Dictated To Be Together

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Cos'era!?
Mi sveglio ansimando, mi manca l'aria.
Dove cazzo sono?
Non vedo niente, stringo gli occhi, li riapro, ancora buio.
Provo a muovere le braccia, sono bloccato.
Dove mi trovo?
L'odore di iuta mi pervade le narici.
Come ci sono arrivato qui?
Aspetta ma...
Do un pugno di fronte a me.
Sono sdraiato e sotto di me sento come se fossi disteso su uno di quei vecchi materassi scomodi.
Sono sotto dei sacchi?
Perché mi trovo sotto dei sacchi di iuta?
-AIUTO.-
Grido.
Non riesco a respirare, comincio a calciare.
Ricordo di aver appena sognato qualcosa di strano, ero con Laure.
-AIUTO!-
Grido ancora, cosa sta succedendo?
Io prima mi trovavo con la copia di Franz e improvvisamente ho avuto quella visione.
Ed ora...
Ora mi ritrovo a calciare come un bimbo sepolto da sacchi.
A che gioco sta giocando Dorothy?
E' lei che sta incasinando tutta la storia.
Almeno fin quando c'era solamente Jona c'era un filo conduttore nel tutto.
Invece ora no.
Gente viene quasi ammazzata, persone vengono arrestate all'improvviso, incontro la copia del mio nemico nel mio mondo e sferro un altro calcio.
La struttura sopra di me comincia ad avere segni di cedimento.
Perché sepolto?
Si sta divertendo?
-Si calmi.-
Sento una voce maschile.
Chi è?
-TIRATEMI FUORI DA QUI.- grido di nuovo.
Non riesco più a sopportare questo odore nauseante.
-Le ho detto si calmi.- la voce si è avvicinata.
Non sembra la voce di Jona.
-CHI SEI?-
-Ma come ci è finito qui sotto?- lo sento commentare tra se' e se'.
-Qualcuno le ha fatto uno scherzo di cattivo gusto credo.-
Scherzo? Ma che scherzo è questo?
Comincio piano piano a vedere la luce.
-Non si agiti troppo. -
E finalmente il calore del sole incontra la mia pelle, mi stropiccio gli occhi, aspiro aria.
-Grazie. - dico senza vedere subito la figura del mio salvatore.
E tossisco alzandomi.
-Oh...- lo sento sorprendersi -...le dà fastidio il fumo? -
Il fumo? Ma quale fumo?
-No, mi mancava l'aria lì dentro.-
E finalmente lo vedo.
Un uomo vestito elegantemente in bianco con un sigaro in bocca.
Vedo nei suoi occhiali da sole la mia figura riflessa: mi trovo su una piramide di sacchi di iuta distrutta in mezzo ad un campo di mais.
-Oh mi scusi.- fa improvvisamente lui.
-De Janette...- mentre fa un inchino levandosi il cappello -... Robert De Janette, è un piacere.
Sorrido.
Non credo di averlo fatto veramente.
Di provare sollievo da una cosa del genere.
Ma l'uomo di fronte a me vuol dire solo una cosa.
-Franz Redvik.-
Jona sei tornato finalmente.




Che entrata!
Si ricominciano i giochi.
Guardo Dara che aveva scritto per filo e per segno ciò che le avevo dettato.
-Ma non hai altro lavoro in corso? Puoi stare veramente con me a scrivere?-
In effetti mi sembra strano che lei mi dia corda in queste cose, nonostante tutte le ambiguità e i miei legami con lei e suo marito.
Lei sorride, finalmente rivedo quei occhi da cerbiatto.
-Non ho altri casi aperti su cui lavorare al momento Jona, se è quello che ti stai chiedendo Jona.-
Guarda la pagina che aveva appena scritto -Inoltre conoscere un po' il modo di pensare dei propri clienti è cosa fruttuosa da poter fare.-
Che bel modo di conoscere il mio modo di pensare.
-Allora? Ora cosa dovrebbe fare mio marito? -
Ci ho riflettuto prima.
Sfogliando il diario, gli unici interventi che sono stati determinati da Dorothy sono stati quelli riguardanti il bimbo.
-Non so cosa sia successo nel mentre io non avevo controllo.-
Dara mi sorride, a volte non capisco se mi crede pazzo e mi segua veramente nelle miei discorsi.
-Quindi la cosa più importante ora è riuscire a comunicare con lui.-
-Non puoi semplicemente parlargli attraverso un personaggio?- mi chiede Dara giustamente.
-No, sarebbe come se io decidessi una risposta a priori usando semplicemente un personaggio a caso. Franz ha bisogno di dare una risposta. -
Una risposta preimpostata, non pensata da me.
-Quindi dovrebbe essere lui a comunicare con te e non il contrario?-
-Dobbiamo comunicare, tutti e due dobbiamo essere attivi nell'atto.-
Mi lascio cadere sul letto della cella.
-E come credi di poterlo fare?-
La cosa più semplice sarebbe quella di fargli trovare il diario, aiutarlo a trovarlo anzi, così potrà dare una risposta dalla sua parte alla mia in modo diretto.-
Dara si sistema i capelli per un secondo -Ma non sarebbe più semplice scrivere non so...-
-No.-
So già cosa mi vuole suggerire, scrivere una scena in cui lui trova il diario in modo improvviso.
-Non posso farlo, aiutarlo ad avvicinarsi alla fonte di controllo è già un rischio per me, figurarsi darglielo in mano.-
No Franz deve aspettare un po' prima di potermi rispondere.
Ho bisogno di dargli dapprima alcune informazioni, aggiornarlo un po' sulla situazione.
-Come pensi che Franz creda che tu abbia preso il controllo e non sia ancora nelle mani di Dorothy?-
Sorrido -Franz mi conosce, Dorothy non farebbe mai comparire un personaggio a caso, ha malapena scritto della sparatoria.-
Ha lasciato molta libertà in verità, avesse mantenuto un controllo maggiore su Redvik a questo punto non mi vedrei costretto a chiedere direttamente a lui.
Avrei potuto semplicemente leggere.
-E questo De Janette come credi che ti aiuterà? -
De Janette, De Janette...
-Devo dargli un ruolo, come ho fatto con tutti in fondo.-
Dara non è evidentemente soddisfatta dalla mia risposta.
-E qual è il suo ruolo?-
-Ancora non lo so...-
-Beh allora...-
Guardo Dara riaccomodarsi nella sua sedia.
Mi sorride e con la matita in mano -...diamoglielo.-
La mia occhi da cerbiatto brama di poter scrivere.




Bene Franz...
Sorrido.
Ricominciamo.

You Aren't RealWhere stories live. Discover now