Thank Me Later

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Perfetto ci mancava anche questo.
Anche se in realtà non mi sorprende più di tanto: Dorothy è entrata all'improvviso in tutta questa faccenda ed è colei che poi l'ha ulteriormente incasinata.
-In che senso è impazzita? È rinchiusa da qualche parte?-
George ride -No, Dorothy è sotto protezione.-
Non faccio nemmeno la fatica di chiedere spiegazioni che -È sotto l'egida della Centrale, vive con la scorta, non vuole farsi avvicinare, non esce per nessun motivo...-
-Ha chiesto la protezione per paura di Jona se te lo stessi chiedendo.- continua Laure.
-In fondo ha perso la sorella, è capibile.-
-Ma io non sono Jona, sono Franz, perché ci si dovrebbe preoccupare se le parlassi io?-
Da come hanno descritto la situazione sembra che lei sia ossessionata da Blend e non vuole averci a che fare... Ma non vedo nessun segno di pazzia vera e propria.
-Un giorno mi ha assalito dicendo che io fossi Jona.-
Guardo George che aveva appena parlato -Davvero?-
Egli annuisce.
Quindi ora Dorothy vede come una minaccia ogni individuo che incontra.
Questo potrebbe complicare le cose, ma ho necessariamente bisogno del suo aiuto.
Sono passati quattro anni, anzi continuano a passare quattro anni tra le nostre parti, e quella donna è riuscita ad utilizzare il diario di Jona per qualche tempo.
Sicuramente avrà qualche informazione in particolare o qualche ricordo riguardo quattro anni fa.
Sapere di essere nel futuro di Jona rende tutte le cose molto più semplici in un certo senso.
Mi basta andare a ritroso e trovare gli elementi che possano portarmi a lui.
-Esiste qualche legge che mi vieta di parlare con lei?- chiedo per sicurezza.
George scuote il capo -Franz non c'è nessuna legge, ma tu sei il marito di sua sorella, sei legato alla sua morte, sei...-
-Poco importa rovinare la giornata di una persona che non ha più una vita.-
Farle visita le cambierebbe per un attimo la monotonia.
-Perché da quanto ho capito la sua vita è diventata solamente un continuo avere paura; paura di uomo che un tempo forse la temeva.-
Laure e George mi guardano in modo strano, incuriosito.
-Sono ricordi... Quindi non esiste nessuna legge che possa fermarmi.-
-A parte il volere stesso di Dorothy. Se lei rifiutasse di parlare con te salta tutto e nessuno ha il potere impedirle di farlo.-
Rifletto sulle parole di George e sulla situazione.
Devo trovare un modo intelligente, o pseudointelligente, che costringa Dorothy ad aiutarmi.
-Ci voglio comunque provare, voglio incontrarla.-
-Temo che non sia possibile subito, è notte. Fisserò un appuntamento per domani.-
-Anche lì farai la spia alla porta?-
George mi si avvicina e mi dà una pacca sulla spalla - Ora Franz se vuoi salutare Laure possiamo andare da Rodri.- ha ignorato completamente la mia domanda.
Suppongo che io non possa avere segreti in Centrale.
-Non mi ha ancora detto nulla su mia moglie.- indico Laure.
Il motivo principe per cui volevo incontrarla era quello di scoprire qualcosa riguardo la morte di Dara.
Eppure non mi ha ancora detto niente.
George sospira, credo si aspettasse una risposta del genere e si vede chiaramente che non vuole perdere tempo.
-Laure cosa vuoi dirgli?-
Ma a differenza di tutte le persone che ho incontrato fino ad ora George è la più accondiscendente.
Mi sta dando del tempo, Laure in confronto avrebbe tagliato corto e chiuso il discorso.
E sicuramente è quello che vorrebbe fare in questo momento...
La guardiamo entrambi ansiosi di sentire qualcosa di importante.
Perché difatti deve essere una cosa importante, sto aspettando questo momento da non so quanto.
Quattro anni mi direbbe qualcuno.
Quattro anni che vivo come uno zombie non sapendo chi è morto come e chi è vivo.
Vedo le sue labbra muoversi leggermente, la sue mascelle serrarsi.
Deglutisce.
Non vuole ancora dire nulla.
È chiaro.
Non ci metterebbe così tanto a pensare, a dire qualcosa.
La scena vista dall'estero sembrerebbe ridicola e forse lo è, ma io voglio vivere questa scena ridicola.
Quindi Laure muoviti -Dimmi cosa è successo a Dara.-
-Dara è...-
E si sentono delle grida.
George si gira di scatto, corre alla porta.
Ma quelle grida io non le avevo nemmeno sentite così tanto, la mia concentrazione è tutta su Laure.
Che ha smesso di parlare.
Il suo battito cardiaco è aumentato, ma io sento ovattato pure il bip ritmico che continua ad aumentare di intensità.
E voglio ignorare George che mi tira per la manica e mi grida all'orecchio.
Cosa mi sta gridando?
Non ne ho la minima idea.
Dara è?
Laure finisci la frase, fregatene delle grida.
-Dara è?-
Ma la vedo ritirarsi, stringersi alle coperte.
Mi grida addosso.
Tutti stanno gridando all'improvviso.
Laure, George, gli infermieri, i dottori.
Ed io vorrei gridare vaffanculo.
Vaffanculo a tutti coloro che non mi vogliono far sapere l'unica cosa che mi interessa veramente, l'unica cosa che - FRANZ SVEGLIATI!-
George mi strattona del tutto, mi trascina alla porta, usciamo in corridoio.
Ci sono uomini in uniforme e armati.
Troppi uomini.
Forse non posso più ignorare.
Ormai per l'ennesima volta hanno posticipato la mia verità.
Tutti stanno guardando una porta, che alcuni agenti stanno cercando di sfondare.
Dara è?
E le grida provengono dalla stanza.
Grida di paura, grida di rabbia.
-E CREDEVI VERAMENTE DI POTERLO FARE?-
Si sente il rumore di un tonfo e di ossa spezzate.
Si sente un lamento subito dopo.
La porta sta cedendo, è stato portato addirittura un ariete.
Altre grida.
Altro colpo.
La porta cade a terra, i militari si gettano all'interno con le armi pronte a sparare.
George corre a sua volta all'interno ed io lo seguo.
Ed appena entro capisco perché non posso ignorare nulla.
Non posso ignorare il cranio spaccato di Rodri.
Non posso ignorare le schegge di cranio sparse per il pavimento.
Non posso ignorare il sangue su cui tutti stanno camminando.
Non posso ignorare la nausea che sale, l'istinto a vomitare.
Corro alla finestra aperta, ho bisogno di aria.
Gli agenti continuano a muoversi senza trovare niente.
Eppure la camera non è così grande.
Non posso ignorare gli occhi vitrei di Rodri.
Apro gli occhi e respiro.
Devo calmare la nausea.
E a terra, sotto la mia finestra vedo un uomo.
Mi saluta con la mano mentre è intento a cambiarsi i vestiti sporchi.
Sporchi di sangue ovviamente.
-FRANZ TI PREGO FAMMI UN FAVORE.-
De Janette mi grida mentre tutti gli agenti si muovono per raggiungerlo di sotto.
-DÌ A LAURE DI RINGRAZIARMI.-













E dopo un inchino teatrale si incammina per la via sparendo alla mia vista.

You Aren't RealWhere stories live. Discover now