentamente. Il mio cervello mi dice che dovrei essere spaventata ma ormai sono stanca di provare quella sensazione. Quello che deve accadere accada, non sento più il controllo di niente ormai.

Faccio una strana espressione ma non abbastanza confusa come dovrebbe essere. Mi alzo in piedi, sempre molto lentamente e tiro respiri profondi.
Arrivo quasi alla stessa altezza dei suoi occhi.

«Sono così... scuri e profondi.»
Sussurro.
«come?»
La voce proviene sia dal telefono che da Cole. Il Cole molto probabilmente frutto della mia immaginazione.

«Su uno schermo piatto non puoi vedere la stessa profondità che vedi dal vivo.»

Continuo senza distogliere lo sguardo da lui. I suoi occhi confusi guardano dritto nei miei. Sostengono il mio sguardo del tutto privo di emozioni.
Come se fossi bloccata. In pausa.

«Lili, con chi stai parlando?»
Continua Dylan ma sono troppo distratta ora per farci caso.
«ti richiamo»
Dico abbassando il telefono e continuando a guardarlo.

Lui non dice nulla ma si gira in torno come per capire che cosa mi prenda. Perché sia così tranquilla.
Inizio a ridere. Da un momento all'altro. Senza sapere il perché. Guardo la sua faccia ancora più confusa e questo mi fa ridere ancora di più.
Date la colpa all'alcool o quello che volete ma rido così tanto che mi escono le lacrime dagli occhi.

«o mio dio... sono pazza»
Dico asciugandomi le lacrime e continuando a ridere.

«dovresti... Dovresti vedere la tua faccia.»
Dico per poi riprendere fiato ma appena mi calmo apro gli occhi e scoppio di nuovo in una risata contagiosa una di quelle che fanno rumore e trasmettono allegria. Credo che la definizione adatta sia "risata isterica da stress post traumatico"

Mi calmo finalmente dopo qualche secondo e mi asciugo ancora le lacrime. Tiro dei bei respiri e qualche colpo di tosse e in fine... (e credo letteralmente che sia la mia fine) Inizio a parlare:

«allora...le cose stanno così.»
Dico ora in tono più serio attirando la sua... ah no, la sua attenzione l'avevo già attirata dal momento in cui ho iniziato a ridere. E ora credo che sia più preoccupato che attento.

«O sono pazza, o sono ancora ubriaca anzi no, sono sicuramente ancora ubriaca ma questa volta devo anche essere fatta. Si credo che qualcuno abbia messo qualche pasticca nel mio drink perché... tu sei qui. E io ho improvvisamente tanta voglia di parlare. E io non ho mai voglia di parlare. Però mi fa star bene, quindi continuerò a parlare perché sento una marea di pensieri che mi stanno invadendo la mente e ho bisogno di buttarli fuori. E che tu sia davvero qui o meno mi ascolterai in silenzio perché...
Perché l'idea mi fa stare bene.»

Alza le sopracciglia, probabilmente ora anche lui si starà chiedendo se è fatto... o impazzito. O semplicemente non si sta chiedendo nulla perché non è qui ma nella mia testa. Nella sezione: allucinazioni dovute all'alcool, o agli stupefacenti... o allo stress/depressione.

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora