Settantasei

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*Lili's pov*

Urto la credenza della cucina con il fianco. La stanza è buia e non possiamo decisamente accendere la luce.
Uno per non svegliare i genitori di Cole e due perché... non riusciamo a staccarci l'uno dall'altra neanche per un secondo.

Sospiro un: "ah" per il dolore e poi entrambi cerchiamo di soffocare la nostra risata per non svegliare i genitori di Cole.
«shh »
Mi sussurra sulla labbra anche se è lui che sta ridendo.

«mi ricordo la prima volta che ci siamo detti ti amo»
Dice tra un bacio e l'altro.
Continuiamo a camminare, o meglio, indietreggiare barcollando per la casa buia cercando di non andare a sbattere contro mobili o muri.

«ricordo che quel giorno ti ho detto che ti avrei portata alle Hawaii»
La stanza è illuminata appena dalla luce nelle strade e della luna proveniente dalle finestre eppure è difficile vederla continuando a tenere gli occhi chiusi.

Continuo a tenere le braccia intorno al collo di Cole e sorrido ogni volta che mi sussurra tra le labbra i momenti più importanti della nostra relazione.
Il cuore mi batte forte ogni volta che dice la parola: "ricordo".

Muovo ogni tanto le mani, prima tra i suoi capelli, poi sulla sua guancia e poi su suo petto.
Lui mi tiene per la vita e mi stringe a se per poi salire con la mano fino alla schiena e infine sulla guancia che accarezza delicatamente.

Allontana le mani da me solo per allungarle nella speranza di trovare il contatto con il muro o con il cornicione della scala.
Una volta raggiunto mi ci fa appoggiare con la schiena e si allontana da me.
Rimango ferma a fissare le sue labbra come se fossi in astinenza aspettando che ritorni a baciarmi ma si sofferma a guardare la fine delle scale.

«la tua camera è...»
«no... non dirmelo»
Dice zittendomi con un altro bacio. Sorrido sulle sue labbra.
«ti sei ricordato?»
«non ancora, credo che lo ricorderò man mano che ci avviciniamo. Ho come una mappa in testa che mi rivela la strada passo dopo passo»
Vorrei chiedergli come ma non riesco a staccarmi da lui neanche per prendere fiato. Così, tutto ciò che mi esce è un soffocato: "mh?"

«sei tu..»
Dice tra un bacio e l'altro.
«sei tu la mia mappa»
E in una frazione di secondo non sento più il pavimento sotto i piedi. Mi prende in braccio facendo scivolare le sue mani fino sotto alle gambe e pochi secondi dopo mi ritrovo in camera sua.

La sua vecchia camera nella quale ci sono ancora le vecchie foto di lui e suo fratello e i trofei sulla scrivania e i disegni attaccati alle pareti.
Mi fa appoggiare sulla sua scrivania nella quale, trovato finalmente un momento di stabilità, gli sfilo la maglietta e scivolo con le mani sulla sua pelle calda e liscia.

Lui porta le sue mani al bordo inferiore della mia t-shirt ed io alzo le braccia aspettando che me la tolga, eppure con le mani scivola sotto di questa fino a toccare la pancia e provocandomi brividi ovunque.
«ricordo la prima volta che ti ho portato qui...»

Scorre con le mani fin dietro la schiena e con una slaccia il gancetto del reggiseno mentre con l'altra esce da sotto la maglietta e scorre in alto fino a raggiungere le braccia che sto tenenendo ancora alzate.
Con le dita sfiora appena il mio braccio destro e sale fino alla mano.
Incrocio le dita con le sue e poi fa la stessa con con l'altro braccio tenendomeli fermi contro il muro.

«ricordo la nostra prima volta»
«sono così felice...» non riesco a fare a meno di dirlo.
Si sposta poi con i baci lungo il mio collo e rallenta tutti i suoi movimenti, compresi i baci caldi che mi lascia lentamente sul collo fin dietro l'orecchio. Fa tutto così lentamente che mi fa venire più voglia di lui.

E allo stesso tempo mi fa impazzire, e quasi non riesco a respirare.
«ricordo la nostra ultima volta»
Rialza poi la testa e sfiora le mie labbra con le sue, mi sporgo in avanti per prendermi quel bacio ma lui si allontana leggermente e scivola con le mani fino al mio viso. Mi sto torturando.

Alzo e sopracciglia con aria di sfida e stringo le gambe intorno alla sua vita facendo si che i nostri bacini si incontrino e lo sento allontanarsi da me per soffocare un gemito.
Rialza lo sguardo per incrociare i miei occhi essendo consapevole che l'ho fatto apposta. Alza le sopracciglia a sua volta e mi mostra un sorriso malizioso.
«ok...»

Sussurra per poi riprendermi in braccio e farmi sdraiare sul letto.
Si mette sopra di me e dopo un breve bacio scorre in basso fino a raggiungere l'inizio dei pantaloni. Mi solleva la maglietta leggermente per appoggiare le sue labbra sulla pelle che rabbrividisce. Il cuore inizia a battermi a mille e fisso il soffitto disorientata.

Non scende con i baci fin dove immaginavo ma al contrario sale alzando sempre di più la maglietta.
Mi ricordo solo quando raggiunge il mio petto con i suoi baci che mi aveva già tolto il reggiseno e stringo la coperta tra le dita. Mi alzo per sfilare la t-shirt del tutto e ribalto la situazione sedendomi sopra di lui. Riunisco le nostre labbra chiedendo accesso con la lingua e mi sposto maggiormente sopra di lui.

Ci stacchiamo uno dall'altra per riprendere fiato. Respiriamo così forte che è possibile che ci sentano i suoi.
La luce dei lampioni in strada mi permette di vedere i suoi occhi verdi dai quali rimango attratta come una calamita. Appoggio la mano contro il suo petto caldo fino a sentire il battito del suo cuore e lui appoggia la sua mano sopra la mia.

Con l'altra rimango ferma sulla sua spalla mentre lui accarezza la mia guancia disegnando dei piccoli cerchi con il pollice su di essa.
Passa prima lo sguardo sul mio corpo ormai privo di vestiti se non per le mutandine nere alle labbra e infine agli occhi. Ricostruisco lo stesso percorso sul suo corpo con lo sguardo finché non rimaniamo entrambi immobili l'uno a pochi centimetri dall'altra.

«l'unica cosa più bella di baciarti è guardarti»
Sorrido dolcemente.
«questo significa che siamo tornati insieme?»

Ridiamo insieme e lentamente scivoliamo giù fino a toccare il letto.
Giù fin dove la luce della luna non ci illumina più a vicenda e di noi rimane solo l'ombra sulla parete.

Tu credi nel destino?
Mi è stato detto che a volte non sai mai il valore di un momento... finché esso non diventa un ricordo. E poi il destino decide che quel ricordo deve sparire.

Decide che quel momento non ha più valore. E lì ho iniziato ad avercela con il destino perché se davvero esiste allora non ha senso. Niente di ciò che accade ha senso.

Poi ricordai che una volta lessi da qualche parte:
Conoscersi è la regola,
Riconoscersi è raro,
Non perdersi è la straordinaria eccezione.

E ho smesso di vedere il destino come mio nemico. Perché grazie a lui:
Ci siamo conosciuti, perché entrambi abbiamo deciso di prendere la stessa strada.
Ci siamo conosciuti di nuovo, perché lui ha deciso che tu dovessi dimenticarti di me. Ma siamo entrambi rimasti e abbiamo deciso di ricominciare e di riprenderci cioè che ci era stato tolto.
E se il destino esiste davvero, è così che doveva finire. Siamo stati messi alla prova e l'abbiamo superata.

Non ci siamo persi, perché noi siamo la straordinaria eccezione.

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliWhere stories live. Discover now