Capitolo 52. Una nuova sorella

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La letteratura è una difesa contro le offese della vita.

Cesare Pavese

MADISON

Non ho risposto alle chiamate di Jack, potrei istantaneamente confessargli cosa mi succede se dovessi sentire la sua voce e le sue parole.

Gli ho scritto un messaggio dicendo che mamma voleva subito visitare la città e parlare, spero solo non si sia insospettito, ma se avesse sentito la mia voce avrebbe capito subito che c'è qualcosa che non va.

Qualcosa? Io sono nel panico.

E sono sicuro che si è già insospettito e magari starà anche indagando.

Non posso darlo a vedere, ma se è vero ciò che ha detto Clara allora mi sento morire, sul serio.

Ha seriamente iniettato qualche sorta di esplosivo nei miei genitori?

Sono diventata capace di tentare perlomeno di essere trasparente, sapendo controllare le emozioni davanti al nemico. Ma è mia madre che ho davanti a me, da un po' mi guarda con aria sospetta avendo intuito un mio malessere interiore non consapevole di chi ha portato da me, cosa li hanno fatto e cosa potrebbe succedere a me o a loro.

Se Clara sta mentendo non so come scoprirlo, perché una parola che dico e potrebbe accadere il peggio. Conoscendo la sua follia non voglio rischiare. Come faccio a nascondere una cosa del genere alla mia squadra, al mio ragazzo? Che mi capisce senza che io neanche parli.

Io non posso dirglielo, Clara mi ha minacciata, la vita della mia famiglia è nelle mie mani. Non voglio pensare alle domande che mi farà lui e i miei amici, non posso neanche sopportare il fatto di doverli mentire. Ma se dovessi confessare loro sarebbero in pericolo, al momento non posso permettermi di sbagliare, non più.

Quindi l'ho assecondata e ho praticamente cacciato la mia famiglia dalla reggia Torres, perché lei non vuole che Jack o la mia squadra la scoprano.

Questo dettaglio inizia sempre più ad angosciarmi.

La solitudine è una delle mie paure più grandi, contando che devo anche proteggere la mia famiglia. Magari anche me stessa.

E mi sento terribilmente stupida nel non essermi accertata dove fosse finita Clara, l'euforia di una vita normale insieme ai miei amici ci ha decisamente distratto.

E lei ne ha approfittato.

Facendosi viva dopo mesi, colpendomi in uno dei miei punti deboli, come fece anche in passato.

Siamo sui divani del soggiorno, la villetta affittata dai miei genitori ha uno stile moderno e campagnolo, ricca di fiori e pareti chiare sul beige o bianco.

Hanno smistato le valigie, Clara si è spacciata per una povera disgraziata senza famiglia e amici che viveva in Italia come vicina di casa dei miei genitori. Per ringraziarla del 'salvataggio' sull'incendio le hanno proposto di ospitarla per qualche tempo e per non lasciarla da sola l'hanno portata con sé.

Non posso essere arrabbiata con loro per questo loro gesto di carità, è fuori questione.

Non sanno semplicemente che la loro dolce figlia sta per compiere un omicidio.

Anche perché, credo di aver capito perché Clara ci abbia messo diverso tempo a farsi rivedere.

Ha imparato molto bene l'italiano, ingannando i miei genitori sulla sua nazionalità.

"È davvero graziosa questa casa, signora Bianchi. È proprio sicura che io possa rimanere?" Chiede lei, nascondendo qualsiasi accento.

"Non possiamo mica abbandonarti in America ora che se qui, non conosci neanche bene la zona! Non è un problema per noi, Madison ti farà conoscere i suoi amici. Vero, Madi?"

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