Capitolo 5- Promessa

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-Ve lo dirò, ma sarebbe meglio se cambiassimo zona- rivelò il minore. I tre ragazzi si guardarono incuriositi e preoccupati. Cosa affliggeva il piccolo?

Si decisero ad uscire da quella sala, e l'avrebbero anche fatto se non si fosse trovato ad entrare in quel momento il ragazzo che affliggeva il più piccolo. Taehyung era lì davanti a lui affiancato dai due ragazzi che aveva precedentemente conosciuto come Namjoon e Jimin. Si guardarono per un attimo, ma prima che potesse succedere qualcosa l'attenzione di tutti venne attirata dal suono di un microfono che si accendeva. Lì al centro di quella grande sala ricevimento, poco più distanti da dove prima erano posizionati loro, si trovano ora i signori Kim affiancati da quelli Jeon. Il padrone di casa aveva il microfono in mano e stava richiamando l'attenzione di tutti.

-Cosa succede? –sussurrò Jin incuriosito agli altri che alzarono le spalle, mentre Jungkook si torturò il labbro. Era già ora?

-Hei Kook, ma quelli non sono i tuoi genitori? - continuò ancora il biondo.

-Signori e Signore, amici e amiche! Benvenuti a casa mia! Vi starete chiedendo del perché di questa festa visto che il lancio della nuova collezione è tra un mese. Bhe miei cari oggi il motivo per cui festeggiare è un altro e senza molti dubbi uno dei più belli! - iniziò l'uomo.

-Ma aspettate che vi presenti i protagonisti della serata. Taehyung! Jungkook! – si girò verso di lui l'uomo che stava parlando. I suoi amici lo guardarono increduli e confusi allo stesso tempo. Che cosa avrebbe dovuto fare?

Sentì qualcosa appoggiarsi sul suo fianco e spingerlo a camminare – Forza andiamo! - gli sussurrò all'orecchio Taehyung. Sotto gli occhi perplessi dei loro amici, si incamminarono verso i loro genitori.

-Forza ragazzi non siate timidi! – continuò il signor Kim.

-Spero che tu sappia recitare bene- gli sussurrò ancora mentre passavano vicino ad una coppia di signori molto anziani.

Arrivarono dai loro genitori quando Jungkook si decise a rispondere – No lo so fare-.

Taehyung sospirò a quella rivelazione, non c'era molto da mentire per Jungkook, toccava al rosso la maggior parte del lavoro, lui doveva limitarsi a sorridere e fingersi sorpreso, ma d'altronde aveva quasi intuito che compiere quelle semplici azioni per il minore sarebbe stata un impresa. Prese il microfono dal padre e si diete forza da solo, l'aveva fatto altre volte, no? Cosa c'era di diverso adesso? Doveva solo interpretare la parte a dovere e tutti sarebbero stati contenti e lui libero di andarsene, magari insieme a qualcuno da portarsi nel letto. Ma non quella volta, quella sera doveva fingere amabilmente perché tutto sarebbe cambiato.

-Buonasera a tutti! Come ha detto mio padre questa sera sarà differente dalle altre ed anche un po' speciale, almeno per me- sorrise in quel momento il ragazzo facendo ammaliare le ragazze e le donne, ma non solo, in prima linea. – Sapete da qualche mese a questa parte ho conosciuto una persona, e rispettando per prima il volere di famiglia entrambe abbiamo ritenuto opportuno aspettare nel farci vedere pubblicamente -.

Jungkook osservava il ragazzo che gli stava affianco mentire così finemente, tanto che anche lui fece fatica nel ricordarsi che quelle parole erano tutta una farsa e che quelle stesse espressioni che il rosso faceva non gli appartenevano per niente. Però davvero il rosso era così bravo.

Vide Taehyung mettersi la mano libera dal microfono in tasca. Cavolo, ora toccava a lui! Cosa avrebbe fatto? Non sapeva mentire, e se si sarebbe visto dal suo viso? Non sapeva proprio controllare le sue emozioni diversamente dall'altro che invece sembrava un maestro in quello.

-Ma adesso penso che sia giunta l'ora- continuò il rosso porgendo il microfono alla madre ed estraendo il cofanetto dalla sua tasca. Ci siamo, era il momento.

Ananke: The FateOnde as histórias ganham vida. Descobre agora