Our Only Choice

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-...Finiremmo i nostri giorni dietro le sbarre.-
Laure finisce di parlare e si accascia sulla sua sedia.
-Capisci Jona? Ca-
-Cosa dovrei fare?-
Seriamente cosa vorrebbe che facessi?
All'improvviso mi è piombato un nuovo mondo addosso, un mondo di cui manco ricordavo l'esistenza.
E quindi quella vecchia era un pezzo grosso?
Così grosso da essere il fottuto capo città.
Ricordo di come volessi venire a Maddeka per farmi "controllare".
Avevo ucciso una persona e tale era scomparsa, sparita, evaporata.
Perché l'aveva fatta sparire Franz.
Ed era questa la convinzione che ho avuto in mente in tutto questo tempo trascorso contro Redvik.
Ormai ero convinto di non aver mai ucciso veramente nessuno.
Ed ora.
Ora.
Il mio diario è ancora nelle mani di Laure -Dammelo.-
Possibile che Franz abbia avuto il diario nei pochi minuti che lei lo ha avuto in mano?
Praticamente meno di cinque minuti.
Può aver scritto qualcosa e mandato in rovina ancora la mia parte?
-Devi smettere di scrivere ste cazzate Jona.-
Non può averlo fatto.
È impossibile lui dovrebbe essere in Centrale, occupato.
Non è - Non potremmo confessare il tutto e basta?-
Improvvisamente me ne esco con questa proposta.
-Ah.-
Laure ammutolisce improvvisamente.
I suoi capelli le ricadono lungo la fronte coprendo il suo occhio sinistro.
E gli occhi sono lucidi.
-Jona noi volevamo solo sistemarci. Non doveva morire nessuno. Noi...-
-Noi abbiamo ucciso una signora.-
Cosa succederebbe se andassi definitivamente in carcere?
Io ho parlato senza pensare alle conseguenze.
Non le conseguenze morali, le conseguenze reali.
Di quelle me ne frego altamente: moralmente non provo nulla, come ho già pensato, fino a poco tempo fa nemmeno sapevo di averla uccisa realmente; realmente l'unica conseguenza diretta sarebbe la galera, qualcosa di "giusto".
Ma la conseguenza irreale è quella che mi preoccupa.
Se io finissi dietro le sbarre della Centrale, Franz avrebbe completamente il controllo.
-Jona stai scherzando vero?-
E proclamerebbe la sua realtà.
Devo trovare un modo per risolvere una tale eventualità.
Mi rilasso, mi appoggio per bene sullo schienale, inspiro e chiudo gli occhi.
E comincio a ridere.
Riapro gli occhi, Laure mi sta guardando shockata.
E continuo a ridere.
Ma io non posso fare niente.
Nemmeno se volessi fare una cosa giusta come costituirmi in Centrale.
Ci sono già nella fottuta Centrale.
E dietro le sbarre anche.
Con la differenza che sto dietro a delle sbarre finte per via dell'accordo con Dara.
Continuo a ridere.
Laure con le lacrime agli occhi comincia a sorridere confusa.
Non sta capendo niente, non può capire niente.
Rido.
E lei dovrebbe essere mia sorella?
Perché ho dimenticato pure mia sorella?
La guardo cominciare a seguire le mie risa.
E ridiamo insieme.
Ridiamo insieme in uno studio di interrogatori.
Ma lei piange, piange e ride, il trucco comincia a rovinarsi.
-Continuerò a lavorare con Dara.-
Smetto improvvisamente di ridere.
Laure percepisce in ritardo la mia frase.
-Come scusa?-
-Laure io continuerò a collaborare con Dara, continuerò a scrivere con lei se necessario.-
-Perché?- non c'è più nessun sorriso.
L'atmosfera non è più surreale.
-Perché è l'opzione migliore che si possa scegliere in qualsiasi caso.-
Ed è la verità.
-Cambiare comportamento ora con Dara sarebbe troppo strano; ormai è abituata ad un mio certo modo di agire e inoltre oppormi a lei è fuori discussione... Sono comunque sotto indagine.-
-Potresti evitare di scrivere...-
-Ho detto di no.-
-Inventare allora, potresti inventare invece di scrivere nero su bianco delle nostre storie. O vuoi scrivere la tua confessione?-
Prendo quella domanda come seria - No Laure, non confesserò qualcosa che non ricordo. E non potrò far altro che inventare.-
-Sì ma...-
-Laure hai fatto la tua mossa peggiore, non avresti dovuto dirmi niente. Senza che io sapessi nulla probabilmente non avrei detto niente e mai avrei avuto il timore di dire qualcosa che non conoscevo.-
Laure mi tende il diario - Ed infatti Jona tu non ricordi, non ricordi dove hai messo quelle carte... E ovviamente non sai cosa può succedere se trovassero quelle carte.-
Prendo il diario - Ora dovresti accompagnarmi in cella.- le ricordo.
-Jona noi siamo delle persone schifose.-
Schifose? Ci alziamo pronti ad andare alla porta.
-Non ti ricordi che tra le carte c'è il tuo nome, Romley voleva adottarti.-
Sì, e questo porterebbe a me subitamente se qualcuno trovasse quelle carte.
-E ci sono i nomi di Patricia e Mimi.-
Mi fermo un attimo.
-E loro non c'entrano niente con tutto questo.
















Laure apre la porta.





You Aren't RealWhere stories live. Discover now