Leirera

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Una decappottabile bianca come c'era da aspettarsi da un tipo come lui.
De Janette si era appena acceso un altro sigaro e il fumo scappava velocemente indietro creando una leggera scia grigia.
-...e quindi alla fine quel toro dovemmo comprarlo a peso d'oro...-
Eravamo saliti quasi subito in macchina in direzione Maddeka ed aveva subito iniziato a raccontare alcuni aneddoti riguardanti la sua vita.
Anche se Maddeka non è una destinazione che mi preme di raggiungere, visto che probabilmente se verrò riconosciuto in città potrei essere preso dalla polizia per essere di nuovo interrogato, non ho potuto rifiutare il passaggio.
Non potevo stare nel regno dei poveri a girovagare.
De Janette appena toccato il volante sembrava avesse dimenticato cosa era appena successo.
Si era tolto il cappello per evitare di farlo volare via, la sua chioma bianca svolazzava a tempi alternati nella nube e tra i raggi del sole.
Comunque mi trovo costretto a seguire De Janette per un'altra ragione: se il mio intuito non mi inganna la comparsa di questo nuovo personaggio, persona, si deve a Jona.
Che non ha provato a buttarmi in faccia una scena tipica.
La scena del "Io sono il creatore, ho io il controllo".
Pensando al fatto che il suo diario è stato tra le mani di un'altra persona, questo vuol dire solo una cosa: che Jona ha il controllo ma non conosce le circostanze.
Ha perso i contatti con me ed è fermo con le vicende.
La stessa cosa si può però dire a mio malgrado per me, nemmeno io so cosa sta succedendo dalla sua parte.
Quindi seguire la nuova marionetta di Blend mi può portare solo ad una cosa: a trovare il mio diario per poter comunicare tra di noi.
Jona mi sta aiutando.
Mi vien da ridere.
Che gentile.
Non possiamo far nulla senza l'aiuto dell'altro.

Ed io non potrei nemmeno contrattaccare prendendomi il diario e il potere su di lui non conoscendo gli avvenimenti.
Oppure si?
-Franz ma perché lì? -
De Janette ha notato il mio silenzio e ha capito che stavo ragionando.
Ovviamente mi interpella -Li'? - chiedo io non sapendo a cosa si stia riferendo.
-Perché' sotto dei sacchi da iuta? Non riesco a capire. -
-Per mettermi in ridicolo? -
De Janette si mette a ridere -No, no se fosse stato per metterti in ridicolo avrebbe fatto questa cosa a Maddeka dove più gente avrebbe potuto vedere ed ammirare l'uomo sotto i sacchi.-
-Ma lì sarebbe stato più difficile per lui.- infatti sarebbe stato fermato prontamente dalle autorità, son così brave a fermare le persone.
-Partendo dal presupposto che non conosca questa persona, o queste person-
-Una, una e la conosco bene.-
-Okay una persona... Per metterla in quello stato deve aver avuto un sacco di tempo e pazienza. -
-Dice? - saranno bastate due righe pensandoci un po' su.
-È stato drogato Franz? -
-Non che ricordi...-
-Bene non mi dica niente, voglio solo provare a buttar giù delle ipotesi.-
De Janette è un tipo a cui piace fantasticare eh?
-La derisione è da escludere, non c'era nessun pubblico. Furto? Non avrebbe perso tempo a costruire quella piramide. Voleva ferirla? Nemmeno questo non avrebbe usato sacchi di iuta. -
Ed inspira un'altra volta.
-L'unica cosa che mi viene da pensare è che non la voleva far morire, le ha dato abbastanza spazio per poter respirare, per poter chiedere aiuto...-
-De Janette lei mi sorprende.- scherzo io.
-Oh non mi dica ancora niente, quindi una persona la rinchiude tra dei sacchi di iuta con l'accortezza di evitare di farle del male... mhh...-
Lo vedo spremersi le meningi, chiudendo gli occhi.
Io guardo il volante con leggero timore, fortunatamente non c'è nessuno e la strada è rettilinea.
-Questa persona è per caso sua moglie?-
Scoppia in una risata.
-Seriamente io ho tirato un diamante dal culo di un toro e ne ho viste di cose strane ma l'unico essere che potrebbe essere in grado di fare una cosa del genere è una moglie.-
Non so cosa dire.
Non dico niente.
De Janette scoppia in una risata.
-Sto scherzando Franz, sto scherzando.- e mi tira una pacca sulla spalla.
-Allora...- boccata -...qual è la realtà dei fatti?-
Io non so come dirgli qualcosa, se dirgli qualcosa.
Cosa posso dirgli che non sembri strano?
-Suvvia Franz.-
-E' una persona che mi ha rubato una cosa e oltre al danno ha voluto beffarsi di me diciamo.-
-E cosa le ha rubato?- mi incalza ancora De Janette.
-La moglie?- e ride di nuovo.
Io invece mi irrigidisco di colpo.
-Si'.-
Il riso dell'uomo di smorza un attimo.
-L'ha fatta morire.-
De Janette frena di colpo, lo stridio delle gomme sull'asfalto spaventa dei corvi che si alzano in volo.
-E' la verità?-
Mi accorgo che forse non avrei dovuto reagire così.
Maledizione come gliela vado a spiegare ora tutta la storia.
Comincio a sorridere, comincio a ridere.
-Ahaha...-
De Janette mi guarda senza capire.
Continuo a ridere di più
-AHAHAHAHAHA...- gli dò una pacca sulla spalla.
-LE PARE? AHAHAHAHAH-
De Janette capisce -AH STAVATE SCHERZANDO, AHAHAHAHAHA.-
E ci mettiamo a ridere entrambi in quella decappottabile in mezzo al regno dei poveri della morte di mia moglie per mano di Jona.
Le lacrime che cominciano a formarsi ai miei occhi vengono scambiate per lacrime da risa isterica.
Lui stesso stava lacrimando.
-Franz non lo faccia più, credevo di aver fatto una figura orribile...-
-Non si preoccupi.-
Non preoccuparti sì, è meglio.
-Mi è stata rubata una cosa a cui tenevo molto ed ora è un po' una sfida a ritrovarla. Mi ha fatto perdere tempo. -
-Ah quindi state giocando? - mi chiede stranito.
-Quindi ora andate a Maddeka a cercare questa persona. -
No, ma l'intenzione è quella di trovare Jona certo. -Più o meno...-
-Beh anche io mi sto dirigendo lì per trovare una persona...-
Rimette in moto.
-...uno sterco umano per la precisione...- la definizione mi sorprende.
-Uno sterco? -
-Sì esattamente, il nome di nascita di Hulio Leirera, quel traditore.-
-Hulio Leirera?-
-Si', non è che per caso lo conosci? Te che stai di Maddeka.-
-Non conosco mica tutta la città, cosa ha fatto questo Hulio?-
Intanto De Janette cerca in un vano dell'automobile qualcosa.
-Cosa ha fatto? Cosa non ha fatto semmai. -
-Mi ha abbandonato a morire quel pezzo di sua madre, eccolo qua guardalo.-
E mi tende una fototessera.
Io la prendo e la guardo.
Che mi venga un colpo.
Conosco benissimo questo viso.
-Ma è Rodri.-
Mi sfugge subito.
Quello nella foto è Rodri, ne sono sicuro.
Hulio Leirera?
-Rodri!?-
Guardo negli occhi De Janette...
Perché sta cercando Rodri?
Perché lo chiama Leirera?






I corvi volano di nuovo.






-Non riesco a capire come possa funzionare la cosa. -
-Non riesco proprio a capire come fate a comunicare.-
-Ma te l'ho già spiegato, lui prende il diario e poi dovrebbe mettersi in contatto con la nostra parte.-
Dara mi guarda con fare scocciato, ma in modo quasi divertente, non troppo serio.
-Non è quello che sto chiedendo.-
E cosa stai chiedendo su, muoviti a dirmi, penso tra me e me.
-Quando scrivi di lui dovresti anche immaginare le sue risposte no?-
-Non solo le immagino, le scrivo.-
-Ma allora non fanno parte del suo volere, sei tu che controlli le risposte in questa maniera.-
-Beh in effetti essendo io quello della parte reale, possiedo il controllo di ciò che dice e fa.-
La vedo avvicinare la sedia alle sbarre.
-Ma seguendo la logica della storia che stai scrivendo anche lui prende il controllo su di te?-
-E' esattamente così.- le faccio io stiracchiandomi un po', sono abbastanza stanco e nonostante sia su un letto di cemento vorrei sdraiarmi.
-E allora perché non è presente la parte di racconto in cui lui controlla te?-
-Perch..-
Devo ricordare che Dara non può capire le cose come stanno realmente, probabilmente pensa ancora che sia una storia inventata e basta.
O meglio, una storia in cui io avrei avuto un sacco di informazioni sul conto di suo marito e che ho raccolto tutte in un mio diario.
L'immagine di uno stalker con qualche problema mentale, un fan troppo accanito magari.
Eppure lei a volte sembra unire a questo suo atteggiamento un alone di credenza.
Sembra che lei creda alcune cose che dico.
E si atteggia e compie azioni che sembrano palesemente un'accettazione di ciò che affermo.
Mi scrive le pagine di diario...
La vedo alzarsi ed avvicinarsi alla serratura.
-Quindi? Oppure come se consideriamo solamente le cose scritte qui relative a lui, sembra che ci sia scritto tutto: descrizioni, azioni, dialoghi...-
-Non pensieri, non ho scritto suoi pensieri. Quelli se devono esistere esistono solamente nella sua parte...-
La vedo muovere una chiave nella serratura ed aprire.
-...o se li scrivessi credo che non avrebbero valenza, sarebbero come invisibili. Ecco perché mi serve sapere e conoscere un po' nel dettaglio la situazione in cui si trova prima di poter descrivere qualcosa. -
Dara è entrata nella cella e si è seduta di fianco a me.
-Non puoi scrivere qualcosa di totalmente fantastico? Fantasioso? -
Abrogare le leggi della realtà?
Non credo che si possa fare, rischierei inutilmente di mettere a rischio la mia vera realtà.
-Blend...- mi interrompe di nuovo Dara -...pensi che sia possibile per te cambiare il nome di Franz in qualcos'altro? -
Che domanda è? La guardo confuso
-In che senso? -
-Nel senso che vorrai pubblicarlo questo libro no? Questa storia. -
Pubblicare la mia lotta contro Franz e cambiargli nome nel contempo?
-Non vorrai mica lasciarlo così, non avresti i permessi per farlo in primo luogo.-
In effetti ha ragione, se volessi veramente pubblicare la mia storia dovrei prima chiedere i permessi a Redvik.
Come se me li darebbe.
-E poi vuoi veramente fargli pubblicità?-
Dara mi strizza l'occhio -Perché' invece non cambi nome e scrivi un'opera con me?-
Dara?
Che sta dicendo all'improvviso?
-E' che ho solo voglia di ferirlo almeno nell'orgoglio, l'unica cosa su cui potrei vendicarmi è la scrittura.-
-Ma non ho buone idee di solito.-
Dara vuole scrivere un libro con me?
Sto capendo bene?
La vedo sbuffare.
-Bene Jona, è ora che io vada, ti lascio il diario.- e lo poggia sul letto.
Non aveva mica detto che non aveva nient'altro da fare se non stare qua a "studiare il caso"?
Si alza e riesce dalla cella -Ci sono telecamere e agenti qui, non fare cazzate.-
-Non voglio perdere un possibile socio.-
Sento i suoi passi allontanarsi.
Le cose stanno andando un po' troppo velocemente.
Dara che vuole scrivere, io che riesco a tenere vicino a me il diario, il possibile ritorno al controllo totale su Franz.
Troppe cose a cui pensare.

Ma mi rannicchio per dormire.

You Aren't RealUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum