Sidereus 2

Capitolo 3. The new SCR

Prima di tutto vivere. Giorno per giorno.

Resistere, attendere, sperare.

Irène Némirovsky

STELLA

Gli attacchi da parte della HTA sono sempre più frequenti.

Ci manca poco affinché rintraccino il nostro nascondiglio, infatti quelle volte che siamo stati costretti ad attaccarli erano quasi vicini allo scoprirlo. È ora di far sapere al leader l'esistenza di una base segreta, ancora più fornita dove ci aspettano non troppe guardie ma comunque armi, cibo, stanze da letto e di addestramento.

Ho detto correttamente, leader. Perché io non credo di avere più la mia migliore amica.

Questa cosa mi distrugge dall'interno, perché da quel ventotto dicembre io non solo ho perso il mio migliore amico nonché fratello ma anche la mia unica amica e sorella.

Se non fosse per Simon io non sarei qui.

Non oso immaginare cosa prova Madison, non ho idea di quel dolore che cerca di nascondere. In qualche modo però lo mostra al mondo inconsapevolmente, perché non è più lei. Se Jack fosse qui non so se la riconoscerebbe, non so se è fiero di lei al momento. Di sicuro ci sta salvando, sta mantenendo l'animo saldo e sta escogitando piani efficaci per farmi rimanere protetti. Eppure, io li sento gli urli quando esce di casa e cerca di nascondersi per le strade e non farci sentire, percepisco il cuscino bagnato di lacrime, vedo che scrive sul suo diario.

Io ricordo la violenza psicologica che ha avuto e che mi raccontò, la sua paura dell'amore. Questo si definisce proprio colpo di grazia. Lei ha sempre cercato di proteggerlo, so che si sente distrutta. So quello che pensa: se fosse andata via in passato tutto questo non sarebbe mai successo. Eppure, noi siamo felici di combattere per giustizia, anche se siamo terribilmente distrutti.

Insieme, ma distrutti.

Busso nel suo ufficio, dove passa la maggior parte del suo tempo.

"Avanti".

Ho i brividi, perché non riconosco neanche la sua voce.

"Signora" dico. "Ho una novità interessante".

Indossa sempre la divisa, so quello che fa: esce di nascosto e combatte contro alcuni degli Harrison quando li incontra per sfogarsi. Eppure, non ha mai davvero ucciso nessuno, solo ferito molto gravemente. Il suo proiettile lo riserva per qualcun altro.

"Che cosa sai, soldato?"

"Non lo sapevi ma c'è una base che io e gli altri avevamo sempre custodito in caso di emergenza, una ancora più grande di questa e fornita. Credevamo fosse stata scoperta e occupata invece è intatta. Io e Simon ci abbiamo pensato, se riusciremo a trasferirci lì avremo delle guardie, cibo, armi, attrezzi e-"

"Inizieremo il trasferimento domani".

Esito. "Dovremmo monitorare l'area. È nella zona del New Jersey. La HTA ha il controllo di ogni telecamera e le guardie sono ovunque. Come possiamo fare?"

Alza lo sguardo verso di me, eppure è spendo e non trovo la mia migliore amica. "Ci camufferemo. Useremo degli elicotteri che utilizzano i turisti fingendo di star attuando un'escursione dall'altro della città; invece, atterreremo sul tetto di questa base. Come si chiama la struttura?"

L'idea è brillante, eppure anche la struttura non ha mai avuto un vero e proprio nome. L'abbiamo inventato io e i ragazzi e spero le piaccia.

"Sidereus Company Revolution".

In onore di una guerra per vendicarlo, per la libertà, per l'amicizia, per tutti noi.

Lei mi guarda, intensamente. Il labbro inferiore trema leggermente, gli occhi sono leggermente lucidi. Espira e abbassa lo sguardo.

"Comunica agli altri di preparare il necessario e non lasciare alcuna traccia. All'alba partiremo, forniscimi le coordinate della posizione esatta e io penserò agli elicotteri. Sarà una lunga notte".

Torna ai suoi documenti come se nulla fosse, ma so che appena uscirò da questa porta sfogherà il suo dolore. Lei mi vieta di entrare e aiutarla, come se non ci conoscessimo affatto. Forse pensa che nessuno di noi si accorga dei suoi momenti di sfogo.

Appena, infatti, mi dileguo e chiudo l'anta della porta sento rumori dall'interno della stanza.

Come un cuore che finisce di frantumarsi in due.