My Laurde Enlighten Me

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-Sta bene? -
George riprende a salire le scale -Mi segua Franz. -
L'ultima volta che l'ho visto Laure era in fin di vita.
Nessuno mi assicura che la sua situazione non sia peggiorata.
In questo momento mi ritrovo circondato da troppi elementi di cui non ho controllo né conoscenza.
Ho deciso di far scorrere tutto senza chiedermi troppi "perché?" "come è possibile?" "cosa vuol dire tutto questo?".
Sarebbe del tutto inutile allo stato attuale: da un momento all'altro mi son ritrovato ad essere benvenuto in Centrale e non braccato, è cambiato tutto.
Riprendo a salire i gradini in marmo.
Sono lucenti, pulitissimi.
-L'hanno portata nell'area ospedaliera e pensavamo che non ce l'avrebbe fatta, aveva perso troppo sangue.-
Ha detto pensavamo, quindi è viva.
-Ma la trasfusione le ha ridato vigore. Ora è in cure ma può comunicare. -
Perfetto, è la cosa che voglio fare con lei.
-L'area si trova dall'altra parte della Centrale, ci conviene prendere un direzionatore. -
Arrivati davanti alla porta di uno di questi l'uomo davanti a me lo chiama.
Passano pochi attimi e le porte si aprono, ci introduciamo al suo interno.
George segna la destinazione schiacciando dei tasti ed ecco che il direzionatore comincia a muoversi.
Verso est.
-Franz quindi cosa vuole fare? Ci aiuterà ancora con Jona?-
Io rimango in silenzio per qualche istante.
Sono abituato dai pochi minuti che sono stato con lui ad ascoltare e basta, non mi aspettavo di dover rispondere effettivamente a qualcosa.
-Aiutare in che senso?-
-Aiutare in maniera canonica e non come ha fatto finora con Laure e Rodri.-
Io ho bisogno di Jona, è lui che ha il mio diario.
Quindi necessariamente devo trovarlo.
-Continuerò a farlo.- dico in tono sicuro.
Abbasso per un momento lo sguardo al pavimento, lucido anche questo.
E sento una pacca sulla spalla.
-Non so come lei abbia passato tutto questo tempo in quello stato Franz, è riuscito a ricordare qualcosa?-
Quindi anche lui possiede informazioni che io non possiedo?
-Lei sa?-
George ride -Gestisco la Centrale ma non posso ancora parlare per il contratto che hai con il tuo psicologo in carica.-
-Ho uno psicologo in carica?-
-Laure.-
Ed è una cosa che mi sembrava ovvia fin dall'inizio, in fondo sono stato seguito sempre da lei e Rodri.
-E perché non può parlare?-
-Perché non voglio rischiare di andare davanti ad una corte per aver rilasciato ad un cliente di lei "informazioni destabilizzanti che potrebbero ledere o alterare il paziente" Franz.- George ride -E' incredibile come l'abbiano usata per poter evitare i processi per tutto questo tempo.-
-Ma adesso sono in arresto non potre...-
-Il contratto non è stato sospeso. È una cosa che viene messa in pratica dalla corte alla prima udienza che penso arriverà a breve. Per la legge un sospettato o detenuto non ha la facoltà di avviare o concludere contratti. -
Il direzionatore si sta ancora muovendo; quanto sarà grossa la Centrale?
-Quindi io non posso parlare, lei è sotto le cure di Laure e soprattutto lei Franz non ha mai rinunciato ai servizi; oh siamo arrivati. -
Finalmente il direzionatore si ferma e le porte si aprono.
Vedo subito una persona in barella che veniva trasportata proprio davanti a noi.
George si incammina velocemente ed io lo seguo.
Sto per rincontrare Laure.
George si dirige verso una porta bianca con su un cartello, leggo "L27.12"
La apre.
E finalmente potrò avere delle risposte.
Devo avere delle risposte.
-Franz.-
E prima ancora di vedere la sua figura pallida attaccata alla flebo Laure mi richiama.






E mi ritrovo di nuovo seduto sulla sedia metallica.
Io e Dara siamo appena tornati in Centrale subito dopo che abbiamo finito di scrivere qualche riga riguardo De Janette.
Personalmente non mi sarei soffermato troppo su di lui, ma Dara...
Dara è convinta di star veramente lavorando con me per un libro.
Non ci sarebbe varietà a detta sua.
Come se mi interessasse qualcosa della varietà.
Ma in quelle circostanze agire su di lui e non su Franz mi era anche funzionale, magari per sbloccare ulteriormente la situazione per lui.
Franz.
Il Franz della mia parte, non riesco a smettere di pensare a lui.
Era così vicino.
Così, così...
Così indifferente.
Non mi ha riconosciuto e non gli ho causato nessuna reazione di sorta, sembra quasi che non mi conoscesse veramente.
Uscendo da casa sua per tornare qui ho avuto la fortuna di non rivederlo, a quanto pare era troppo impegnato a cucinare.
Quindi ora Dara è qui con me in Centrale invece di aspettare la cena del suo maritino a casa sua.
-Gelosia?- rompo il silenzio.
-Cosa Jona?-
Stare con me per vedere se Franz si ingelosisce -Non ti sembra ridicolo? Infantile? -
Vedo il sorriso di Dara spegnersi un po' -E' ridicolo amare con il dubbio di non essere ricambiati.-
-A me non siete sembrati una coppia in crisi.-
Dara sbuffa e stronca l'argomento -Laure ha chiesto se può leggere il tuo diario, la aiuterebbe nel suo lavoro.-
Il mio sguardo va alla telecamera al muro con la lucina spenta -Per caso stiamo aspettando lei?-
-Perché credi che non ti abbia portato alla tua stanza? Siamo nel suo studio quindi sì. -
-Ho la possibilità di non farle leggere il mio diario? - chiedo sapendo già la risposta.
-Ovviamente no, ed in fondo lo hai già mostrato a me. Farebbe qualche differenza farlo vedere a lei? No, non credo. -
Come biasimare un ragionamento del genere anche se non posso condividerlo?
Non si può per il semplice fatto che in questo momento è Dara che mi tiene al guinzaglio: ciò che decide per ora è legge.
-Io tornerò a casa, sarà lei a riportarti dove dovresti andare.-
Appena Dara finisce di pronunciare quelle parole la maniglia della porta si abbassa.
Vedo comparire nella stanza come prima cosa la mano di seta -Oh eccoti finalmente.-
-Allora il diario?- senza nemmeno salutare Laure va subito al punto.
Mi guarda dall'alto verso il basso, Dara si alza.
Col cazzo che ti faccio leggere il mio diario
-Sì sarà a tua disposizione.- le dice Dara
Laure tende la mano verso di me -Bene.-
Ora? Wow Laure che determinazione.
La guardo negli occhi: sono rossi.
-Su Jona non fare il difficile. - mi sprona Dara intenta a mettersi un cappotto.
Ha pianto? Sembrerebbe di sì.
Magari dopo quell'urlo poco dopo essere stata con me.
Prevedo un altro colloquio senza nessun senso per me a breve.
Piano? Carte?
Io non ne so niente.
Dovrebbe darmi più informazioni.
-Jona dalle il diario.-
Mi distacco dalle mie considerazioni, abbasso lo sguardo alla mano setata.
Vedo le dita muoversi indicando di darle il diario.
Dara è alla porta, sta aspettando che io lo faccia.
Sembra impaziente, sento il suo sguardo addosso.
Vaffanculo.
Prendo il diario e lo porgo a Laure.
-Bene io tornerò domani mattina, buonanotte!- e richiude la porta dietro di se'.
Cala il silenzio, Laure comincia a sfogliare il diario.
La osservo leggere inizialmente lentamente, poi sfogliando più velocemente, come se stesse cercando qualcosa.
Vedo il suo viso rabbuiarsi sempre di più.
Poi finalmente dopo qualche minuto vedo Laure cominciare a sedersi sulla sua sedia di fronte a me.
Mi guarda in faccia, ha un'espressione schifata.
E parla.
-Che cazzo hai in testa Jona?-
-Perché scrivi le cose che ti ho raccontato?-
-Perché hai scritto di De Janette?-
-Perché lo hai fatto leggere a lei?-







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