Capitolo 60. Ormai sono sola

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Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.

Isabel Allende

MADISON

So che controlla anche il mio telefono, ecco perché lo tengo sempre spento per resistere all'impulso di rispondere alle innumerevoli chiamate dei miei amici.

Clara ha delle telecamere suppongo anche per le strade, ogni volta che qualcuno di loro si avvicina e viene a bussare in casa mi fa uscire.

I miei genitori mi chiedono chi siano questi ragazzi che in continuazione chiedono di me, non riconoscendo i volti sui giornali statunitensi e sul telegiornale, ma non credo ci voglia ancora tanto tempo affinché colleghino i pezzi.

I miei amici mi mancano così tanto, chissà cosa pensano che stia facendo.

Sicuramente ritengono abbia deciso di abbandonare la squadra, magari che tornerò anche in Italia senza salutare.

Sono questi i pensieri che aleggiano nella mia mente senza sosta durante la notte, siccome un fattore che contribuisce al mio 'uscire fuori di testa' è proprio la mancanza di sonno. Non solo perché non c'è Jack, al quale non posso scrivere neanche un messaggio dal momento che Clara ha tagliato anche lui dalla mia vita, ma anche per la preoccupazione che durante la notte la strega possa fare qualcosa alla mia famiglia.

Jack mi cerca, ho capito che mi sta spiando tramite delle guardie, so anche che non viene di persona, ritenendo che io voglia stare lontana da lui.

Non so cosa abbia scoperto dalle sue ricerche, non so se verrà personalmente da me, so solo che passando davanti la stanza di Clara ho notato una parrucca rossa e riccia.

Stavo per entrare ma l'ho ritrovata dietro di me.

Improvvisamente, ritornando alla realtà dalle mie riflessioni, sento dei rumori provenienti dalle stanze. Ed è notte.

Mi alzo lentamente ma con il cuore a mille, per cercare di percepire altri movimenti. Cosa sta facendo Clara? Devo controllare che sia nella sua stanza.

Anche se la chiude a chiave.

Ovviamente, ho già provato a prendere quel maledetto pulsante. Anticipa ogni mia mossa, perché durante tutto questo tempo di sua assenza ha previsto decisamente tante cose.

Inizio a muovermi nella notte, cercando di percepire qualsiasi movimento.

I miei occhi sono come quelli di un felino al buio, anche se sporgendo lo sguardo nella camera dei miei genitori sembra essere tutto a posto.

Procedo per il corridoio, vado in quella di mio fratello e vedo la sua piccola sagoma al buio sdraiata sul letto mentre riposa.

Ma questi rumori li sento ancora.

Scendo le scale, vado al piano di sotto.

I rumori si fermano.

Insieme a me ho portato una pistola, che tengo ben salda tra le mie mani mentre procedo cautamente verso la cucina.

Non ho paura, credo di non avere più molto da perdere. Giro il bancone, passo vicino ai fornelli. Esco dalla stanza e vado in soggiorno, muovendomi piano con le orecchie ben aperte. L'area sembra libera, magari la mancanza di sonno e soprattutto di Jack e della mia squadra mi creano troppi scompigli.

Poi il mio cuore si blocca.

Davanti a me, nella finestra della sala, vedo qualcosa.

Qualcuno.

Due sagome nere che immobili mi fissano nel buio, fuori dalla finestra.

Sono alte, muscolose, gli arti sembrano fasciati da giacche di pelle. Si avvicinano al vetro della finestra, bussano lentamente, mi salutano con la mano.

Sidereus 2Where stories live. Discover now