Capitolo 1- Prima mossa

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Jeon Jungkook è l'unico figlio che Jeon aveva avuto da sua moglie Seyoun. Un normale ragazzo alto con i capelli corti color cioccolato e un viso che molti considerano adorabile. Un bel ragazzo sicuramente arricchito dal fatto che amava quasi alla follia la palestra. Attenzione non era uno di quei fissati pompati e basta, anzi si allenava il giusto per poter essere in forma. Infatti quando non era all'università, o al lavoro per il padre, era sicuro trovarlo in palestra. Tuttavia non amava molto la vita che alcuni definiscono mondana, non andava a molte feste, solo a quelle che i suoi amici lo costringevano a frequentare, non si era trovato ancora una ragazza o anche un ragazzo con cui frequentarsi. Insomma Jungkook era un classico ragazzo che doveva affrontare i problemi lasciati dal padre a discapito della sua vita. Non che a lui dispiacesse, era sempre stato una persona molto timida, lo dimostra il fatto che dalle elementari non aveva avuto il coraggio di allargare la sua cerchia di amici, stava bene così in fondo, né tanto meno poteva avere il piacere di dire di no al padre. Comunque sia era un tipo abbastanza preciso, lo dimostra in effetti le sue abili capacità nel lavoro. Grazie a lui i suoi genitori potevano permettersi di rimanere a galla! Anche i suoi studi lo dimostravano, non era certo il primo della classe, ma comunque ci si avvicinava. Tuttavia non dimentichiamoci che rimane comunque un ragazzo di venti anni. Secondo Jung Hoseok, suo migliore amico da una vita, il ragazzo non doveva perdere le occasioni che la vita adesso gli offriva. Ma ormai Kim Seokjin, suo migliore amico, ci aveva rinunciato. Da un lato Seokjin pregava il fato affinché migliorasse la vita del suo amico.

-Hey Yoongi! -Hoseok aveva urlato a squarcia gola il nome dell'ultimo membro di quella combriccola. Un ragazzo che molti avrebbero definito asociale se non fosse per i sue tre amici e per il fatto che era uno dei rapper, non che compositore, più in gamba che la corea del sud potesse avere in questi anni.

Il povero ragazzo, che aveva l'attenzione dei pochi presenti nel cortile dell'università, si affrettò a raggiungere i compagni.

-Si può sapere che cazzo ti urli a prima mattina! -.

-Ma Hyung è mezzogiorno- precisò Jungkook ridendo.

-Motivo in più per farmi un altro bel pisolino- continuò il ragazzo dai capelli corvini e dalla carnagione lattea.

-Dai andiamo a mangiare ragazzi, altrimenti non troveremo più posto- si affrettò a richiamarli Seokjin o semplicemente Jin.

-Ripeto è mezzogiorno, chi cavolo va a mensa a quest'ora? - continuò Yoongi incamminandosi però con il resto dei suoi amici.

-Le persone che non vogliono fare la fila- rispose Jungkook.

-Devi andare anche oggi da tuo padre? - interrogò Jin.

Jungkook annuì - Ha detto che doveva dirmi una cosa importante che riguarda il mio futuro-.

-Magari ha vinto una grande somma di denaro e vuole investirli per te- cercò di essere fiducioso Hoseok.

-Sì certo, più che altro come perderli- fu realista Jungkook. Era normale per lui parlare dei suoi problemi ai suoi migliori amici, a chi avrebbe dovuto dirlo altrimenti? Certo non era sempre stato così. Quando suo padre iniziò a prendere quel brutto vizio lui si era chiuso in se stesso, non lo aveva detto a nessuno. Ma fu proprio Jin, la sua oemma, così chiamata perché oltre ad essere il più grande si prendeva cura di tutti e tre, a farlo aprire pian piano con loro.

Avevano raggiunto finalmente la sala della mensa. Come previsto pochi erano gli studenti universitari che occupavano quella immensa sala, d'altronde la Seoul University (& Academy)era una delle più grandi e prestigiose università della corea. O meglio era l'insieme tra accademia delle arti e l'università. Senza troppi intoppi i quattro ragazzi riuscirono a prendere le portate migliore. Un piccolo premio per chi si sforzava di andare a quell'ora in mensa.

Ananke: The FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora