Hi

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Mi giro verso la stanza degli interrogatori mentre Dara prosegue davanti a me.
Era solo la mia immaginazione quel grido?
No.
Laure ha gridato veramente per la rabbia, per non aver ottenuto da me ciò che voleva.
Cosa voleva?
Voleva delle carte.
Delle carte che io dovrei conoscere e che sono collegate ad un suo piano in cui sono immischiato anche io.
-Jona veloce!-
Vengo richiamato da Dara.
Mi accorgo improvvisamente di come nonostante io sia un "sospettato" posso camminare liberamente senza limitazioni di sorta.
Niente manette, niente guardie: solo Dara.
Ricomincio a camminare dirigendomi verso di lei.
Sembra felice, non si direbbe che in realtà sta soffrendo per il marito.
Una persona che riesce a mettere in piedi un teatro del genere solo per verificare se suo marito la tradisca o meno.
Un atteggiamento del genere è triste.
Dara dovrebbe essere triste.
-Ora non mi metti più le catene?- le chiedo.
Lei ride -E' solo uno spreco di energia e risorse. Muoviti dobbiamo andare. -
Spreco di energie?
Non poteva pensarla così anche quando dovevamo prendere Dorothy?
-Dove?-
Aspetto una risposta e ritorno a pensare a Laure.
Non può essere definitivamente l'opera di Franz, non ha le possibilità per poter interagire.
O almeno non ancora.
Quindi questi nuovi elementi a cosa si devono?
Può essere che sia successo come a me?
Come quando Dorothy si mise a scrivere sul mio diario.
Non ottengo nessuna risposta, ma al suo posto odo il suono di chiavi.
Siamo usciti dalla centrale, scendiamo le scalinate.
Si è fatta sera, fa leggermente freddo.
Dara mi vede tremare, ride di nuovo -Jona tranquillo, in macchina si sta meglio.-
Perché sto andando in giro così tranquillamente?
Un gruppo di giornalisti comincia a mobilitarsi verso la donna.
Ricordo che lei è un grosso pezzo della sua gerarchia.
Deve essere abituata perché infatti li ignora totalmente e si dirige verso la sua auto.
Velocemente mi muovo verso la portiera mentre sento indistintamente dei "Astrez vuole lasciare dichiarazioni?", "E' lui il sospettato?" "Come mai lo sta portando con sé?"
Dara mette la prima -Non far caso a loro. -
-È normale portarsi sospettati con sé? - le chiedo visibilmente interessato.
Dara preme sull'acceleratore -Tu non sei un mio sospettato Jona. -
Mi dà una leggera pacca sulla spalla mentre svolta Tu sei il mio cliente. Non scordarti i nostri ruoli. -
-Ma vengo trattato come un sospettato. -
-Se ti riferisci al mio iniziale modo di comportarmi con te...Beh...scusami. Dovevo farlo per poter avere il tuo supporto in questo mio piano. -
Mi scaldo le mani avvicinandole agli emettitori -E perché non continuare in quella direzione?-
-Te l'ho già detto sarebbe uno spreco di energie e risorse e poi...- una ragazzina attraversa la strada, la macchina rallenta.
E' tutta intenta ad ascoltare musica, poco dietro di lei un gruppo di ragazzi.
-...e poi ormai siamo praticamente anche colleghi.-
-Colleghi?- chiedo stupito mentre la strada si libera.
-Ormai scrivo con te.-
-Veramente le idee sono tutte mie.-
-La fatica di trascrivere è mia.-
-Lo fai veramente per avere più informazioni?-
Dara si sistema meglio sul sedile e per qualche secondo non dice nulla.
-Lo faccio anche per non pensare al peggio.-
Scrivendo di suo marito?
E la prima volta che ha usato il diario ha scritto di lui e Laure insieme.
-E scrivere proprio di lui non ti farebbe pensare a lui? Che logica strana. -
-So almeno che è una mia invenzione...-
Un'invenzione con dei particolari accurati come aveva notato lei.
-...che non è reale.-
Cala il silenzio.
Pure tua moglie ha ammesso che non è reale la tua parte Franz.
Dev'essere una cosa strana essere negati da chi si ama.
-Che idee hai sul nuovo personaggio?-
-Quale nuovo personaggio?- mi ha colto alla sprovvista.
-De Janette, come vuoi inserirlo?-
Probabilmente Franz e De Janette si saranno già mossi.
Devono essere a Maddeka in questo momento se non ci sono stati imprevisti.
Ed io non ho inserito imprevisti di percorso.
-Non so ci dovrei pensare.-
-Beh pensaci ora mentre entriamo.-
-Entriamo?-
Dara annuisce e porta la macchina davanti ad un grande cancello nero, più avanti posso vedere una grossa casa con un po' di luci accese.
-Ma non le spegne mai quello sprecone.- si lamenta lei.
Io ancora non sto capendo la situazione in cui mi trovo, il perché son dovuto venire con lei.
Il garage si apre, Dara guida all'interno.
Noto che sto cominciando ad avere la pelle d'oca.
Io non so perché sono qui.
Ma il mio cervello ha già elaborato chi si trova qui.
-E' casa tua?- chiedo mentre scendiamo dal veicolo.
-Sì ora andremo in studio.-
In studio?
Io non voglio entrare in questa casa.
Anche se sono ormai nel garage, non riesco a muovermi.
-Su veloce, non stare lì che qua si muore di freddo.- mi dice lei che è già alla porta.
Dara maledizione non puoi farmi questo.
Annuisco e la seguo.
Non puoi portarmi da lui.
Un conto è dover interagire con te un conto è...
No.
Sto tremando... e non è per il freddo.
Ma per quale motivo devo andare a casa sua mi chiedo.
Perché?
Dara mi lascia passare e richiude a chiave la porta, guardo il tappeto rosso a terra.
Si sanno trattare bene, la casa mischia elementi quasi barocchi e elementi hi-tech, come alcune casse olografiche in alcuni angoli delle pareti.
Dara mi supera di nuovo, devo seguirla.
Ma lo faccio controvoglia.
Si sta dirigendo verso il soggiorno.
Non voglio andare in quel soggiorno.
E se mi conoscesse?
Se cominciasse a fare qualcosa di strano?
Il soggiorno si avvicina.
Se prendesse il mio diario?
Se facesse collassare la mia parte?
Voglio fermarmi.
In fondo siamo come materia e anti-materia.
Come due poli opposti.
Non possiamo incontrarci.
-Ciao amore.- è Dara che ha parlato.
Non vogliamo incontrarci.
Sospiro.
No non vogliamo incontrarci.
E lo vedo.
Lo vedo abbracciare Dara.
Lo vedo darle un bacio.
Lo vedo tenerla a se'.
La mia creatura è di fronte a me.
Io rimango attaccato ad una parete, quasi in disparte.
Franz non mi ha ancora notato.
E' tutto preso da Dara.
Poi finalmente lo fa.
Mi fa un segno con la mano, un saluto.
-E il nostro ospite chi è?- chiede a Dara.
Lei prontamente risponde -E' Jona, un mio cliente.-
Guardo quell'uomo avvicinarsi verso di me.
-Piacere io sono Franz.- e mi tende la mano.
Ha il sorriso stampato in faccia.
Io non mi muovo.
Sono come paralizzato.
Franz ride -Ma stai tremando! Non rimanere lì.-
Dara mi fa cenno di avanzare -L'ho fatto venire qui per un lavoro che vogliamo fare insieme.-
-Quale lavoro?-
-Anche lui scrive.-
Franz si rivolge ancora verso di me con un'espressione incuriosita -Pure te nel club?- mi da' una pacca sulla spalla.
Io mi irrigidisco quasi come se mi aspettassi un pugno.
-Ha qualcosa qui da mostrare?- chiede Franz a Dara.
-Eh no, lui è mio, è un nostro lavoro.-
-Ah...Una rivale pure in casa ora.-
-Ciao.- dico all'improvviso.
-E' di poche parole però.- Franz ride e si allontana da me.
-Beh io vado a cucinare qualcosa, cena con noi?-
-No.- dico fermamente.
Non mi fermo a mangiare con lui.
-Sicuro?-
Dara mi viene in soccorso -Lo devo riportare in Centrale prima dei cambi.-
Probabilmente non si aspettava una mia reazione del genere.
-Ora andiamo in studio, cosa prepari?-
-Sorpresa.- Franz ride.
Dara mi prende la mano e mi tira.
Mi sento così a disagio.
Franz si dirige verso la cucina e noi due nella direzione opposta.
Dara apre una porta, c'è un caminetto acceso e il caldo mi avvolge.
Chiude la porta.
-Perché cazzo mi hai portato qua?- sbotto subito cercando di tenere bassa la voce.
-Per poter continuare a scrivere no?-
-Non potevamo scrivere in Centrale e basta!?-
Dara ride.
-Su siediti...- mi indica le due poltrone vicine al caminetto.
-Mi spieghi perché?-
-Voglio vedere se si ingelosisce.-
Cosa cazzo.
-Ho portato un altro uomo in casa e lo porto in studio con me tenendogli la mano, voglio vedere se si ingelosisce.-
-Veramente?-
Io sono sotto shock.
-Tu sei pazza.-
-Oh su Jona, stai lavorando con me per un motivo ben preciso. Questo è un altro modo di aiutarmi. -
Io mi siedo e sospiro.
-Quindi come continuiamo? -
-Continuare cosa ora? - chiedo io scocciato.
Ancora non riesco a credere di essere stato così vicino a Franz.
-Con la storia. -
-Oh basta...-
-Io dico di continuare con De Janette. -




E si siede di fronte a me.

You Aren't RealDove le storie prendono vita. Scoprilo ora