Listening

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-Tutto bene Jona? - mi chiede Dara vedendo il mio sguardo assonnato.
Mi desto dai miei pensieri.
Cerco di balbettare qualcosa -Ehm... sì, tutto bene. - devo dire qualcosa di sensato -...Ho bisogno del bagno...-
Laure si alza -Oh, allora ci sono tre bagni, quello più vicino è lì in fondo alla porta a destra. – mi fa indicando con il dito una piccolo corridoio dietro le loro postazioni.
Il fatto che le pareti di sto piano siano tutte in vetro mi preoccupa, e se anche il bagno è allo scoperto?
-Sicuro di sentirti bene?-
Annuisco mentre mi avvio, Occhi da cerbiatto sto benissimo, non preoccuparti.
Arrivato in bagno mi chiudo a chiave, finalmente solo.
La stanza è ampia e ben illuminata, fortunatamente le pareti ci sono e non sono di vetro, son coperte da delle piastrelle rosate, mentre quelle dl pavimento sono bianche, come il latte.
C'è una vasca grande abbastanza da farmici entrare credo, ma io punto al gabinetto.
Mi abbasso i pantaloni, spero di far centro e non sporcare tutto, mi dispiacerebbe dover insozzare questo posto così curato.
Mi soffermo a guardare delle greche sulle piastrelle delle pareti, somigliano molto a quelle dei libri di Storia, quelle dei popoli antichi.
Boh, una delle prime cose che si studiano da bambini.
Faccio cadere le ultime gocce, devo dire che mi ci voleva, non mi ricordo l'ultima volta che ho pisciato.
Forse qualche volta nei momenti più critici me la son fatta sotto.
Quanto vorrei che Franz mi desse un cambio d'abiti, sarei contento delle sue azioni per una volta.
Non sento più le ragazze, sembra che abbiano abbassato la voce.
E se adesso si stessero dicendo qualcosa di interessante?
Non lascio lo scarico, voglio ascoltare qualcosa.
Mi rimetto mutande e pantaloni e ritorno alla porta.
Cerco di aprirla lentamente e pianissimo.
Mi serve solo lo stretto necessario per poter udire le loro parole.
Non credo che guardino di qua o che lo farebbero mai, mi danno le spalle sedute dove eran prima.
Cazzo spero che non cigoli, ma quando sono entrato non mi è parso di sentire alcun rumore.
Spero sia ben oliata.
-..ambino?- ecco la voce di Laure.
Devo sforzarmi parecchio per sentirle.
-Sì ne ha parlato ancora, sono stufa, stanca.-
-Ma secondo me non è come pensi te.-
-E cosa dovrebbe essere?- la voce di Dara sembra provata.
-Secondo me fai male a collegare cose così distanti.-
-Si, ma di che bambino può parlare? Lei che mi chiama nella notte e mi dice cose del genere. Sono stanca del suo comportamento, e Franz non aiuta. -
-Dara...-
-Non fa un cazzo, se ne sta a pensare al suo libro e alle sue conferenze. -
-Dara gli hai parlato? -
-Si'. -
-Sicura? -
-Si', non sono una che riesce a tenere dentro tutto, gli ho parlato. - ma di che stanno parlando?
-E cosa ha detto? -
-"Perché' non fare un libro sulla storia infelice di Dorothy Astrez?".. ma vaffanculo, lei quella infelice, ma non guarda me?- wow, non pensavo che Franz potesse essere così stronzo, anche se ancora non capisco bene di cosa si stia discutendo.
-Calmati Dara, prendi un fazzoletto.-
-Grazie, meno male che ci sei te, avrei già chiuso tutto da tempo se fosse stata da sola.-
-Non preoccuparti, se vuoi parlo io a Franz..-
-No, non dirgli che mi sono lagnata da te e non da lui, la prenderebbe male.-
-Ma se non ti ascolta dovrò farlo.-
-Va bene.- probabilmente si sta asciugando le lacrime.
Vorrei continuare ad ascoltare, ma forse è troppo tempo che sto in bagno, si potrebbero insospettire a momento.
Faccio per uscire ma ricordo di non essermi lavato le mani e di non aver tirato l'acqua.
Cazzo non sono un maiale.
Ritorno indietro e pigio il bottone, ecco l'acqua muoversi, mi dirigo verso il lavandino.
Setto sull'acqua calda, prendo il sapone, ha un buon odore leggero.
Sembra lavanda.
Lascio scorrere l'acqua, si crea una leggera schiuma.
Sono sicuro che si parlasse del bambino e di Dara che continua a sbandierarlo a destra e manca.
Cos'è che aveva detto Dorothy?
Vorrei solo ricordarlo.
Ecco cosa aveva detto.
Quindi qui tutti si stanno facendo problemi per un bambino che nemmeno si conosce.
Però il fatto delle chiamate finte lo avevo azzeccato.
Probabilmente Dorothy voleva chiamare e chiama sua sorella, l'avvocato.
Esco dal bagno.
-Oh eccoti finalmente.-
Dara si alza e mi viene incontro, ha il trucco sbiadito, ma non ci sono troppi segni di pianto.
Si è sistemata bene.
Laure invece si stringe la mascella.
-Dobbiamo andare.- Ah, di già? Mi stava piacendo sto posto.
-Ai suoi ordini. -
-Non fare il simpaticone che ti faccio stare un anno in carcere. -
-Ma...-
-Sto scherzando stupido. Laure, quando ci rivediamo? -
-Ma quando vuoi Dara, a me fa sempre piacere. -
-Magari mi servirai per lui, sono sicura che possa essere un soggetto interessante. -
-Ci conto. - ride Laure guardandomi.
-Almeno tu potrai capire qualcosa su quel diario di cui parla. -
Io sorrido leggermente, sorrido con uno di quei sorrisi finti per evitare l'imbarazzo.
Quel diario è la mia realtà, la cosa per me più importante... ma visto da altri è anche una delle cose più stupide.
Laure ci riapre la porta e ci accompagna al cancelletto.
Il sole splende nel cielo, io e Occhi da cerbiatto ci dirigiamo verso la macchina.
-Ora dove si va?-
Chiedo a Dara mentre guardo Laure salutare con un sorriso finto.
Ma non è imbarazzo.




E' tristezza.    


You Aren't RealWhere stories live. Discover now