Fault Of A Child

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-Che gusto preferisci?-
Mi porge il menù: un libricino di piccole dimensioni in pelle.
-No veramente vorrei subito iniziare...-.
-No insisto. Offro io non ti preoccupare.-
Un ampio sorriso si crea sul suo viso.
-Non ho molto da spendere in questo periodo...Allora guarda, scegli quello che vuoi.-
Spinge ancora un poco il menù verso di me.
Mi sa che mi conviene scegliere un qualcosa in fretta prima che succeda l'imprevedibile.
Avevano detto che Dorothy era pazza, che sarebbe stata capace di saltarmi addosso, di rifiutare la mia presenza.
Eppure ora avendola davanti agli occhi sembra totalmente diversa dalle descrizioni.
Non ricordo l'ultima volta che sono stato con lei.
L'ultima volta che sono stato con lei quando c'era ancora Dara.
Ma la sua sola presenza, nonostante tutto, mi acquieta un poco.
Lei sicuramente si ricorda di Dara.
Ma non posso permettermi di ignorare tutte le avvertenze che mi sono state date.
-Scelgo questo.- le dico indicando la figura di un gelato alla nocciola ricoperto di praline bianche.
-Come desideri Franz.-
Con un cenno la donna richiama uno delle sue guardie che prende il mio menù per poi entrare nel locale.
Noto che è stranamente vuoto.
Sembra quasi che abbiano fatto chiudere il posto per tutte le altre persone solo per questo incontro.
-Franz ti aspettavo da tanto. È passato un sacco dall'ultima volta...-
-Sì, è passato un po'...-
Le rispondo cercando di ricambiare il suo sorriso.
La vedo farmi un leggero occhiolino, quasi impercettibile, ed allungare la sua mano verso la mia.
Fino a quando le sue dita affusolate finalmente arrivano a toccare il dorso della mia mano.
Nel mentre lei non aveva distolto lo sguardo dai miei occhi.



-No, okay, forse avevi ragione.-
Una lacrima era appena caduta sulla pagina.
-Forse non dovevo scegliere proprio lei.-
-Dara...-
Hai scritto di tuo marito con Laure ed ora ti metti a piangere per questa roba.
Ma purtroppo la capisco.
Capisco che per lei Laure non significa niente, lei non è la ragazza che le ha ragazza che le ha rubato il marito.
Quella ragazza è sua sorella: Dorothy.
-Mi spiace Franz, continueremo dopo a scrivere.-
-Va bene.- le rispondo nascondendo la delusione.
Io volevo andare avanti.
Magari prendere veramente il controllo di Dorothy e farle dire qualcosa di importante su di me.
In fondo lei mi ha incontrato, avrei potuto parlare con Franz attraverso lei.
Ma non posso scrivere e posso dimenticarmi di far scrivere a Dara di Dorothy e Franz.
Si metterebbe a descrivere ciò di cui ha paura.
Perché invece di scrivere di Franz che incontra Dorothy in quel modo e con quelle maniere non ha deciso invece di...
Non so.
Franz che uccide Dorothy.
Perché non si accanisce su di lei?
Forse questo potrebbe aiutarla a scaricare la rabbia nei suoi confronti.
Eppure non lo fa.
Non come me con Franz.
Io gli ho ucciso la moglie, gli ho fatto dimenticare tutto, l'ho trascinato in una storia piena di dolori.
Lei invece si fa male da sola.




-Se ci vedesse Dara...-
Ritrae lentamente la mano verso il suo cucchiaio.
-...impazzirebbe.-
-Come scusa?-
Mi sembra di aver capito male.
Perché dovrebbe impazzita?
Dorothy scoppia in una risata.
-Non ricordi Franz?-
Ricordare cosa?
-Non ricordi di come Dara era gelosa di noi?-
Dara era gelosa di me e lei?
Perché?
Dorothy affonda il cucchiaio nel gelato e ne ricava una pallina.
Poi la avvicina alla bocca e comincia a dare piccoli morsi ad essa.
-Se solo non avessi parlato del bimbo...-
Un piccolo morso.
Intanto un uomo si avvicina a me con il mio gelato e posa il bicchiere davanti a me.
Sembra un opera d'arte, chissà quanto costerà.
-So benissimo perché sei qui Franz.-
-Cosa intendevi prima?-
Ma lei ignora completamente la mia domanda e dopo essersi leccata le labbra -So tutto di te, dei diari e delle vostre storielle.-
Affonda di nuovo il cucchiaino.
Ed è riuscita a catalizzare la mia attenzione su un altro argomento nuovamente.
-Franz ti hanno detto per caso di stare attento a me?-
Rifletto sul come rispondere.
Dovrei dirle di no?
Sarebbe una presa in giro, non ci crederebbe mai -Mi hanno detto che sei pazza.-
Di nuovo un sorriso, questa volta quasi compiaciuto, come se la mia risposta fosse quella che desiderava sentire.
-Quindi sei pazzo anche tu?-
Poggia un mano sotto il suo mento e mi osserva quasi interessata.
-Se io devo essere pazza perché sono paranoica tu che litighi con un altra persona ad anni di distanza cosa sei?-
Rimango senza parole.
Per la prima volta qualcuno sembra conoscere la storia per come la vedo io.
Ha detto di conoscere i diari.
-Rispondimi Franz.-
E come?
Sì siamo tutti pazzi, sto continuando a fare tutto questo come un coglione perché sta tutto nella mia testa?
Peccato che non sia tutto nella mia testa.
-Non credo di essere pazzo.-
Credo anzi di aver lottato fino ad adesso per ciò che chiamavo realtà.
Se non lo avessi fatto avrei potuto giudicarmi fuori di senno.
Chi accetterebbe di essere controllato da altri sapendo di poter rifiutare il controllo?
Sapendo che chi vuole controllare è addirittura una tua invenzione.
-Quindi non saremmo pazzi...-
-Si ma non capisco...-
-Non capisci cosa?-
Altri morsi, io non ho praticamente ancora toccato il mio.
-Sai cosa penso invece? Io penso che in realtà noi due siamo pazzi. Ed ora tu sei venuto da me perché io ti aiuti no?-
Annuisco; forse sta per arrivare il momento di fare la mia proposta.
-Ne ero sicura, ero già convinta quando ho visto la notizie sugli incidenti fuori città, quelli in cui Laure si è fatta male.-
Chiamarli incidenti è riduttivo, Rodri l'aveva quasi ammazzata.
Anche se...
-E so che sei abbastanza pazzo da dire che probabilmente quell'incidente l'abbia causato io.-
-Rodri aveva urlato di un bambino...-
-Vedi Franz? Tu capisci. Una persona normale non avrebbe mai capito nulla di ciò che ho detto.-
Poggia il cucchiaio sul bicchiere, sul bordo, cercando di trovare il punto esatto in cui esso sarebbe potuto rimanere in equilibrio.
-Sei stata tu a scrivere del bimbo.-
-Sì, ammetto le mie colpe. Al tempo non sapevo ed ho agito da stupida.-
La guardo continuare a testare l'equilibrio della posata.
-Ma voglio rimediare. Voglio aiutare un altro pazzo come me.-
Quindi mi sono preoccupato di cercare una scusa, una proposta per niente?
Fino ad adesso Dorothy è la persona che più sembra aver avuto intentenzione di darmi supporto fino ad adesso.
Sempre che non ci sia sotto qualcos'altro.
Non mi stupirei troppo se veramente ci fosse qualcosa.
-Quindi sapevo che ti avrei rivisto a breve dopo il notiziario...-
-Cosa vorresti fare?-
-Ti farò trovare Jona e tu mi porterai da lui.-
-Ma tu non hai paura di lui?-
Non mi aspettavo che sarebbe stata lei a rifilarmi la proposta.
-Ho più paura di me stessa. Ho bisogno di trovare Jona, me lo sono ripromessa quattro anni fa.-
Sorride con un espressione strana, quasi disgustata -Anche in quel caso sono stata stupida...-
Cosa sta dicendo?
-Non sto capendo Dorothy.-
-Voglio fare pace con me stessa Franz.-
-Voglio che Dara faccia pace con noi.-
-Con noi?-
-Non far finta di non ricordare.-
Ma io veramente non sto capendo di che stia parlando.
-Cosa stai dice...-
Ma lei è concentrata sul cucchiaino.
Mi ignora.
-Se solo non avessi parlato del bimbo...-
Dorothy si lascia sfuggire il cucchiaio che stava perdendo il punto di equilibrio.
Cade sul tavolino facendo un piccolo tonfo.




















-Se nessuno avesse avuto in mente quel bimbo forse ora Dara sarebbe ancora viva.-

You Aren't RealWhere stories live. Discover now