The Fault

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- Non ti metteresti a imitare il suo stile se sapessi veramente quello che è successo.-
Vedo L scuotere la testa con forza, la vedo guardarmi, la vedo alzarsi per l'ennesima volta da quella sedia.
È il putiferio, le grida della gente sono frastornanti.
La luce degli schermi disturbanti.
I giudici della Corte continuano a sbattere con forza coi loro bastoni per riportare la calma.
Ma vogliono veramente provare a tenere a bada tutta questa gente?
Mi giro e finalmente riesco vedere qualche viso.
Sento i loro occhi su di me, sento qualche parola nei miei confronti.
Uno seduto abbastanza vicino a me mi fa segno con la mano, è il segno della vittoria - Redvik finalmente si farà giustizia!-
Ma di che giustizia parlano?
Poi indica B come a dire "Per lui è finita."
Finita?
No, non può finire così.
Non è la giustizia che voglio.
Sono io che deve essere punito, non lui.
Lui non esiste.
-Ti sei imbambolato di nuovo Franz? Devi smettere di divagare per i fatti tuoi.-
Quel tipo parla ancora.
B parlerebbe veramente così?
-Devo continuare a parlare Franz, smettila di ignorarci tutti.-
No B non saprebbe nemmeno parlare, è un bamboccio.
Un bamboccio di campagna.
-No, vorrei continuare io.-
Ha parlato L.
-Non è il tuo turno.- le risponde l'altro.
- Blend lei vuole raccontare una vicenda che riguarda specialmente me.-
Dà del lei a suo fratello?
-Specialmente te?? Tu non eri nemmeno presente quando è successo, sei arrivata dopo.-
Quando è successo cosa?
Di che stanno parlando?
No.
Non devo farmi confondere.
Non è reale, tutto quello che stanno dicendo non è reale.
È tutta una finzione per farmi credere che B esista.
Per rendermi pazzo.
Ma perché dovrebbero farlo?
-La Corte approva che venga data parola a Laure Blend.- annuncia George.
I bastoni continuano a picchettare, il finto B continua a lamentarsi.
Poi Laure si schiarisce la gola aspettando che la platea si calmi.
Passa qualche attimo.
Ora mormorano tutti aspettando che lei parli.
Lei chiude gli occhi, inspira.
-Avevo appena saputo che Jona sarebbe stato rilasciato il giorno stesso e...- mi guarda -E venni sopraffatta dal panico...-








Sono un uomo finalmente libero.
Mi sono rimesso i miei pantaloni, ma mi sono dovuto procurare una camicia nuova.
Le maglie che avevo a disposizione in Centrale forse per questa occasione non sono il massimo dell'eleganza.
Quindi stamattina ho potuto girare Maddeka libero per la prima volta.
All'inizio mi ero ricordato del perché volessi venire in questa città.
Volevo raccontare la mia storia a qualcuno.
La storia di come all'improvviso un mio personaggio avesse preso piede nella mia vita.
Ma avrebbe avuto senso?
In questo momento mi sto avviando verso il luogo stabilito, dalla stanza d'hotel che mi è stata momentaneamente assegnata ci dovrei mettere qualcosa come cinque minuti di bus.
Ed ora infatti aspetto.
La gente mi guarda in modo strano, non hanno mai visto un ragazzo vestito in camicia nera?
Oh.
Ecco il bus.
Faccio passare il biglietto davanti lo scanner e mi dirigo al sedile libero abbastanza vicino alle porte d'uscita.
Uscire dalla Centrale è stato semplicissimo.
Ho dovuto solamente firmare un foglio e credo sia stata la stessa cosa per Dorothy.
Anche se... Presumo quando Dara le ha presentato la proposta lei l'abbia insultata parecchio.
Anche se in realtà in quel momento io ero impegnato a pensare ad altro.
"Che cazzo stai dicendo?"
"L'hai scopata a libera ruota, cosa non capisci?" Laure mi guardava male. Mi stava odiando in quel momento.
"Ma lei non mi ha detto niente."
"Chissenefrega, devi riuscire a farla abortire"
"Ma perché!?"
"Come perché? Sei stupido? Devi dileguarti Jona, devi diventare invisibile."
"Ma Franz non ci scoprirà mai."
"Jona non è Franz il problema. Il problema è Dara stessa."
Per me ovviamente non era vero "Tu mi vuoi bene vero? Ci vuoi bene?"
"Ma se nemmeno mi ricordo di te."
Avevo riso.
Lei mi aveva tirato uno schiaffo.
"Vuoi bene alle nostre mamme?"
Il formicolio della manata sulla guancia era doloroso.
Ma alla fine le avevo risposto di sì.
Non potevo negare una cosa del genere e so che se loro scoprissero di quel fantomatico piano e venisse a galla che loro figlio, Jona Blend, ha ucciso una persona...
Ma l'ho uccisa?
Poco dopo Dara era ritornata per potermi farmi firmare i moduli e riportare all'Hotel.
"Quindi sei sicura che vuoi dire tutto a Franz?"
Lei aveva fatto una faccia triste, era visibilmente combattuta.
Ma aveva annuito.
E l'avevo abbracciata "Dara stai bene?", le avevo chiesto all'improvviso.
Lei aveva tremato, si era staccata da me e aveva parlato.
"Sì, sì con te si sta benissimo."
Ma i suoi occhi dicevano tutt'altro.
Il cerbiatto stava scappando.
Oh, la mia fermata.
Ha fatto velocemente il bus, forse perché tutti pensano sia meglio chiamare un'auto e farsi portare.
Ho evitato apposta di farlo, tanto sarebbero stati tutti occupati.
Dara mi aveva dato anche un biglietto per la conferenza.
A quanto pare questa conferenza o premiazione ha un sacco di affluenza.
Ma siamo a Maddeka, la città degli scrittori.
No ma questo è un sogno.
È un brutto sogno.
Non posso star entrando ad una conferenza di Franz.
Del mio Franz.
-Cosa c'è da ridere? - mi chiede il controllore.
-No, niente mi scusi. -
Io non dovrei ridere, dovrei piangere.
È tutto un delirio.
Tutto irrealistico.
Io che cammino su un tappeto rosso...
Che cammino guardando quelle rifiniture in oro sulle pareti.
Che vado al posto indicato dal mio biglietto.
Che vedo Dara salutarmi in prima fila, non dirmi che il posto è quello di fianco a lei.
Controllo di nuovo.
Sì.
È quello.
È tutto troppo sbagliato.
-Hey stai bene in camicia.-
Le sorrido, mi siedo.
Non mi sento a mio agio.
Ma perché ha voluto mettermi di fianco a lei?
Poi in prima fila!
No, non va bene.
- Sai dov'è il bagno? - le chiedo nella speranza di andarmene via.
Ma le luci si abbassano.
-Perché nulla è reale!! -
La mia mente si blocca.
È arrivato sul palco ed ha parlato.
Franz.
Franz Redvik.
Lo guardo fare una pausa aspettando che gli applausi calino.
- Così ho voluto intitolare il mio nuovo libro, gentilissimi signori e signore...-
I miei pensieri si bloccano all'improvviso.
Aspetta un secondo...
- Jona il bagno è di là. -
- No fa niente. -
Aspetta un attimo.
-...che oggi avete deciso di perdere una serata preziosa per poter ascoltare un pazzo come me!-
Ma io, ma io conosco questa frase.
Il pubblico sorride.
No.
No, non c'è niente da sorridere.
Guardo Dara.
Ma lei non si ricorda niente?
- Infatti, rileggendo il discorso che ho preparato per questa occasione speciale... -
Ha tirato fuori un foglio e lo agita.
-...mi rendo conto di avere creato, elaborato, qualcosa che io stesso definirei da pazzi: pazzesca...-
Non può essere...
-...e voi giustamente...-
Queste frasi...
Mi tremano le gambe.
Mi tremano le mani.
-...mi potreste chiedere del perché io dica queste cose.-
Queste frasi sono quelle che ho scritto io...











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