Where Is Jona Blend?

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Ma appena finita quella frase Dorothy si alza in piedi senza lasciarmi il tempo di ribattere.
-Non hai mangiato praticamente niente... È un peccato.-
Come se mi interessasse del gelato - Puoi ripetere quello che hai detto?-
La donna si muove verso una delle guardie ed aprendo un portafogli estrae quattro banconote.
Le dà all'uomo sorridendo.
-Ho detto che ti aiuterò Franz, non è così difficile.-
Quello mi sembra di averlo capito ma... cosa vuol dire che vuole far pace con sé stessa?
-Cosa vuol dire che vuoi che Dara faccia pace con noi?-
George che era rimasto in piedi di fianco a me avvicina la sua bocca al mio orecchio - Forse è il momento di alzarsi.-
Io lo guardo negli occhi come a dirgli "ma non ho finito".
-Ho passato gli ultimi tempi a litigare con lei, non ricordi? Se riuscissi a fare pace con lei...-
-Perché litigavate?-
A me manca questo tassello: perché Dara e Dorothy non stavano andando d'accordo?
-Per via del bambino, ho continuato sempre a parlarne.-
Ora mi sono alzato pure io.
Vedo che le guardie hanno aperto la portiera di una grossa macchina nera.
Molto slanciata, potrebbe essere benissimo una limousine.
-Sali.- mi dice lei.
George che stava salendo a sua volta viene bloccato -Io sto con lui.-
Dorothy lo guarda divertita - No tu sei Jona.-
Scoppia in una risata.
Una risata che comincia a diventare isterica.
Così isterica che la risata si trasforma in grida.
Vedo la faccia di George perplessa.
-Franz devi scendere, non posso farti andare senza supervisione, è troppo rischioso.-
-MANDATELO VIA.- una delle body guard stava cercando di trattenere Dorothy dal saltare addosso a George.
Maledizione non ci voleva questo.
Perché Dorothy sta agendo in questo modo?
Anzi il problema principale è un altro: posso permettermi di andare con Dorothy senza avere il timore di qualche ripercussione?
Guardo ancora la guardia che stava cercando di tenere ferma la donna.
Loro non sono guardie al comando di Dorothy.
Loro sono guardie addette a proteggere Dorothy.
Quindi non dovrei preoccuparmi di loro.
Per quanto riguarda la supervisione -George non ero un uomo libero?-
Non ho bisogno di supervisioni o quant'altro.
-Avevo detto che avrei aiutato, e se questo è l'unico modo di poterlo fare...- gesticolando faccio riferimento all'auto in cui mi sono seduto -...non vedo perché non cogliere l'occasione.-
George mi fulmina con lo sguardo, probabilmente non vuole perdere la sua fonte principale di informazioni: l'uomo ossessionato da Blend.
Purtroppo per lui sono più ossessionato da mia moglie e la sua morte e vorrei avere altre informazioni da Dorothy.
Che intanto ora è salita con me.
-Va bene Redvik, ma tieni questo.-
Oh un altro cellulare.
Sarà come quello di De Janette?
Lo afferro e lo metto in tasca.
L'ultima guardia di Dorothy sale sull'auto e chiude la portiera.
Nonostante il numero di persone presenti sul veicolo non si sta stretti.
È quasi una limousine dopo tutto.
Vedo Dorothy tirare uno specchietto e sistemarsi un po' i capelli.
Poi sento la sua mano premere sul mio petto per poi scendere giù.
La sento sulla scivolare sulla gamba.
-Dorothy?-
È sulla mia coscia e nel momento in cui sembrava per cambiare direzione verso l'interno coscia ed io stavo per divincolarmi da lei, la mano invece va a penetrare nella mia tasca ed estrae il cellulare di prima.
Dorothy mi fa un occhiolino e poi sbatte a terra il cellulare calpestandolo più volte.
-Non mi piace che qualcuno mi senta di nascosto.-
Poi -Comunque ti è piaciuta la mia performance da pazza? È utile a volte per togliersi dai piedi le persone fastidiose.-
Ride.
In realtà penso che anche parlando normalmente saremmo giunti alla stessa conclusione.
Io mi ritraggo spaventato dal pensiero che Dorothy, la sorella di mia moglie, mi avesse quasi toccato in modo sensuale.
-Come...- non so cosa dovrei precisamente chiedere.
-Come vuoi aiutarmi?-
Dorothy guarda soddisfatta il cellulare a pezzi.
-Prima di tutto vorrei sapere cosa ricordi e cosa non. Sono sicura che Jona ci stia aspettando.-
-Come fai a dire una cosa del genere?-
-Ho scritto io la parte in cui lui ti rapiva. Secondo te perché ti avrebbe lasciato andare così facilmente?-
Mi ha lasciato andare? Beh è vero che poi mi sono ritrovato a caso sotto sacchi di iuta ma...
-Jona deve averlo fatto apposta.-
-Perché?-
-Perché tu mi portassi da lui.-
Sono confuso - Perché vorrebbe una cosa del genere?-
-Per impedirmi di salvare Dara.-
Che sta dicendo?
Non riesco a seguirla.
-Dara può essere salvata Franz, basta usare il diario ed evitare il disastro.-
Cosa sta...
Quattro anni.
Io e la parte di Jona siamo separati da quattro anni.
Sospiro.
-Quattro anni fa Dara era ancora viva...-
Finalmente riesco a comprendere qualcosa di quel che mi sta dicendo Dorothy.
-Perché Jona non vuole perdere il potere, come dite voi.-
-Perché dovrebbe perderlo?-
-Perché è scritto.-
Intanto l'auto si sta muovendo e non ho idea di dove sia diretta.
-E dove stiamo andando?-
Dorothy mi guarda - Te l'ho detto, stiamo andando da Jona.-
Ma come... Come dovrebbe lei sapere dove si trova Jona se fino ad adesso nessuno lo aveva trovato?
-Come fai a sapere dove...-
-Franz...- Dorothy mette una mano sulla mia come per calmarmi
-...l'ho scritto io.-








-Sì fanculo lei e Franz, sono stufa.-
La seguo lungo il corridoio, si sta dirigendo verso un ufficio, il suo.
-Dara!- provo a richiamare la sua attenzione.
-Sono stanca.-
-Dara calmati.-
Lei entra nell'ufficio - Jona a breve potrai andartene, farò andare tutti via, anche lei...-
Un impeto di rabbia le fa gettare alcuni fogli a terra.
E subito si china a riprenderli.
Io mi precipito ad aiutarla, sono caduti anche alcuni fogli del mio diario, quelli che aveva strappato lei.
Me li metto in tasca - Dara vuoi abbandonare tutto ora?-
-E che senso ha? Che senso ha fare quello che sto facendo?-
Il suo trucco è completamente slavato - Già è al limite della legalità, ma che senso deve avere?-
-L'hai vista quella no? L'hai vista come provoca?-
Non so cosa dire, continuo a prendere i fogli sparsi ed a raggrupparli.
-Ed ogni volta che chiedo a Franz un chiarimento, una spiegazione, una rassicurazione...-
Dara prende una manciata di matite e le getta contro il muro.
-..."non so di che stai parlando".-
-Ma vaffanculo.-
E subito a riprendere le matite.
Alcune sono mezze rotte, alcune miracolosamente sono riuscite a mantenere la propria mina.
Ma non credo che rimarranno intere se va avanti così.
Ma quelle matite servono.
Non posso nemmeno andarmeme da cui.
Non ora che non posso scrivere niente.
-Dara non posso andare via.-
-Perché a me?-
Dove la trovo un'altra persona che scriva per me le cose del mio diario?
-Dara...-
-Che vadano a quel paese.-
Lei mi serve ancora.
-Cosa ho fatto di male? Cosa? Io sono sempre stata affianco a lui. Sono sempre stata con lui. Sono sempre stata.-
-DARA!-






E finalmente si ferma ad ascoltarmi.

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