Capitolo 45- Fingere

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Taehyung allungò il braccio per spegnere la tanto infernale sveglia, stranamente riuscì a svegliarsi già al primo suono. Disattivò subito quell'oggetto riposizionandosi poi sul letto in posizione supina. 

Jungkook dormiva ancora, o forse sarebbe meglio dire che era rimasto nella stessa posizione di quando era caduto nel mondo dei sogni, stringeva ancora la stoffa del pigiama del marito tra la sua mano. 

Taehyung stava proprio osservando quest'ultimo particolare. Gli ricordava un bambino che spaventato dagli incubi si infilava nel lettone dei genitori e per non sentirsi solo afferrava il pigiama di uno di loro. Sorrise quasi istintivamente al più piccolo ricordandosi però degli avvenimenti del giorno precedente. Si chiese di nuovo da quando Jungkook subiva quei maltrattamenti, insomma era evidente di come il Signor Jeon aveva forgiato il figlio. Si vedeva che aveva paura nel disubbidire a quella figura e forse a quelle figure che più glielo ricordavano. Certo questo aspetto avrebbe fatto comodo a Taehyung data la situazione in cui erano. Tuttavia data questa consapevolezza Taehyung non riusciva a giovarne, e mai l'avrebbe fatto tra l'altro. 

Comprendeva l'attaccamento di Jungkook al contratto, lo vedeva come delle regole da seguire, e Taehyung poteva ipotizzare di quanto fosse importante per il ragazzo non trasgredirle per non ricevere una punizione che gli avrebbe fatto del male. D'altronde era tutto ciò che gli avevano da sempre insegnato, no?

Non disubbidire altrimenti questa sarà la punizione. 

Taehyung queste cose poteva solamente immaginarle, nonostante la reputazione del Signor Kim, suo padre non avrebbe mai alzato un dito su di lui. Ovviamente perché poi la madre se ne sarebbe accorta e il Signor Kim non avrebbe mai voluto fare del male alla moglie. Eppure il rosso non riusciva a togliersi dalla testa le immagini del giorno precedente, quanto aveva subito per arrivare a comportarsi in quel modo?

 Cosa Jungkook teneva nascosto? 

Taehyung non lo conosceva era vero, ma sapeva che per essere così remissivo doveva aver affrontato delle cose indicibili, che anche se si sforzava per pensarle mai le avrebbero uguagliate.

Lo osservava dormire mentre cercava di capire qualcosa in più su quella situazione, ma di certo quelle domande non si sarebbero svelate da sola, ma nemmeno voleva aprire quel capitolo. Insomma poteva comprendere come fosse doloroso il solo parlarne, forse avrebbe potuto chiedere a qualcuno?

Taehyung sospirò proprio mentre riportava attenzione alla sveglia, di certo avrebbero fatto entrambi ritardo se continuava a perdersi per quei pensieri.

-Jungkook- chiamò di fatto scuotendolo un po'- svegliati-.

-Mh...- biascicò nel sonno il ragazzo stringendo di più la maglietta di Taehyung.

-Andiamo dormiglione- continuò l'altro- dobbiamo andare a lavoro-.

Lentamente Jungkook aprì gli occhi, sbatté più volte le palpebre, per poi richiuderli.

-Non mi va- si lamentò sprofondando il volto nel cuscino.

-  Non va neanche a me, ma non per questo non ci andrò- sospirò il rosso.

-Che ore sono?-  chiese il minore con voce ovattata dal cuscino.

-Sono le 8 e 30... faremo tardi di ques...- ma non riuscì a finire la frase che Jungkook si alzò all'istante.

-Come le 8 e 30?- si mise a sedere- la sveglia non è suonata?-.

-Sì ma lo spenta-

-E cosa hai fatto tutto questo tempo?- alzò un sopracciglio il castano - Ti sei addormentato non è vero?-.

Ananke: The FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora