Confronting

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Dara è in piedi e si passa nuovamente una mano sotto l'occhio.
La situazione è problematica, probabilmente rischio di nuovo di perdere il contatto con Franz.
Chissà di che staranno parlando lui e Dorothy.
Se solo quella Dorothy fosse la stessa che conosco io: potrebbe raccontargli tutto.
Dorothy, sorella di Dara, mi chiedo cosa comporti lo scrivere di lei nella parte di Franz.
Anche se in verità quella sarebbe la sua parte originaria, da dove Franz l'ha probabilmente presa e trascritta nella mia annullandone la realtà.
Ma Dara, Laure e tutte gli altri personaggi?
Non è stato Redvik a inserirle nella mia storia.
Anzi ora personaggi che ho creato io cominciano ad avere un peso molto più imponente nella mia parte.
Laure: la ragazza che ho creato per poter tormentare Franz nei primi capitoli ora non solo si trova con me, ma dice di essere mia sorella.
Ma questo vuol dire che mia sorella non sia reale?
Se dovessi pensare in maniera semplice accettando ciò che mi viene offerto dovrei dire che ormai la linea di demarcazione tra ciò che è reale e ciò che non lo è non esiste più.
Io ormai sono circondato da persone che non dovrebbero esistere.
Ho addirittura incontrato chi devo e voglio abbattere: Franz.
Ma io non riesco a interpretare in maniera banale, è impossibile che io abbia creato personaggi che invece paiono reali.
E se assumo questa convinzione non mi resta che alzare lo sguardo e parlare con il nulla chiamato Dara -Quindi ora che vuoi fare?- perché di nulla si tratta.
Deve essere per forza un gioco della mia immaginazione, un po' come quando uccisi a suo tempo la Romley.
Io l'ho uccisa, ma non era reale.
Non esisteva nessun corpo.
E volevo venire qui a Maddeka a farmi controllare, magari stavo cominciando ad avere allucinazioni.
Allucinazioni come quella di Dara che mi risponde ora - Credo sia il momento di andare a parlare con lei.-
Annuisco, sì in fondo non possiamo permetterci di non confrontarci con lei.
Quella allucinazione è la ragione... anzi no... è ciò che sembra essere la ragione per cui io mi trovo qui.
Perché non sono reali.
Mi ricordo di come avevo descritto quel ragazzo della storia di Franz, il ragazzo che credeva che tutto fosse finto, che non credeva ai propri occhi, ai propri sensi.
Quanto mi ricorda me in questo momento.
Sono riuscito a prevedere la mia condizione attuale.
Sorrido tra me e me mentre Dara mi fa da guida per andare da Dorothy, è tutto così deplorevole.
Perché mi sto facendo trascinare in questa storia di mariti irreali che tradiscono le loro mogli con le loro sorelle?
A me cosa dovrebbe fregare?
Perché sto ad ascoltare una donna che mi dice che io avevo un piano diabolico per cui ho ucciso?
Quali prove mi ha dato al riguardo?
Nessuna.
Solo parole riposte nel ragazzo che non crede a ciò che vede, a ciò che sente.
Finalmente ci troviamo davanti alla cella di Dorothy che comincia a gridarci addosso aggrappandosi alle sbarre e sbattendole.
Io mi ero detto che avrei continuato a seguire questa farsa solamente per riuscire ad arrivare a Franz, a dimostrare che non è reale.
Ma è veramente necessario stare qui come un idiota ad aspettare che la mia vita si riempi di allucinazioni?
-Tu lurida puttana fammi uscire da qui.-
Dara e Dorothy si stanno guardando negli occhi, sono vicinissime.
Una dentro la cella, l'altra fuori.
Se non ci fossero tutte le cose irreali io in che situazione mi ritroverei?
Sarei in Centrale per quale motivo?
Per essere stato mandato dalle mie madri qui dopo l'incidente del treno.
E allora perché sono così libero di camminare dove voglio?
Se Dara non è reale, la vedo sferrare un pugno in pancia a Dorothy -Qui la puttana sei tu.-
Okay questo pugno sembrava abbastanza reale.
Dorothy si è accasciata a terra agonizzante.
-Dara ma...-
-Ladra di mariti, se solo potessi te lo strapperei quel cazzo di contenitore che hai in corpo.-
Mi sono perso a pensare troppo con me stesso, non mi sono accorto che Dara ha accumulato rabbia che sta rilasciando ora su Dorothy.
-Quel contenitore di merda...-
-Solo perché tu non hai figli ed io sì non vuol dire che sono una puttana.-
-MA DI QUALE FIGLIO PARLI?-
Dorothy ammutolisce all'improvviso.
-Vorrei ricordare.- dico io citandola.
Lei si gira verso di me, guardandomi malissimo da terra.
-Grazie Jona, mi hai ricordato che ho fatto controllare tutte le ricevute ed esiti dei suoi esami medici...-
Dorothy si rialza a fatica in piedi, tenendosi il bacino.
-Contenta di aver trovato che ogni esame che ho fatto per vedere se fossi incinta è risultato negativo? Forse con il tuo amato Franz non ho fatto niente.-
-Puttana non avresti avuto motivo di fare quegli esami, non avresti avuto motivo di continuare a parlare di quel bambino, non avresti avuto motivo di portarmi via Franz per quei pomeriggi, non avresti avuto mot...-
-Sei tu che sei tanto impegnata a lavorare qui in Centrale sorella cara, non è colpa mia se i pomeriggi di Franz sono un po' liberi.-
Dara stringe i pugni, io non so cosa fare, non so praticamente nulla al riguardo.
Anzi, più sto in silenzio magari più informazioni riesco a ricavarne.
-Dorothy io ti odio.-
-Mi odi per nulla, il mio bimbo non so nemmeno dove si trovi, non ricordo di averlo partorito, ma so di averlo.-
-Dorothy non potevi sceglierti un altro uomo? Uno...- gli occhi di Dara si riempiono di lacrime che cominciano a rigarle il volto.
Passarsi le mani in viso ormai non basta più -...uno qualsiasi, a Maddeka ci sono tanti uomini. Perché vuoi rubarmi il mio?-
-Io non voglio rubare niente.-
-Si okay è Franz che vuole scopare con te e basta... sì okay. Devo credere a questa cosa?-
-Ma non è abuso di potere questo?-
Dorothy si rivolge a me.
Io non rispondo, ci pensa direttamente Dara - Hai provato a sparare a Jona.-
-Ovvio che ci ho provato, avete assaltato casa mia, mi è arrivato di fronte l'uomo che ho denunciato, che mi aveva spaventata a morte. Come dovevo reagire? -
-E non hai tenuto conto di me?-
-Io credevo che tu mi aiutassi, non che aiutassi lui.-
-Io non lo sto aiutando.-
-E allora perché è lì fuori con te e non in cella come me?-
-Lui non ha cercato di sparare nessuno.-
-No Dara, so benissimo che ti vuoi vendicare su di me.-
Dara deglutisce, ha cominciato a controllare meglio il suo pianto: ora è più calmo.
-So benissimo che vuoi vedere se Franz verrebbe per me...-
-Continua.- le comanda Dara.
-Ma rimarrai delusa, non verrà mai per me.-
Il suo tono è di totale sfida nei confronti della sorella.
-Non ne ha il bisogno e comunque sono sorpresa di quanto tu creda stupido tuo marito.-
-Fino a quando non lo vedrò non ci crederò.-
-E quanto vorresti tenermi qui aspettando di cogliere Franz?Eh? -
-Non ti interessa.-
-Ma ti senti?-
-Tu hai iniziato a parlare di quel bambino, perché hai iniziato?-
Dorothy spalanca gli occhi - Ancora. Non lo so Dara, non lo so, non ti è mai capitato di pensare di avere qualcosa che poi non c'era?-
-NON UN FOTTUTO BAMBINO!-
In effetti ha ragione Dara, chi si sbaglierebbe per una cosa del genere?
-Perché non arresti tuo marito allora direttamente? È lui che mi avrebbe ingravidata no?-
A queste parole Dara impallidisce.
E come se improvvisamente tutta la sua rabbia fosse stata improvvisamente ricanalizzata si gira e dando le spalle a Dorothy si incammina lungo il corridoio bianco della Centrale.
Cammina in modo strano, boccheggiando.
Ma la sua camminata determinata da quello che credo sia un misto di rabbia, tristezza e delusione sono la cosa che meno mi stupisce non appena sento le sue parole.


















-Vaffanculo tu e Franz.-

You Aren't RealWhere stories live. Discover now