Assault

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Dara suona il campanello.
-Ma la prenderà da sola?- chiedo sottovoce.
Capisco che il piano consista nel farle fare la mossa sbagliata, ma l'arma gliela portiamo noi, come gliela diamo in mano?
Vedo una tenda muoversi leggermente al piano terra come se una leggera brezza l'avesse appena colpita.
Certo, come no.. una brezza dentro casa.
-Non preoccuparti di come gliela daremo, se la prenderà da sola. Tu..- suona di nuovo il campanello -..tu solamente cerca di cadere a terra dopo che le avremo parlato.-
-Così son più facile da beccare?- dovrei preoccuparmi maggiormente riguardo a ciò che mi potrebbe accadere.
-Più o meno.- vedo che occhi di cerbiatto si sta spazientendo, suona di nuovo il campanello.
Nessuna risposta.
-Sei sicura sia a casa?- potrebbe benissimo essere ritornata nel suo boschetto.
-L'hai vista anche te la tenda muoversi, e sono sicura che in casa non ci sia affatto corrente. E' lì.-
Si ok, può essere dentro casa ma se non ci apre come dovremmo fare?
Se fosse solo per me, io entrerei direttamente per poter cercare il diario, anche se dubito potrei trovare facilmente.
La figura femminile che avevo a fianco comincia a muoversi: sta scavalcando il cancelletto.
-Che stai facendo!?- le grido quasi dietro, che minchia le è preso adesso?
-Sto entrando.- risponde semplicemente lei.
-Ma non puoi entrare così, non serve un mandato? O una qualsiasi cosa, che poi tu non sei nemmeno un poliziotto, sei un avvocato!-
-E quindi?- come e quindi?
-Sono sua sorella prima di tutto. Cosa me ne dovrebbe fregare di mandati e non mandati. Sono qui solo per trovarla...- è ormai dall'altra parte e mi guarda -..su vien di qua.-
-Normalmente non si va a trovare i parenti senza avvisare..-
-Scusa ma se stesse male?- Non avrei mai creduto che una donna come lei potesse trovare tante scusanti per il suo operato.
-Eccomi.-
-Alla buon ora, mo sbrighiamoci prima che chiuda la porta.-
Ci incamminiamo, il profumo dei fiori bianchi mi investe, è un odore buonissimo e delicato.
-Dovrebbe chiudere la porta?-
-Secondo te una persona che non ti ha aperto e vede che tu stai entrando ugualmente lascerebbe la porta di casa aperta?-
-Beh.. credo di no.-
-Non sei così stupido allora..Corri!-
-Cosa!-
Dara prende a correre per il vialetto diretta verso la porta bianca, comincio a correre pure io.
-EHY SORELLINA!- arriva al portone, sento un tonfo, io sono rimasto dietro, è stata troppo veloce.
-MA SEI UNA PUTTANA!- quella voce.
-EHY SORELLINA! Come mai non apri?- arrivo finalmente anche io al portone.
Dorothy è riversa a terra, probabilmente è stata buttata indietro quando Dara si è buttata sull'uscio.
-MA SEI UNA PUTTANA, CHE CAZZO FAI?-
-Sei proprio maleducata, perché' non mi rispondi?-
-Fottiti.- si alza e mi vede, vedo subito del disgusto e paura nel suo sguardo.
-E lui che cazzo ci fa qui?-
-Lui?- comincia Dara quasi scherzando -Lui è qui con me per chiarire qualcosa sulla tua denuncia.-
-Fuori da casa mia.-
-Mi spiace ma quando t'ha aggredito tu ti trovavi nella mia casa nel bosco.-
-Non mi interessa, fuori, ho paura di lui.-
-Perché?- mi intrometto -Perché hai paura di me?-
-Perché sai troppe cose.-
Ma che cosa so? Del suo fantomatico bimbo?
-Ma se sei stata te a dirmi del bambino.-
-FUORI DI QUI!-
-Calmina sorella, è sotto la mia sorveglianza, non può far nulla. Voglio sapere cosa è successo per bene.-
Mi prende all'improvviso da dietro, sento le braccia strettissime nella sua presa, fa male cazzo, i polsi bruciano.
-Cosa cazzo!?- che sta facendo Dara?
-Ho già detto tutto, è scritto negli atti cosa ho denunciato.- dice fermamente la donna che ho di fronte.
-Certo ma che accusa è essere molestati per aver detto la parola bimbo?-
Sì ma allenta la presa, perché' devi tenermi così?
-Sai benissimo di che bimbo parlo.-
-No, non so nulla. Che bimbo è?- una nuova fitta di dolore, la sua voce è appena cambiata, sembra esser più dura.
-Lo sai, te ne ho già parlato.- continua Dorothy.
Sento qualcosa di freddo nella mia mano, cosa sta facendo là dietro? Non riesco a percepire bene le cose, il dolore sovrasta la sensazione tattile.
-No. Io so solo che è un bambino che non esiste.-
Quindi anche Dara la pensa come me o sta solamente fingendo per farla arrabbiare?
Il volto di Dorothy si rabbuia -Andate via.-
-No, non ce ne andiamo, al massimo vieni tu in centrale con noi a discutere.-
-Non ti permettere mai più.-
Altra stretta su di me, perché' deve riversare le pene sulla mia persona? Che ho fatto di male ora? Riesco solo ad ansimare e non a protestare.
-Non ti permettere mai più cosa?-
Le due donne in questo momento fanno quasi paura, ed io sono in mezzo a loro.
Ripete scandendo le parole più lentamente e mentre si avvicina altrettanto in modo lento verso di noi.
-Non..
Dara sta muovendo la mia mano destra attraverso la sua presa, ma come fa?
-..ti permettere mai più..-
Si avvicina sempre ancora con quello sguardo d'odio.
-..di dire che non esiste.-
E' a due palmi da me.
Guarda me e attraverso me con la rabbia negli occhi.
Non passa un attimo che Dara mi tocca il collo, me lo pizzica cazzo, fa male, urlo.
-CHE STAI FA..- vengo spinto con un forte colpo alla schiena in avanti, mi manca il fiato, finalmente le mie mani sono libere, ma non riesco più a sentire i polsi.
Guardo il volto di Dorothy riempirsi di spavento.
Perché dovrebbe spaventarsi ora?
Mi guardo la mano destra mentre cado in avanti, maledetta donna.
Ho la pistola in mano.
-ATTENTA!- grida Dara a sua sorella.
Non riesco a sentire le mani, non riesco fottutamente a sentire le mani, se cado il grilletto verrà premuto.
Voglio gridare ancora nel tempo che mi rimane ma quel colpo alla schiena mi ha tolto completamente la possibilità di parlare temporaneamente.
Voglio fare qualcosa ma non riesco.
Sto per cadere.
Dara si butta su di me, guardo il dito andare sul grilletto mentre vengo scaraventato via, sento il colpo partire.
Dorothy si è buttata da un'altra parte, il colpo va a rompere alcuni vetri di mobilio, si sente un immenso fracasso.
Cado finalmente in avanti ad un passo dai pezzi di vetro, Dara poco più affianco a me che cerca di riprendermi.
-Dorothy stai bene??- no vaffanculo non posso credere che stia alla parte così bene.
Mi accorgo solo ora che la pistola mi è scivolata dalla mano.
L'ha presa Dorothy.
-Dorothy no.- sento dire Dara.
-Vi avevo detto di uscire..-
-Dorothy non farlo.-
-Vi ho pregato di uscire.-
-Hey..- Dara si alza senza muoversi troppo in fretta, come per tranquillizzare la sorella.
Io non riesco a muovermi, non mi sento le mani.
-Vedrete chi non esiste.-
Vedo spaventosamente l'arma puntata verso di me.
-NO!- mi copro la testa, sento del movimento veloce , sento calore, sento il suono dello sparo.
-NO!!- Dara si e' buttata su Dorothy, guardo il sangue scorrere sul mio braccio.
Me lo ha letteralmente sfiorato superficialmente, ma il dolore che provo è immenso.
Dara che cazzo hai nella testa?

Brucia troppo, voglio gridare ma non posso.
-PERCHE' LO HAI FATTO DOROTHY?- sembra essere così sincera nel chiedere quelle cose.
Sento un pianto sommesso.
Di chi e'?, e' il mio o quello di Dorothy?
E' il nostro.
Dara ritorna da me e mi sussurra.
-Ed ora ho anche una scusa per farti stare tre mesi dentro.-
Cosa?
Che cosa le serviva?
-Non essere sorpreso, mi serviva un modo per far stare lei dentro ma mi serve anche qualcosa di concreto da presentare alla Corte per farti stare tutto quel tempo la. E credi che la Corte non sappia che l'uomo del treno non si sia suicidato?-
Io non riesco a parlare, vorrei mandarla a morire.
Ma non ce la faccio.
-Ora abbiamo due tentati eseguiti tra voi due.-
Mi osserva il braccio -Almeno non senti dolore alle mani.-
Mi guardo le mani.












Pezzi di vetro nella carne.    

You Aren't RealWhere stories live. Discover now