Capitolo 1

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Jungkook's pov

Tamburello le dita sul tavolo, guardando per l'ennesima volta l'orologio: le sette e un quarto.
È in ritardo. Già lo odio.

A un certo punto il campanello suona, e io scatto in piedi.
Vado a passo sicuro verso la porta.
Quando la apro, per poco non scoppio a ridere. E questo dovrebbe essere un Kim?
Ho di fronte a me un ragazzino, e non è quello che mi aspettavo.

"Tu dovresti essere Taehyung?" Chiedo, con tono canzonatorio.
Il ragazzino abbassa la testa, rischiando di far cadere gli occhiali che porta.
"S-si, s-sono i-io" balbetta, dopodiché diventa completamente rosso.

Alzo gli occhi al cielo.
"Non balbettare, odio quelli che lo fanno. Ed entra, non ho tutto il giorno".
Alle mie parole, lui scatta e supera la soglia di casa.

Si guarda intorno e questo mi permette di vedere meglio il suo viso. Porta gli occhiali, come già avevo visto, i suoi capelli sono neri, con una frangia che gli copre quasi del tutto gli occhi. Dai lineamenti e la scarsa altezza, capisco che è ancora troppo piccolo per avere a che fare con queste cose.

Notando gli altri, tutti predisposti in cerchio, sussulta e leggo la paura nei suoi occhi.
"Piacere, io sono Jimin". Si fa avanti il bruno, con già il sorriso pronto.
"Jimin" ringhio, guardandolo male.
Lui ritorna al suo posto, abbassando la testa.
Yoongi, pensando che io non stia guardano, gli accarezza una mano.

Schiocco la lingua contro il palato e decido di lasciar perdere.
"Allora, cosa fai qui in piedi come un ebete? Parla".
Il ragazzino inizia a balbettare nuovamente e io sbuffo.

"Ma almeno hai la pallida idea di perché tu sia qui?"  Grido, perdendo la pazienza.
Lui fa un salto e indietreggia, lasciando cadere il borsone.

"Q-qualcosa m-mio p-padre m-mi ha d-detto".
Respiro pesantemente, imponendomi di ritornare calmo.
"Cosa?"
"C-che c-c'è d-di mezzo u-un d-debito" 

Annuisco e sbuffo "adesso non ho voglia di spiegarti, togliti dai piedi. Comunque domani sveglia alle cinque, c'è la tua prima lezione. Dio solo sa se centri qualcosa con noi".
Abbassando la testa, annuisce lentamente. Posso vedere i suoi occhi diventare lucidi.

Gli volto le spalle, non volendo vedere se si mette a frignare. 
"Namjoon andiamo. Jimin fai vedere la sua nuova stanza al ragazzino".
Ordino e Jimin esegue senza fiatare.

Namjoon invece mi affianca, guardandomi male.
Io cammino verso la stanza delle armi, ignorando i suoi sguardi.
"Dovresti trattarlo bene, almeno adesso che è appena arrivato".
Lo ignoro, caricando le pistole.
Gliene passo una e infilo la mia nei jeans, coprendola poi con con la maglia.

"Non me ne mai fregato un cazzo di essere cortese, e di certo non lo sarò adesso con un pivello qualunque. Ora andiamo, dobbiamo ragionare con un paio di stronzi".

Taehyung's pov

Sempre con la testa bassa, seguo quel Jimin attraverso il corridoio.
"Tu ti chiami Taehyung, vero?" Mi chiede e io annuisco.
"Tranquillo, io non sono così stronzo come Jungkook" e poi mi sorride.

Rincuorato un po' dalla sua gentilezza, mi faccio coraggio e porgo una domanda.
"M-ma cosa significa q-quel tatuaggio che avete t-tutti qui?" Indico il mio collo.

Jimin continua a sorridere e si abbassa il colletto della maglia, per farmi vedere meglio il grosso ragno tatuato.
"È il simbolo del gruppo, animale insidioso e  pericoloso. Proprio come noi" ma con quel sorriso dubito che abbia qualcosa di pericoloso.

Poi però un terribile dubbio mi colpisce.
"Dovrò farlo anch'io?" Sono terrorizzato alla sola idea che un ago sfiori la mia pelle.

"Se tutto andrà bene, ed entrerai a fare parte del nostro clan, si dovrai farlo". Annuisco e per il resto non parliamo più.
Arriviamo di fronte ad una porta, che Jimin spalanca.

Entrando, vedo che si tratta di una stanza normale. Letto ad una piazza, accostato contro la parte.
Una vecchia sveglia sul comodino e qualche quadro vuoto appeso alla parte.
Non so cosa mi aspettassi di vedere, in realtà.

"Puoi mettere i tuoi vestiti qui" e va ad aprire un armadio a muro, non molto grande.
Non mi preoccupo, non ho molte cose.
"D-d'accordo. Grazie J-jimin". Lui mi sorride, e io mi domando se sia sempre così allegro.

Poi però ritorna serio.
"Non preoccuparti di Jungkook. Può sembrarti cattivo, ma cambierai opinione non appena lo conoscerai meglio".
Faccio finta di credergli, da quel poco che ho visto, non potrei comunque cambiare idea su di lui.

"M-magari potresti d-dirmi tu qualcosa in più, sul perché s-sono qui".
Lui scuote la testa, "mi dispiace Taehyung, ma non ho il permesso. Dovrà farlo solo ed esclusivamente Jungkook, solo se gli andrà è ovvio" annuisco dispiaciuto.

Però non insisto, non volendolo mettere nei guai.
"Bene, adesso devo andare. Tu sistema tutte le tue cose, e non esitare a chiamarmi se hai bisogno. La mia stanza è l'ultima sulla destra"
Lo ringrazio e alla fine mi lascia solo.

Sospiro e mi siedo sul letto, guardandomi intorno.
Sono stato colpito da Jungkook, appena l'ho visto sono rimasto senza fiato di fronte alla sua bellezza.

Ma appena ha aperto bocca, ho capito che la sua bellezza non compensa il disprezzo e l'arroganza con cui mi parla.
E riesco a credere un po' di più che tutte le cose che si dicono su di lui sono vere.

Quando mio padre mi ha detto che fosse un essere spietato e senza cuore, non mi sono fidato.
Mi ha raccontato cose su di lui, che solo a ricordarle mi fanno venire i brividi.
Ma sul debito non mi ha detto praticamente nulla, se non che noi Kim apparteniamo da secoli ai Jeon.

Tutto questo mi ha messo un orribile mal di testa.
Perciò decido di andare a dormire.
Imposto la sveglia, e prendo una maglia dal borsone, che uso come pigiama.

Tolgo gli occhiali e li poso sul comodino.
Mi metto a letto, guardando il soffitto per ore interminabili prima di riuscire ad addormentarmi.

***
Ecco qui il primo capitolo. Magari può sembrarvi noioso, ma vi chiedo di pazientare un po'. Con il corso della storia, tutto si farà più interessante.

~DANGEROUS LOVE~ KookVWhere stories live. Discover now