Real Memories

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Ogni volta che una persona dice qualcosa, un semplice saluto per iniziare una conversazione, emette nel mondo la sua informazione.
Ed il mondo la riceve.
"Ciao Franz", potrebbe dire
"Ciao Franz, come stai?"
E l'informazione vaga per il mondo; dapprima dalla bocca della persona alle orecchie di Franz, poi dalle stesse labbra di quella mentre racconta ad altri la propria giornata, "sapete, oggi ho incontrato Franz..." "come sta?".
L'informazione vaga nel mondo e genera nuovi spunti per ogni elemento che l'ha ricevuto.
Una specie di effetto farfalla, solamente che l'effetto non si compie dall'altra parte del mondo con la distruzione di città, uragani o quant'altro.
No, si compie nell'immediato, come una ragnatela a circondare il diretto interessato, o per meglio dire i diretti interessati.
Ogni singola parola lega persone vicine, ma i racconti di quelle vanno oltre, andando a creare un continuo gioco di informazioni che si legano e proseguono a legarsi: "ho incontrato Franz un sacco di tempo fa sai?".
Il mondo è fatto di informazioni legate.
L'importanza di queste ultime dipendono solo a chi viene riposta, coloro a cui effettivamente può interessare possono essere i conoscenti più intimi, i vicini, gli ammiratori; mentre coloro che sono lontani dalla sfera dell'interesse potrebbero trovare quell'informazione come superflua, inutile, di poco conto.
Eppure tutti sono legati da queste informazioni, non ci sarebbero comunicazioni senza il passaggio e la creazione di queste reti invisibili, non ci sarebbero modi dire che si diffondono, idee che prendono piede nelle menti delle persone, gelosie che accecano altre ecc. ecc.
La realtà non esisterebbe senza passaggio di informazioni.
O meglio, la realtà sarebbe solamente statica, inutile come un involucro vuoto, che non adempie al proprio compito e rimane solamente... vuoto.
Ma c'è una regola del e nel mondo.
Le informazioni rimangono all'interno del mondo, non lo superano, non ne escono.
Come la luce corre ai confini dell'universo senza raggiungerli, l'informazione viaggia per il reale da lei creata senza mai allontanarsene.
Ma quando nel mio mondo, l'informazione esce dal mondo stesso e si rivela essere completamente errata, allora qualcosa non va.
L'amore di Franz nei confronti di Dara era intoccabile, indissolubile, era la luce dell'universo da me creato.
Dara mi dice una cosa semplice, lui non la ama
Un'informazione semplice che cambia tutto l'assetto del mio mondo, lo distrugge, lo ribalta.
Almeno nella mia testa.
Le fondamenta della storia si vanno a modificare... se Franz non continua ad esistere nella sua non esistenza per l'amore per la donna amata.
Per cosa continua adesso?
E poi come faccio io a non essere consapevole di questa cosa, una delle più basilari ed importanti.
Sono un dio che non si accorge della mela mangiata?
E dire che la mela l'ho posta io e che l'arbitrio di Franz è condizionato da me.
-Quindi non mi sorprende che mi abbia uccisa nel tuo racconto.-
La sua voce non è tranquilla, è triste.
Ora comincio a capire alcuni suoi atteggiamenti.
-Tu hai scritto il nome di Laure, eppure è da lei che sei andata a lamentarti di lui.-
Scoppia in un riso melanconico.
-Sì sì, ma non è di lei che mi preoccupo, non è lei che lui ama.-
Ma se l'hai messa a letto con lui nella storia.
-Lei lo ammira più che altro, l'ha aiutata molte volte in passato.-
-E allora Franz ch-
-Dorothy.-
Mi fermo a riflettere.
Dorothy?
Perché' dovrebbe amare lei?
Una ragazza che è praticamente quasi uguale a Dara poi.
Gli dovrebbe piacere il suo carattere?
-Ecco perché la odi.- affermo.
-Già'.-
Il silenzio cade tra di noi.
La realtà ha mutato il mondo ed il mondo si è mutato in realtà.
Eppure la cosa non ha senso, Franz non può amare Dorothy.
Gli ho fatto fare tutte quelle cose solo per ricordare un po' Dara.
Ed ora Dara mi viene a dire che quell'uomo non la ama.
E se fosse relativo?
-Sai...- Dara interrompe il silenzio.
-Mentre leggevo la tua storia quasi credevo voi foste amici, foste in confidenza.-
-Perché?-
Indica i fogli a terra -Erano presenti passaggi che solo io e lui conosciamo, e che una persona esterna non avrebbe mai potuto conoscere...-
Beh evidentemente li conosco perché vi ho creato io.
-...quindi ho pensato che magari foste amici, che lui ti raccontasse le cose che gli succedevano.-
Io non so nulla di Dorothy.
La mia espressione è eloquente, Dara capisce.
-Ad esempio quale passaggio?-
Dara si irrigidisce.
-Stavamo a casa nostra, pioveva.
Lui doveva fare delle prove per una delle sue conferenze ed io ero lì con lui.-
Comincio a cercare nella mia mente a quale momento faccia riferimento.
-Parlavamo del più e del meno, di come non saremmo più andati a mangiare fuori per via del tempo e altre cosette.
Ma lui era distratto, chiaramente pensava ad altro, pensava solo alle sue storie magari.
Ma no, non poteva pensare solo alle sue storie ed io ero nervosa in quel momento.
"Secondo me la storia di Dorothy spezzerà cuori" gli dissi nominandola.-
L'acqua scorre, ho capito a cosa si riferisce.
-In passato avevamo già parlato della cosa, e lui ogni volta a negare tutto, a dire che stavo farneticando, ma mai, mai una volta a rassicurarmi.
Mi trattava da pazza.
Disse qualcosa, ma era chiaramente arrabbiato.-
Si mette a ridere di nuovo mentre io sono affascinato dal suo racconto, la mia storia è stata messa in opera.
-"Ma io non sono mica reale" gli dissi.
Lo tirai verso di me con forza, non pensavo di averne tanta in corpo, ma in quel momento ero arrabbiata, nervosa e ancora una volta lui voleva evitare l'argomento.
Avevo un piccolo coltello da cucina in mano, avevo cucinato una cosa per me poco prima e avevo perso la testa in quel momento.
Per poco non mi squartavo da sola il ventre.
"Tanto non conto nulla per te no? Hai lei ad aspettarti"
Lui mi guardò schifato e spaventato.
Schifato di come io pensassi a Dorothy dopo che quasi gli avevo fatto conficcare una lama nella mia pancia.
Spaventato da come appunto ci fossi andata vicino.
Buttò il coltello a terra, ed uscì fuori sotto la pioggia, come per cercarsi di lavare via quel momento.
Io...- la vedo alzare lo sguardo verso di me, ha gli occhi umidi.
E guarda nei miei di occhi.
-...ed io mi accasciai a terra, a piangere di fianco la lama.
Credo che mi addormentai lì.-
Un sorriso finto -E sempre di più il mio odio verso mia sorella è andato ad aumentarsi.
Mi stava rubando il marito... Mi sta rubando il marito.-
-Per questo non capivo, era stato un episodio nostro, te lo ha raccontato lui?-
So quale risposta darei e non la soddisferebbe, ma voglio prima avere un'informazione fondamentale.
Voglio ampliare la rete intorno a me anche se non credo che dovrò andare a dire ad altri ciò che mi interessa.
-Più o meno, ma te come fai ad essere sicura che ci sia Dorothy e che lui la ami?-
Il sorriso finto scompare, sembra voler sputare ma si trattiene.







-Per il bambino, quel fottuto bambino.-

You Aren't RealWhere stories live. Discover now