Can You Clone?

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Sono esitante, ma il tempo continua a scorrere.
E continua ad andare avanti anche dall'altra parte.
La punta della mia penna rimane per qualche secondo sospesa sulla pagina del mio taccuino, sto per compiere qualcosa che mai avrei pensato di compiere.
Sto dando via il mio potere dopo tutta la fatica che ho dovuto subire per prendermelo.
Ma è l'unico modo per poter cambiare qualcosa in questo gioco del gatto e del topo in cui io e Jona ci stiamo cimentando.
Ma è comunque pericoloso.
Non so come potrebbe reagire Blend.
Laure mi sta guardando appoggiata alla parete di fronte al mio lettino, si tiene stretta il suo guanto di fasce.
-Laure! Tu daresti via quel guanto? - le chiedo all'improvviso.
-Il.. Mio guanto?-
Anche lei è esitante, bene.
-Grazie, Laure. -
Lei si stacca di colpo dalla parete - F, hai detto grazie!? Stai bene? -
No Laure, ma almeno mi hai aiutato a scegliere.

E mi sta tendendo il diario.
Non posso credere che stia succedendo.
Il ciccione davanti a me mi sta tendendo il mio diario!
No, non ce la posso fare, scoppio in una risata isterica: è troppo irrealistico.
-Franz sei sicuro di stare bene? - mi alzo anche io.
No.. è troppo divertente!
Pensa veramente che io creda che lui possa buttare via il potere? Il potere per il quale ha così tanto combattuto!?
Lo guardo negli occhi: sono lucidi, è imbarazzato, non si aspettava questa mia reazione.
Continuo a ridere, metto una mano davanti alla bocca per trattenermi un poco.
-Cosa c'è da ridere Jona? -  la sua voce è flebile, ho disilluso le sue aspettative, poverino.
- Sei sorpreso Franz? Pensavi che dovessi cadere a terra dalla meraviglia? Solo perché mi stai consegnando il diario? Mi fai ridere. -
Vedo il braccio protese verso di me che lentamente torna indietro.. con insieme il diario.
Un po' mi dispiace, ma tanto so che riuscirò a riprendermelo in qualche modo.
-Avanti dimmi! Cosa volevi propormi prima?- incalzo io.
Sul suo volto si forma un piccolo ghigno, è pronto a rivelarmi del perché di tanta avventatezza nelle sue azioni.
Incrocio le braccia, rilasso il collo e attendo.
Lui chiude gli occhi e parla.
- Solo che tu ti trasferisca dalla mia parte. -
Che io mi trasferisca?
Dalla sua parte?
-Cosa intendi? - gli chiedo nonostante forse io abbia già capito a cosa allude, anzi ne sono quasi certo.
-Esattamente come ho detto, voglio che tu trasporti te stesso nella mia dimensione. Come hai fatto per le tue madri. -
Era esattamente come pensavo, ma comunque qualcosa non va.
Cosa potrebbe succedere se io mi copiassi dall'altra parte?
Quale delle due parti di me poi io mi metterei a controllare, quale delle due potrebbe poi essere il vero me, il me nel quale il mio pensiero continuerà a esistere?
La mia mente comincia a ragionare di più, troppe sono le domande a cui ancora non riesco dare una risposta e.. No, un secondo!
Mi sta venendo un dubbio, un minuscolo dubbio che però sta cominciando a crescere in me poco alla volta e sta diventando troppo grande e pesante.
Franz se n'è accorto, anzi no, non se n'è accorto perché ha gli occhi chiusi.. sapeva già che questo dubbio mi sarebbe arrivato e infatti il suo ghigno è diventato un sorriso.
Io dall'altra parte, come mi ha specificato Franz, ho portato le mie madri.
Ma,adesso, quale delle due versioni delle mie madri è quindi quella vera?
Le Patricia e Mimi che sono rimaste qui o le Patricia e Mimi che sono state trasferite da me nella dimensione di Redvik?
Non è ansia la sensazione che ora mi pervade, è qualcosa di molto più forte.
-Te ne sei accorto anche tu Blend? -
Quanto lo odio, quanto odio quell'uomo.
Non è nemmeno la sensazione di aver ucciso qualcuno, come quella che avevo provato quando avevo creduto di uccidere la mia finta madre.
È una sensazione che mi prende e mi sta divorando da dentro, nella testa, nel cervello, nella mente, nel mio stesso pensiero.
Un dubbio.
-Allora Blend? Come sta procedendo la mia personale storia su di te? La storia del ragazzo che non credeva e dubitava.. -
-..a tutto ciò che gli dicevano i sensi..-  completo io la frase con dei singhiozzi.
Ma lui continua - Che sarebbe stato capace di dire davanti a una qualsiasi persona, come Patricia e Mimi.. -
Non ho il coraggio di continuare questa invece, i miei occhi sono più lucidi che mai, prossimi alle lacrime.
Ci pensa Redvik a terminare la frase -..mi spiace.. ma voi non siete reali perché vi ho rese irreali io.-

Cado in ginocchio e comincio a piangere ai piedi di Franz.

You Aren't RealWhere stories live. Discover now