Capitolo 62- Sbagliato

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Dopo che Seokjin l'aveva lasciato da solo Jungkook si era sistemato nel letto portando le coperte a coprire tutto la sua figura, come se volesse nascondersi dall'arrivo del marito, come se quelle coperte avrebbero potuto nasconderlo da lui. Sì perché non voleva affrontarlo. Non era stupido, sapeva bene ciò che aveva combinato quella sera, aveva mentito a tutti. 

Quanto poteva essere ipocrita? Sì lui che per primo odiava le bugie ecco che ne raccontava a migliaia. Capiva Seokjin e perché  non volesse vederlo.

Jungkook aveva lasciato solo uno spiraglio tra se e le coperte in modo che entrasse l'aria sufficiente a farlo respirare, sì perché alla fine la stanchezza aveva avuto la meglio su di lui. Gli occhi si chiusero quasi meccanicamente anche se non si poté dire che cadde in un sonno profondo. Era una specie di dormiveglia, troppo stanco per rimanere con gli occhi svegli ma troppo provato emotivamente per addormentarsi del tutto.

Per questo non c'è da stupirsi se, all'incirca un ora dopo da quando aveva chiuso gli occhi, Jungkook si svegliò. Ci mise qualche secondo per capire che era passato del tempo da quando l'amico dai biondi capelli aveva lasciato quella casa. 

Portò la coperta ad abbassarsi, il giusto per non essere visto ma abbastanza per controllare se il marito fosse presente. Si accorse di due cose. La prima che la luce della stanza era ancora accesa e due che Taehyung non c'era.

Uscì da quella zona che lui riteneva sicura per guardarsi intorno, magari riusciva a scorgere qualcosa che gli facesse notare la presenza del marito, ma nulla indicava che il ragazzo fosse almeno salito in camera. Il suo pigiama era rimasto dove l'aveva lasciato e né c'era la presenza dei così detti panni sporchi, di quei panni che si toglieva e li poggiava sul comò prima di mettersi il pigiama.

Jungkook si portò la coperta sulle spalle, come se avesse il timore di venire attaccato da un momento all'altro e quella rappresentava una sorte di scudo. Si strinse in essa constatando che avrebbe dovuto cercare il marito.

Scese dal letto, i suoi piedi vennero a contatto con il gelido pavimento, ma non gli diede importanza. Si portò con se la coperta volendo un appiglio sicuro nel caso ne avesse avuto bisogno e a piedi nudi uscì da quella stanza. Prima di scendere le scale si avvolse la coperta intorno al suo corpo e spiò verso il piano di sotto notando che fosse del tutto oscurato ad eccezione di una piccola parte, il divano, che veniva illuminata dalla luce della televisione. Il volume di essa era stato mantenuto basso tanto che Jungkook non riusciva a sentire le voci del programma che il marito stava a quanto pare vedendo.

Infatti Taehyng era lì, seduto sul divano con il braccio poggiato sul poggiolo che reggeva stancamente la sua testa. Sembrava del tutto catturato da quello che la tv stava trasmettendo.

Jungkook lentamente scese le scale non perdendo di vista la figura del marito. Si fermò quando lo raggiunse. Non c'era bisogno che si annunciasse, entrambi avevano colto la presenza dell'altro.

-Non dormi? -chiese titubante temendo di essere aggredito.

-Non ho sonno- rispose l'altro non degnandolo di uno sguardo.

-Non vieni a letto?-.

-Non mi va-.

Jungkook strinse le coperte in risposta a quel comportamento del marito, ma poteva biasimarlo? Anzi non avrebbe neanche dovuto insistere se non voleva che l'altro esplodesse. Eppure non voleva tornare in quella stanza da solo.

-Taehyung...- provò di nuovo.

Il ragazzo sbuffò infastidito - è l'una di notte, Jungkook vai a dormire-.

Il minore abbassò la testa colpito dal tono freddo dell'altro. Quanto era stato stupido! Sì perché le cose finalmente tra loro stavano, più o meno, andando bene e lui come sempre rovinava tutto. Il padre aveva ragione, dopotutto.

Ananke: The FateWhere stories live. Discover now