Night Full Of Gun

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-Ok scendiamo. - Dara accosta la macchina davanti ad un piccolo locale, sembra uno di quelli store aperti 24 ore su 24.
-Mai stato al night?- mi chiede mentre lei mentre chiude la portiera.
-Night?-
-Si vede che non sei di Maddeka.-
Entriamo nello store e subito capisco.
La musica è assordante, vapore ovunque mentre luci al neon si accendono e spengono a ritmo di casse.
Cio’ che mi sembrava un normalissimo negozio è in realtà un night club.
-YO YO CHE TAVOLO?- una ragazza con gli occhi a mandorla si avvicina a noi, è praticamente solo in mutande con dei brillanti d’oro sul petto.
-Dara perché siamo qui?- sono sorpreso e preoccupato, improvvisamente mi ritrovo circondato da ragazze che sfilano mezze nude o del tutto, che cazzo ci facciamo qua?
-Ei amore, che tavolo vuoi?- la ragazza di prima insiste su di me, mi tocca la gambe mentre avvicina le labbra al mio orecchio.
Me lo morde delicatamente.
-Si ma mi ascolti? Perché siam qua?- chiedo di nuovo ignorando la ragazza.
Dara è intenta a parlare con un’altra ragazza, più scura di pelle, sembra stia chiedendo informazioni, ma non riesco a sentire nulla, c’è troppo casino.
Prima che la ragazza attaccata a me mi toccasse tra le gambe si gira -No Jona, non si scopa oggi, seguimi.-
Mi scollo la tipa.
-Allora, mo mi spieghi?- insisto.
-E calmo, ti ho detto che ci serviva un’arma no?-
-La vuoi prendere qui un’arma? In un club notturno?- notturno non direi tanto visto che è pieno giorno.
-Come ti ho detto ci serve un’arma non registrata, ma queste non si trovano che nei depositi della centrale.-
-E prenderla da lì no?-
-Assolutamente no, dovrei registrare il fatto di averla presa.-
E’ pieno di gente; è letteralmente una discoteca di gente che vuole scopare.
Che tristezza essere entrato in un night per la prima volta nella mia vita e dover esserci entrato solo per un’arma.
-E quindi come la troviamo una pistola in un club adesso?-
-L’arma dovrei registrarla io, ma se me la prendesse qualcun altro e me la desse il problema sarebbe risolto.-
-Chi?-
-DOV’E’ IL SEI??- grida improvvisamente.
I presenti ci indicano una stanza separata dal resto della sala da una tenda di seta nera.
-Uno che ora non è in servizio e che per qualche coincidenza si trova qui.-
-Un poliziotto?-
Entriamo nella stanza, è a forma triangolare con degli specchi alle pareti e un divanetto morbido che da le spalle alla sala.
Di fronte al divanetto c’è un tavolo nero che sembra metallo carbone, è bagnato.
-Ti ricordo che mi devi qualcosa-
Mi accorgo solo dopo qualche secondo che un uomo seduto sul divanetto dandoci anche lui le spalle ha teso la mano sinistra verso di noi tenendo una pistola, con l’altra mano accompagna la testa della ragazza che gli sta facendo il servizio.
-C’è solo un caricatore con bossoli atipici, spero che vi basti quello.-
Io rimango vicino all’entrata mentre Dara si muove verso di lui e prende l’arma dalla sua mano.
-E’ brava?- chiede lei mentre da un’occhiata alla ragazza lì giù.
-Ovvio, ovvio, ma te mi devi lo stesso delle cause.-
Dara fa un verso di disapprovazione -E va benee, quanti soggetti?-
-3 soggetti, uno ha ucciso per sbaglio una signora.- di che stanno parlando?
Lei deve difendere persone per lui?
Dara ride -Per sbaglio?-
-Beh, deve sembrare così all’inizio.-
-Va bene, spero che servano a qualcosa nei casi.-
-Ovvio che serviranno.-
Sì, si stanno definitivamente scambiando dei favori, la cosa interessante è come i due non si siano minimamente guardati.
Nemmeno negli specchi.
Dara ritorna da me e mi fa l’occhiolino con quei suoi occhi da cerbiatto.
Mi fa cenno di uscire.
Io mi incammino di nuovo tra la folla.
-Stammi bene Rodri.-
Mi si accappona la pelle, cosa ho sentito?
-Pure te Dara.- sento provenire dalla stanza.
-Rodri?-
-Andiamo su.- mi incalza l’avvocato vedendo che mi ero improvvisamente fermato.
Rodri?
Pure Rodri?
Ma sono tutti fottutamente qua.
Dara, Rodri, Laure.
Franz.
Usciamo dal night club e saliamo in macchina.
-YO YO LA PROSSIMA VOLTA CI DIVERTIAMO!- mi grida la ragazza che mi toccava prima.
Yo yo sto cazzo, sono tutti qua.
-Che c’è?- mi chiede Dara.
Che c’è? -Niente, andiamo. - C’è che tutte le persone che ho creato son qua, ecco che c’è.
Dove cazzo è finita la regola delle parti?
Non ha senso nulla.
Almeno per ora io Franz non l’ho visto, e magari quello che si trova qui ed è marito di Dara è solamente un altro fantoccio simil Cicciofranz.
Ma perché li sta trasferendo tutti?
Perché improvvisamente tutto il suo mondo si riversa nel mio.
-Sei silenzioso.- Zitta creatura, non ho scritto che puoi parlare.
E poi mi accorgo che lei mera creatura mia non è, vaffanculo io non controllo la mia parte.
E’ come pensare ad una cosa e vedere quella cosa fatta da altri, quella cosa rimane comunque di chi l’ha pensata o diventa di chi l’ha fatta?
Io ho pensato al mondo di Franz che lui sta creando nel mio, che sta riversando nel mio.
E non ne capisco il senso.
Non comunico con lui da così tanto tempo.
E se in realtà non ci fosse nessun Franz?
E se non ci fosse nessun creatore?
-Spera che sia in casa, ma sicuramente lo sarà.-
-Dorothy?-
-Si’, non vorrei fosse andata di nuovo nella baita e ci faccia un due di picche.-
E se improvvisamente si è rotto quel fottuto sogno ad occhi aperti?
Io veramente non riesco a comunicare con lui da troppo tempo.
Mi sento quasi un Dio che non riesce a comunicare con il proprio creato.
O sono io il creato abbandonato da Dio che continua a pregare invano aspettando un segnale?
O solamente sono guarito da una malattia e in tutto questo tempo ho solo fatto volare la mia fantasia?
Penso che anche se ci fosse quel Dio che mi dovrebbe aver creato sarei felice di non comunicarci, meglio vivere nel mistero che vivere sotto il dubbio della propria realtà, specie quando colui che vuole essere Dio è un uomo che vive nella tua capitale e hai descritto in alcuni racconti.
Ma se io lo conoscevo già Franz, vuol dire che per tutto questo tempo ho scritto di lui quasi come per ammirazione?
Io che adoro Franz lo scrittore.
Il mio idolo?
Guardo Dara tutta intenta a guidare.
Scoppio a ridere.
-Non lo voglio avere un due di picche proprio da lei adesso.-
-Perché ridi?-
-Pensavo a cose stupide. Andiamo da Dorothy. -
Penso di creatori, di diari dei, di problemi sulla realtà pensando sempre al fatto di dover dimostrare la mia superiorità reale.
Si gioca sempre sulla classica domanda del tipo “Ma Dio esiste?”
Se esistesse, sicuramente non è quell’uomo.
Non è quell’ uomo che sono sicuro di avere creato.
E non mi voglio sentire Creatore, no.
Mi voglio sentire solo reale.
E se questo comporta che debba recuperare quel diario come se fosse la mia unica fonte di sicurezza.. perché farsi inutili problemi e non affrontare la mia realtà?
Rodri, Laure, Dara, Franz.. potete anche essere qui, ma questa realtà è diversa da quella su foglio.
Mi accorgo di una cosa.
Mi sto prendendo per il culo?
Sorrido e chiedo alla mia creatura -Quanto manca?-
Sì mi sto prendendo in giro, io non mi voglio solo sentire reale, mi abbandonerei al controllo di Franz se volessi solo quello.
Ma voglio controllare pure la realtà su foglio.
Non pensavo che scrivere una storia sarebbe stato così difficile.
Finalmente Dara frena.
Guardo fuori dal finestrino.
Una villetta con giardino.
Un’altalena bianca circondata da fiori delicati anch’essi bianchi.
Scendiamo dalla macchina.
Guardo quella casa così tranquilla al cui interno abita una persona così irrequieta.








Dara suona il campanello.

You Aren't RealWhere stories live. Discover now