Capitolo 16. Sorridimi

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Avevo sempre avuto questa tendenza a immergermi

talmente in qualcosa da dimenticarmi un po' del resto del mondo.

Haruki Murakami

ALEX

Se ho seguito correttamente le istruzioni la teppista dovrebbe essere qui dentro.

Siamo fuori dall'ufficio del dottor Lee.

Se il dottore panciotto e cinesino mi sgama e mi fa la predica per colpa della signorina giuro che le tiro anche io i suoi -assolutamente meravigliosi- capelli.

Non sa che la sto seguendo da un po', non la lascerò certo girovagare così. Ma non voglio spaventarla, ecco perché non l'ho detto agli altri. Anche se non sono sicuro sia una che si spaventa facilmente.

La testata che mi ha dato ogni tanto mi fa vedere doppio.

Apro leggermente la porta, tanto per dare una sbirciatina. Non vedo nessuno. Giuro che se questo microchip di merda mi ha fatto sbagliare un'altra volta strada lo lancio dal balcone e non siamo affatto bassi.

L'ufficio è vuoto ma do comunque un'occhiata. Guardo a destra, libero. Sinistra, anche. Davanti a me, ci mancherebbe altro. Strano, non c'è traccia di nessuna brasiliana da queste parti. Amen, vuol dire che...

"Muori!"

"Ma che... ahia!"

Non vedo niente, o mio Dio, sono cieco!

Sento qualcuno sulle mie spalle, mi ha avvolto qualcosa sulla testa mandando a quel paese la mia vista.

"Ma da dove cazzo sei uscita?"

"Cale a boca, seu idiota!"

"E vuoi smetterla di parlare ostrogoto? Scendi!"

Mi dimeno per la stanza con questa sclerata che mi ha tenuto un agguato quando avrebbe dovuto essere il contrario e vorrei sapere da dove diamine è saltata.

Cerco di prenderla da dietro ma credo di averle toccato il sedere perché è.... morbido.

"Razza di pervertito!"

"Stammi a sentire, scimmia dell'Amazzonia, se mi togliessi questa benda allora starei più attento. Ti avverto, sto essendo molto delicato e paziente!" Non so cosa c'entra l'Amazzonia ma sembra una sottospecie di Tarzan al femminile.

"Fammi vedere che sai fare, fatti sotto!"

"Accidenti, mi stai facendo uscire fuori di testa!"

Di scatto vado in avanti e con una capriola rotola via, mi tolgo la benda. Che mal di schiena!

È davanti a me, ancora più selvaggia e agguerrita. Sembra una leonessa.

"In nome del mio comandante, voi tutti dovreste essere morti".

"In nome di Dio, cerca di non agitarti!" Sospiro, mi sistemo i capelli. "Seriamente, signorina. È piuttosto difficile dialogare con lei".

"Preferisco mettere in pratica anni di addestramento".

"Non so se te ne sei accorta, ma ti sto facendo un grande favore a lasciarti gironzolare per la base senza aver detto nulla alla mia squadra. Che cosa stavi cercando qui?"

"Documenti che possano portarvi alla distruzione".

"Beh, l'onestà è sempre apprezzata".

Rimaniamo qualche istante a fissarci, sto riprendendo fiato. Non so davvero come comportarmi con questa qui.

Sidereus 2Where stories live. Discover now