Capitolo 46- Senso di colpa

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La pausa pranzo è ambita da tutti i lavoratori, certo c'era chi aveva a disposizione un intera ora e altri che dovevano sbrigarsi pure nel mangiare. Ovviamente Taehyung, Namjoon e Jimin non erano tra i primi. Si erano concessi solo quei pochi minuti, gusto il tempo di finire il loro cibo. I tre ragazzi si trovavano di fatti nello studio del rosso intenti a mangiare quel misero pasto, non che avrebbero voluto di meglio, in quel momento non potevano permetterselo, avevano troppo lavoro da sbrigare.

Tuttavia Namjoon non perse di certo tempo ad aspettare che il cugino parlasse. Sì perché da quando quella mattina Taehyung si era presentato in azienda il maggiore aveva da subito notato qualcosa di strano in lui, lo vedeva pensieroso, forse anche distratto. Insomma era raro che Taehyung non fosse concentrato al cento per cento sul lavoro, soprattutto adesso che dovevano cercare un modo per preparare la sfilata in tempo. Uno dei motivi per cui tutti e tre si erano rinchiusi nello studio. Il grigio e il biondo di fatto stavano dando una mano all'amico dai rossi capelli. 

Eppure quella pausa pranzo era perfetta per cercare di comprendere cosa avesse Taehyung, dato anche il fatto che questo continuava a giocherellare con le sue pietanze.

-Allora? Dici cosa è successo?- parlò senza mezzi termini Namjoon.

Taehyung alzò gli occhi dal suo cibo ritrovandosi davanti i volti preoccupati dei suoi amici. Sospirò prima di rispondere.

-Cosa vi fa pensare che debba dire qualcosa?-.

Il maggiore roteò gli occhi - Allora vediamo, ieri ti ha chiamato tuo padre, e non sei mai contento di questo, poi è da oggi che sei distratto e adesso non mangi nemmeno...Devo continuare?-.

Taehyung posò stizzito le bacchette, non perché non sopportava quel comportamento da parte dell'altro, infondo sapeva che entrambi lo facevano per il suo bene, ma non sopportava di essere così comprensibile per loro, soprattutto per Namjoon, il quale gli era stato sempre vicino così da essergli facile capire quando c'era qualcosa che non andava.

-Tae noi lo facciamo perché siamo preoccupati...Ricordi ci siamo promessi di esserci sempre- continuò Jimin abbozzandogli un sorriso. 

Il ragazzo interessato si abbandonò sulla propria poltrona, girandola quanto bastasse per riuscire a vedere oltre la sua finestra. 

Aveva di nuovo iniziato a piovere, ma non erano le pesanti gocce simili a quelle del giorno precedente, anzi erano più miti, come se stesse iniziando in quel momento a fare brutto tempo. 

-Cosa ti ha detto tuo padre ieri?- domandò allora Namjoon essendo sicuro che da lì in poi avrebbe iniziato a raccontare.

Taehyung osservava ancora la pioggia cadere con movimenti lenti che lo riportarono al giorno passato. Il padre imperterrito a seguire quella sceneggiata, Jungkook sotto un attacco di panico e ancoro lo stesso che si addormentava tenendolo stretto.

- Mi ha chiamato nel suo ufficio...- iniziò a raccontare sotto gli sguardi attenti dei suoi amici non distogliendo mai il suo da ciò che stava succedendo al di fuori della sua finestra. I suoi due amici aspettarono pazientemente che parlasse, senza mettergli nessuna fretta, sapevano che Taehyung era fatto così. Doveva avere il suo tempo per raccontare qualcosa di personale.

E fu proprio così. Taehyung parlò di tutto quello che era successo il giorno precedente, da quanto il padre lo aveva chiamato nell'ufficio all'attacco di panico del marito a come lui era riuscito a calmarlo, non dimenticandosi di dire anche come non era sicuro di riuscire nell'intento, della cena che avevano passato in modo tranquillo, fino ad arrivare a quando Jungkook non gli aveva stretto la maglia del pigiama.

Ananke: The FateWhere stories live. Discover now