Capitolo 64. Antidoto

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E tu non mi scorderai,

perché certe cose non si conservano nella memoria,

che è una scatola coi buchi,

ma nell'anima impermeabile che a fuoco e ghiaccio

assieme e che conserva fino a quando il tempo non sarà più tempo.

Stefano Curreli 

MADISON

Sono fuori dalla stanza ma vedo ogni cosa.

C'è una grande lastra di vetro che mi divide dalla mia famiglia, mentre tutti e tre sono sdraiati su dei lettini e alcuni colleghi del Dottor Lee iniettano qualcosa dentro di loro: una cura sperimentale per cercare di distruggere ciò che circola nel loro sangue e potrebbe farli davvero esplodere.

Io mi sento impotente, terribilmente dispiaciuta per qualsiasi cosa sia successa in questo lungo e terrificante periodo. Mi chiedo se le cose sarebbero potute andare in maniera diversa se avessi preso scelte migliori.

Anche se ero a dir poco vincolata dalle minacce di una folle, quindi non mi viene in mente altro modo in cui avrei potuto agire. Contando anche che ho fatto ciò che è accaduto in buona fede, tutto per proteggere le persone a cui tengo di più in vita mia.

Al momento sono sola, la squadra è andata da lui.

Non abbiamo avuto molto tempo per parlare tra noi e confrontarci su quanto accaduto, anzi per niente. Hanno portato di corsa la mia famiglia qui in elicottero, perché abbiamo fretta di toglierli questi 'esplosivi' nel loro sangue. Non possiamo rischiare che Clara trovi un modo alternativo per farli scattare e ucciderli. Questi piccoli uomini in camice hanno provato a disattivare il tutto tramite il piccolo oggetto con il pulsante rosso che sono riuscita a prendere a Clara essendole saltata addosso.

Finalmente dopo tutto questo periodo sono riuscita a farlo, ma non le ho inflitto ciò che avrei voluto.

Un'operazione estremamente rischiosa, alla quale si stanno ponendo a rischio questi uomini disposti ad aiutarmi, perché sono delle bombe ad orologeria.

Intanto che i miei amici sono corsi alla Torres House da Jacob io attendo, paziente e sola.

Jacob e non Jack, perché il mio ragazzo e amato è scomparso.

Il Dottor Lee, anche se in realtà tutti, ritiene che al momento sia terribilmente instabile e bisogna fermarlo. Io non ho avuto la forza di andare e anzi, hanno ritenuto che fosse rischioso portarmi, essendo a conoscenza dell'ultimo incontro avvenuto fra noi due.

L'unica cosa che sono riuscita a raccontare.

Quindi, eccomi qui, mentre conto i secondi e analizzo ogni movimento di ciò che vedo, pregando.

Sento i rumori dei monitor, gli scienziati che confabulano e finalmente il Dottor Lee si toglie i guanti di latta ed esce dalla stanza, mettendosi davanti a me.

"Eccoci, Madison".

"Allora? Ha funzionato?"

"Abbiamo somministrato loro la cura, sembra stiano rispondere positivamente".

"E.... come facciamo a sapere che Clara ha provato a ucciderli ma non ci è riuscita? E quindi confermare l'efficacia dell'antidoto?"

"Questo non possiamo saperlo, Madison. Non siamo a conoscenza se abbia altri pulsanti rossi o cosa a disposizione. Ma ritengo che se avesse voluto e potuto farlo allora la tua famiglia e anche noi non saremmo qui ora".

Sospiro. "Perciò al momento sono guariti?"

"Faremo altri test ed esami, ovviamente preparati a tutte le loro domande e perplessità quando si sveglieranno".

Mi metto una mano sulla fronte. "Certo".

Noto che non risponde, quindi apro gli occhi. Mi sta osservando, con la fronte aggrottata.

"Cosa c'è?" Chiedo.

"Hai un colorito che non mi piace per niente, sai? Forse sei anche dimagrita e lo sei già abbastanza. Vieni..."

È decisamente bassino, eppure riesce a trascinarmi in qualche stanza che non conosco.

"Dove mi porta?"

"Da una mia collega, l'unica donna. È come una tata, si prenderà cura di te. Al momento non c'è nulla che tu possa fare, quindi riposati, cara".

"Dottor Lee, ho quasi ventuno anni e...."

"Stammi a sentire, figliola. Che Jacob sia diventato folle o no mi ucciderebbe se sapesse che ti ho lasciato a stomaco vuoto. Non dimenticare che è innamorato perso di te, e per quanto sia doloroso vederlo in quel modo, è la rappresentazione di cosa sia disposto a fare per amarti e vederti felice".

Il mio cuore si stringe. "Se solo comprendesse quanto lo amo, dottore. Io non ho mai smesso e questo non ancora lo sa, sono stata costretta a dirgli il contrario".

Si ferma e mi guarda. "Cara, ora ti chiedo solo una cosa. Potreste farla entrambi per me?"

Esito, sono leggermente preoccupata ma annuisco.

"Bene. Una volta che tutto questo sarà finito, avete bisogno solo di fare una cosa tutti e due".

Attendo una risposta, ed immagino qualsiasi cosa, tranne ciò che mi sento dire.

"Sposatevi". 

CLARA

"Perché diamine non funziona!"

"Prova di nuovo, muoviti. Lo scoppio dovrebbe sentirsi da qui. Se non udiamo nulla vuol dire che gli esplosivi non riescono più ad attivarsi".

"Maledizione!" Grido. "L'avevo in pugno, quella stronza che da quando ha messo piede qui ha mandato a monte tutta la mia vita! Ero davvero vicina dal farla suicidare per la follia e adesso..."

Mi fratello viene verso di me, su tutte le furie. "Come diamine hai fatto a perdere quel cazzo di pulsante!"

"Non c'entra! Perché anche tramite quest'altro avrei potuto far saltare in aria la sua famiglia e invece non ha funzionato a quanto pare. No.... è impossibile che siano riusciti a disattivare..."

"E invece ce l'hanno fatta, Clarita" i miei due fratelli rimasti liberi dalla prigione sembrano delusi, mi guardano da sotto i loro cappucci neri.

"E adesso?" Sibilo. "Che cosa dovrei fare?"

"Magari dovremmo fuggire, la loro squadra ci ha visti, Torres ci troverà quanto prima se ha scoperto tutto, se ha capito che siamo tornati. Arrivano voci che sia diventato un animale. Non riesco più a contattare i colleghi in affari a noi più fidati, credo che lui c'entri qualcosa".

"Umm" ansimo. "Spietato, crudele, ricco, rispettato. Sorprendentemente sexy. Questo è lo Jacob che mi mancava e che bramo con tutta me stessa".

"Forse c'è qualcosa che potrebbe sollevarti il morale" uno di loro va vicino alla porta d'ingresso della nostra casa nascosta, mi porge una lettera. "Prega solo che non ci sia scritta la data della nostra morte. Tra l'altro, ha scoperto dove ci nascondiamo se ha mandato questa busta proprio qui. Mi si gela il sangue solo a leggere quel nome".

Sulla carta bianca, con una calligrafia ad inchiostro nero decisamente elegante, l'ultima persona che mi aspettavo mi scrivesse mi ha effettivamente inviato una lettera.

Spettabile Clara Harrison

Dal Sig. Jacob William Torres 

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