Capitolo 39. Non riesco a proteggerti

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Chi ti ha detto che non esiste sulla terra un amore vero,

fedele, eterno? Venga tagliata la ripugnante lingua al mentitore!

Michail Bulgakov

JACK

È come se fossi stato risucchiato in una dimensione a sé.

Ho combattuto fino all'ultimo, sfuggendo a quegli ostacoli che mi stavano portando via da lei. Avevo previsto l'attacco, eppure quando si tratta di mio padre non si è mai sicuri di nulla. Il mio collo ha ancora il segno della puntura che mi è stata iniettata, come suppongo anche a lei. Questo mi fa gelare il sangue.

Il bianco è predominante, non c'è un punto di inizio del mondo ma potrebbe iniziare la mia fine. Probabilmente, questo sarà il momento in cui devo morire, non bastavano i proiettili nel petto e addome.

Se vogliono vedermi morto, che vengano a prendermi.

E se si nascondono nell'ombra da me è solo perché sono terrorizzati e per poco mi sarei anche salvato. Ma siccome le loro competenze combattive sono a dir poco scarse mi sembra più che sensato il gesto di ricorrere a liquidi nocivi da iniettarmi nel collo.

Perché se dovessi avere davanti a me quelli che me l'hanno portata via non ne basteranno il quintuplo di litri con quel liquido.

So che posto è questo, perlomeno mi sono fatto un'idea.

"William, la prossima volta non tentare di nasconderti nel buio perché sarà facile per me farti a pezzi a mani nude".

"Avremo modo di incontrarci molto presto, figlio" sento la sua voce nel vuoto, come mi aspettavo. "Ma adesso avrei curiosità di vedere in prima fila che cosa hai imparato in questi anni, anche se non sarà semplice. Eppure, non è la prima volta che ti sottopongo a questo tipo di addestramento. Adesso però la posta in gioco è diversa".

Davanti a me appaiono delle figure, non sono nitide. Stringo gli occhi, cerco di portarle alla mia vista mentre camminano verso di me.

Cinque. Tre ragazzi, due ragazze. Divise nere.

No.

"Non sei contento di rivedere i tuoi amici? E la tua fidanzatina?"

"Stronza" sento borbottare. "Neanche in questo modo riesco a vederla vicino a lui".

Clara Harrison.

Aveva ragione Simon quando mi disse che il cuore non si comanda o Madison quando effettivamente sentiva qualcosa battere dentro di me. Perché non importa quanto io stessi alla larga dai sentimenti o cercavo di non farmi sopraffare dalle emozioni, io le subivo sempre, a cominciare dalla premura di proteggere la mia squadra. E poi anche per lei.

Perché davanti mentre sono davanti a me, seri e con volti persi nel vuoto, io sto perdendo la testa, dimenticando quell'allenamento durato anni in cui eccellevo.

Ma, mio padre ora ha ragione, la posta in gioco è diversa.

"Non... sono veri".

"E chi te lo dice? Li hai toccati? Forse ho saputo come minacciarli per farli tacere".

"Madison..."

Mi guarda e sembra non riconoscermi, non vedo le sue stelle negli occhi. Questa cosa mi sta squarciando il petto a metà.

"Amore mio, rispondimi".

Perché? Perché mi ostino a contorcermi dal dolore? Dovrei saperlo che è una finzione, non dovrei ascoltare la voce di mio padre. Non riesco, non se ho lei o loro davanti a me.

Sidereus 2Where stories live. Discover now