Sessantasette

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*Cole's pov*

Mi alzo dal letto velocemente e preso dal panico mi chiudo in bagno.
Mi sento un coglione, un codardo ma non posso trovarmi accanto a lei quando si sveglierà. Non sono pronto a ricevere la risposta al mio dubbio in questo modo.
Cammino avanti e dietro pensando a cosa fare e pregando che Dylan arrivi il prima possibile.

*Lili's pov*

Apro gli occhi di scatto e li richiudo subito per il doloroso impatto con la forte luce. Mi gira la testa e non capisco ancora molto.
Mi rigiro sul letto su cui mi trovo provando a capire dove mi trovi.
Riesco finalmente ad aprire gli occhi e scruto i dettagli dell'appartamento circostante.

Poco dopo mi ricordo dei mobili e delle pareti e la mia mente mi riporta ad una serata dove ero venuta qui con Cole. Riconosco la stanza e so di trovarmi a casa di Dylan.
La domanda ora è: perché mi trovo a casa di Dylan?

Sento un forte senso di nausea al quale posso dire ormai di essere abituata. Mi alzo dal letto trabballante cercando di ricordare come sono finita qui. Mi appoggio alla parete del corridoio e cammino dritto fino alla porta del bagno.

Provo ad aprirla ma la maniglia è  bloccata e la porta non si apre. È chiusa a chiave.
Non mi faccio molte domande e appoggio la schiena contro di essa scivolando lentamente verso terra.
Chiudo gli occhi e aspetto che la stanza smetti di girare per poi pensare.

Penso alla discussione avuta con Allison, anche se non ricordo bene com'è finita. Penso al locale in cui mi aveva portato e ai primi due margarita che poi sono diventati quattro. Ricordo qualcuno e poi l'auto di questo qualcuno il quale, capisco ora, doveva essere Dylan.

Mi tocco le tasche dei pantaloni e fortunatamente sento il mio telefono.
Digito il suo numero e attendo che mi risponda.

«sei sveglia?» la sua voce mi suona nelle orecchie causandomi un lieve giramento di testa.
«Dylan... come sono finita a casa tua?»
«eri ubriaca e ho pensato di portarti a casa mia finché non ti saresti ripresa.»
«ok... devo andare in bagno»
«beh vai»
«la porta è chiusa a chiave.»
«no. Non lo è, perché la porta dovrebbe essere chiusa a chi... oh.»
«oh, cosa?»
«sei... da sola?»

Abbasso il telefono confusa e mi guardo meglio intorno.
«si. Perché? chi altro dovrebbe esserci?»
«nessuno... tranquilla ora arrivo e ti porto a casa»
«no posso prendere l'autobus o un taxi»
«sei ancora abbastanza brilla. Aspettami li»

Dice lui per chiudere ma lo fermo prima che possa buttare giù.
«Dylan...»
«si...?»
«dov'è Cole?»

*Cole's pov*

Sto andando di matto. E non posso neanche urlare ne colpire oggetti ne respirare troppo forte perché altrimenti lei mi sentirebbe e nel migliore dei casi penserà che io sia un ladro e chiamerà la polizia mentre nel peggiore dei casi mi troverò costretto ad aprire la porta e io non posso vedere lei e lei non può vedere me.

Non così. Non ora che ho riconosciuto la sua voce, non ora che so che è lei Lili. Sento come tante scariche di adrenalina sulla mia pelle e ogni ricordo con quella figura sfuocata sta prendendo finalmente senso.

Dovrei essere felice, felice di ricordare ma mi sento come se stessi per impazzire. Come se stesse per esplodere un altro aneurisma nella mia testa e so che è più che possibile per chi ha già avuto problemi simili.

L'ansia cresce insieme al mio mal di testa e a tutti i ricordi. Ricordi della sua voce che ride, parole mischiate tra loro e poi tutto buio.
Mi siedo per terra, perché ho paura che le mie gambe non reggano più.

Appoggio la schiena contro la porta cosicché a dividerci ora siano solo pochi centimetri e una parete di cartongesso.
Come se stessimo schiena contro schiena ma senza saperlo.

GO AHEAD~ Cole & LiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora