Capitolo 19. Riunione

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Mentre una folla spaventosa massacra centomila uomini

riducendoli a un mucchio fumante; poveri morti!

O natura, tu che creasti santamente questi uomini.

Arthur Rimbaud

MADISON

Oggi sosterrò la seconda prova.

Sono passati alcuni giorni, mi permettono di dormire come ho proposto io stessa in una stanza segregata con delle guardie che mi monitorano.

Non è un problema per me, non ho necessità di andare da nessuna parte. Ho solo bisogno che William si fidi ciecamente di me per entrare nella sua fazione. Questo è tutto.

Questo però è nocivo per loro, perché ho tanto tempo per pensare, valutare nuovi piani e la mia mente è un continuo susseguirsi di idee. Magari mi monitorano tramite una telecamera, cercando di leggermi nel pensiero o semplicemente ascoltare il battito del mio cuore.

Ma non c'è più nulla che batte qui.

Vengo tirata fuori da questa zona buia solo quando William lo richiede, non mi fa vedere Clara ritenendo che io possa attaccarla istantaneamente e farla fuori.

Dopo che istintivamente mi sono gettata fra le fiamme per salvare quella famiglia da me si aspetta di tutto. Tra l'altro ho chiesto lui espressamente che affinché quella famiglia alla quale ho bruciato la casa avrebbe potuto avere una postazione confortevole e così fece. Non tanto per compiacermi, ma per farmi sentire potente, per farmi credere che io e lui siamo uguali tanto da farmi diventare una delle peggiori criminali del paese.

Al momento, io devo fargli credere che è questo che voglio.

Io voglio fare parte della sua squadra e voltare le spalle alla mia.

Non ha compreso che al momento io sono diventata la cattiva, imparerà a rispettarmi ancora più a fondo. Altrimenti, potrebbe pagarne delle serie conseguenze.

Mi ha convocata nella sala riunioni della villa Harrison, non so dove Clara passi la maggior parte del suo tempo ma lo scoprirò presto.

Alcune guardie mi seguono circondandomi. Mi offre un certo piacere il fatto che hanno tanto timore che io possa fare qualcosa. Ogni tanto attuo dei movimenti rapidi senza un obbiettivo preciso, solo per vederli mettersi in allerta e ridere loro in faccia.

Questo si chiama potere.

Eppure, tecnicamente sono una sorta di prigioniera, quindi io dovrei temere loro.

Arrivo nella sala riunioni, circondata da librerie con un lampadario d'oro sul tetto e un tavolo marrone chiaro con sfondo New York. Seduti al tavolo tutti i genitori della mia squadra.

I signori Torres, poi Anderson, Walker, Parker e Smith.

Tutti davanti a me, mentre fissano ciò che ha mandato a monte tutti i loro piani di una vita. Una ragazza qualunque che si è rivelata la loro peggiore condanna.

Ne sono spaventata? No, semmai me ne compiaccio.

Dunque, iniziamo.

"Una riunione di famiglia, dunque è questa la seconda prova".

William è in piedi a capotavola con il solito bicchiere di liquore alla mano. Sorride in maniera sfacciata. "Accomodati, Madison".

Faccio come dice, non smettendo di osservare coloro che potrebbero diventare i miei aguzzini seduta stante. Come al solito indosso la divisa, non si sa mai.

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