Calling Help

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Lo sparo è partito, coprendomi le orecchie mi butto in avanti, in direzione della canna della pistola di Rodri, esattamente come un maiale che cammina incontro alla lama che presto terminerà la sua esistenza.
Mi sento stupido.. prima di morire il sentimento che proverò sarà quindi il senso di stupidità?
Che schifo.
Ma in effetti, nell'attimo in cui proseguo la mia caduta, preceduto dalla sedia che ho scagliato, penso che il morire e non aver scoperto nulla di tutto ciò che è successo, di non essere mai riuscito a risolvere i problemi della mia memoria e non aver ricordato nulla sul mio passato mi renda uno stupido.
Vorrei gridare.
Ma nonostante io abbia preparato in me il fiato per poterlo fare sento altri due forti rumori dopo il boato che mi trattengono.
Il suono del proiettile che si conficca nella sedia in volo e che la spacca facendo volare per la stanza schegge di legno.
Mi copro istintivamente la faccia per evitare di farmi colpire da esse, ma ecco che parte il secondo rumore, suono, e cioè un urlo di dolore da parte di Rodri che molto probabilmente è stato colpito dalle parti di sedia.
Finalmente cado a terra.
E rimango fermo per qualche secondo attendendo nella paura e nel dubbio la possibilità che Rodri ricarichi e faccia fuoco una seconda volta su di me che sono scoperto.
Se Laure avesse avuto un'arma sarebbe stato tutto molto più semplice.. ma no, lei non aveva armi con sé quando l'avevo perquisita.
Secondo me utilizza solamente quel guanto infernale che ha utilizzato con leggerezza sul mio collo.
-LA FACCIAAAAAAA!!!!!! -
Un altro grido di agonia da parte di Rodri, forse non sparerà, dal pianto e dalle grida che sta facendo non sembra proprio che lo possa fare.
Azzardo ad alzare lo sguardo da terra verso di lui.
Reprimo l'impulso di vomito che ho provato appena visto Rodri.
Si sta tenendo il viso con entrambe le mani sporche del suo sangue, riesco a intravedere un occhio con una palpebra pendente, come quasi staccatasi, e l'interno dell'occhio stesso completamente rosso, rosso del sangue che cola velocemente anche sulla scheggia che è rimasta incastrata a destra delle sue labbra vicino alla mandibola.
Lo guardo urlare, disperarsi, tenersi la faccia con una forza incredibile, come se avesse paura che da un momento all'altro potesse cascargli addosso alle gambe che sta muovendo freneticamente scalciando come un ossesso.
Poi il mio sguardo viene finalmente attirato da un oggetto che si trova a pochi palmi dal mio naso: la pistola.
Non perdo tempo e mi rialzo prendendola, ora finalmente potrò chiamare aiuto senza aver paura di essere suo bersaglio.
Devo farmi dare quella maledetta ricetrasmittente.
Punto la pistola contro l'uomo che continua a muoversi in modo quasi convulso - Rodri, dammi la ricetrasmittente. -
Lui sembra non incline a compiere la mia richiesta.
In realtà non sembra volermi ascoltare perché non si stacca le mani dal volto, le tiene quasi affossate ad esso.
Beh..
Questo vuol dire che dovrò prendermela da solo.
Con l'arma sempre puntata verso di lui, mi avvicino e comincio a tastargli le vesti.
Guardo le mie mani colorarsi - Dovevi ascoltarmi Rodri.. - ricevo lamenti come risposta.
-FAMMI VOAAA, STAI VOAAA, VAI VIA A.-
-Non ti capisco.. e stai fermo!! Devo chiamare aiuto..- nella parte interna della divisa riesco a trovare un piccolo cellulare, finalmente -..devo chiamare aiuto anche per te idiota.-
Mi allontano da lui e schiaccio qualche pulsante a caso, non so a cosa servano, l'importante è che qualcuno risponda..
-A1, A1 in ascolto..- un fremito mi percorre, hanno risposto!
-Abbiamo bisogno di aiuto!!- urlo nel microfono.
-Ma.. -
-Muovetevi, stanno morendo!-
-Ma..lei non è R3!- sento gracchiare dalla ricetrasmittente.
-Chissenefrega!! Muovetevi!!!- sbotto io.
-Prendiamo la sua posizione.- sospiro di sollievo.
Nel mentre Rodri sta peggiorando: è svenuto e sta perdendo troppo sangue dalla faccia.
Torno da lui, gli strappo l'uniforme e la faccio a brandelli.
-Abbiamo la sua posizione, soccorso in arrivo. -
Lego pezzi di tessuto intorno alla sua testa, in modo da tamponare la perduta..
Guardo il tessuto nero che gli ho applicato diventare marrone, non ce la farà mai se rimaniamo qui ad aspettare che arrivino i soccorsi.. Ci metterebbero troppo.
Torno indietro da Laure sul divano.
Respira a fatica, ma almeno ha smesso di sanguinare, l'emorragia è stata bloccata bene.
Dopo dovrò farmi spiegare da lei se sa qualcosa di quel bambino che ha nominato.
Ho capito che non può essere stato per volontà di Rodri che è partito il colpo, non avrebbe senso e a meno che io non sappia qualcosa che riguardi un qualsiasi motivo che l'ha portato a sparare, posso solo pensare che è stata opera di Jona, che ha scritto qualcosa nel suo taccuino..
Ma cosa c'entra Jona con un bambino?
Sono già passati almeno venti secondi da quando ho chiamato, ma a me sembrano durare eternità.
Non posso rimanere lì ad aspettare.
Mi è venuta in mente una cosa da poter fare.. Se non sono gli aiuti ad arrivare da te, vai tu da loro.
Ho deciso.
Prendo in spalla il corpo di Laure, non pesa neanche troppo.
Mi incammino verso la porta, do un'occhiata a Rodri che ora è riverso per terra senza conoscenza.
Esco dalla casa.
Il sole si è fatto più intenso, gocce di sudore.
-A1 rispondete.- richiamo gli agenti, stando attento a non far cadere Laure.
-R3.. Parlate.- mi rispondono prontamente.
Mi muoverò verso di voi, non c'è molto tempo.
-Hmm.. - sembra che la persona che mi stia parlando stia riflettendo.
-Non c'è tempo.- dico io con fermezza.
-Va bene, segua la strada principale.-
A quelle parole lascio Laure nel retro del furgone con cui siamo arrivati qui.
Dovrò guidare quindi quel veicolo fino a quando non incontrerò i soccorsi.







Mi giro in direzione della casa per poter andare a prendere Rodri..

You Aren't RealWhere stories live. Discover now