Capitolo 132

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La festa sta procedendo alla grande.

Tutti si stanno divertendo, o almeno così sembra.
Ho passato la maggior parte del tempo a piangere. Di gioia, sia chiaro.
Ho iniziato dal momento del primo ballo tra me e Yoongi, per finire due secondi fa, al discorso che mio padre ha tenuto, rivolto a me.
Era sul serio commovente.

"Che mi sono perso?" Fa così la sua comparsa Jihyun, dopo due ore.
Gli rivolgo una veloce occhiata. Ha un sorrisetto da ebete, la camicia fuori dai pantaloni e i capelli tutti scompigliati.
Kai arriva subito dietro di lui. È più o meno nelle stesse condizioni, tranne per dei grandi succhiotti, che gli decorano il lato destro del collo.

"Ti sembra il caso di fare queste cose. Al mio matrimonio, e con il fratello di Yoongi per giunta?" Sbraito, silenziosamente. Non voglio che gli altri mi sentano.

Jihyun scrolla le spalle.
"Scusami fratellone, ma Kai è troppo irresistibile. Ti giuro, me lo riporterei dentro e incomincerei tutto da capo".
Guarda Kai, con espressione maliziosa.
Lui però non lo calcola minimamente.

"Siediti e sta zitto" sputo, senza nemmeno guardarlo.
Mi ascolta a va a sedersi al tavolo con mamma e papà.

Sul piccolo palco allestito apposta, Yoongi sale e si posiziona dietro il microfono.
È arrivato il momento del suo discorso. Quello che ho aspettato di più.

Saluta, ringraziando un po' tutti per essere qui.

"Ma ora voglio rivolgermi a te, Jimin. - Mi guarda, sorridendo -
Sono mesi che penso a cosa dire, in questo magnifico giorno che mai avrei pensato di vivere. Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto.
Così piccolo che quasi facevi tenerezza".

Gli scappa un sorriso, io lo imito.

"Ci siamo odiati fin da subito, ma era ovvio. Due persone testarde come noi non potevano di certo andare d'accordo.
Forse però è più corretto dire che facevo finta di odiarti. Non volevo ammettere a nessuno, nemmeno a me stesso, che in realtà la prima volta che ti ho visto ho pensato di aver trovato la persona che finalmente poteva farmi uscire dal mio guscio, fatto di freddezza e ostilità".

Sento già le lacrime salire, e la gola serrarsi per il tentativo di trattenerle.

"Poi è arrivato quell'inaspettato bacio, dato per la troppa paura di perdersi. Da quel giorno ho capito di non voler più rinunciare a niente di te: alla tua risata, che mi fa ritornare il buonumore se solo la sento. A quel faccino così adorabile, che ogni tanto diventa antipatico quando litighiamo. Non voglio rinunciare ai tuoi occhioni da bimbo, che mi perdo ogni volta a guardare. Non voglio rinunciare ad accarezzarti i capelli, quando diventi capriccioso e hai bisogno di coccole. Non voglio rinunciare al tuo profumo, che mi resta addosso dopo aver fatto l'amore. Non voglio rinunciare ai nostri momenti di gioco, ai nostri sorrisi, ai miei mal di pancia causati dal troppo ridere che capita solo quando siamo insieme. Non voglio rinunciare a te neanche un secondo".

Si ferma per qualche istante. Cerca di trattenere le lacrime, lo vedo.
Io ormai ho lasciato perdere da tempo, sembro un fiume in piena.

"So che non te lo dico spesso, ma amo quando mi fai sentire tuo, e quando mi abbracci facendomi sentire protetto. E ti chiedo ancora una volta scusa per tutti i miei sbagli e le mie mancanze, che sono tantissime, lo so bene".

Sospiro, scuotendo la testa.
Non voglio che pensi ancora a questo.
Si schiarisce la voce, prima di riprendere.

"Lo so perché sono tante le volte che mi rimproveri. Non sono come mi vorresti, non lo sono nemmeno lontanamente e non sai che darei, invece, per renderti fiero di me. Percepisco che i nostri continui litigi, a lungo andare ci feriranno sempre di più. Ma per favore piccolo, se non sarò abbastanza maturo nell'ammettere i miei errori aiutami tu. Dimmi sempre ciò che provi, ciò che senti, senza accusarmi o ferirmi se non è necessario. Cerca di capire le mie paranoie, i mie dubbi e le mie gelosie".

Sorride, con gli occhi lucidi. Mi volto a guardare il resto della sala. Sono quasi tutti commossi.

"Io sono pronto a starti vicino, abbracciarti, capirti. Mi prenderò cura di te sempre. Voglio starti accanto quando sarai felice, per poter vedere la spensieratezza nei tuoi occhi, ed esserci anche quando il dolore ti prenderà il cuore perché sai bene anche tu, che la vita ci fa affrontare mille ostacoli prima di essere felice".

"E perdonami se a volte non ti ascolto e parto in quarta con le mie idee, se non ti dimostro spesso quello che significhi per me. Dovrei farlo ogni giorno, lo so.
Perdonami se non ti parlo mai di me, se ti riempio con i miei silenzi. Sai, ho solo paura di annoiarti parlando.
Perdonami se sono incostante nel fare le cose, se ho le mie fissazioni, se sono strano. Perdonami se le ferite del passato non si cancellano, se ti do la colpa di tutto senza rendermene conto. Vorrei che mi capissi senza dover parlare, non mi accorgo invece che sono io il primo a non farti avvicinare e a nasconderti se c'è qualcosa che non va, per poi scoppiare all'improvviso".

Cede e scoppia in lacrime, tirando su con il naso.

"P-perdonami se sono diventato così emotivo, da piangere mentre ti dico queste parole, perché temo che forse sentendo tutte queste verità tu ti renda conto che non sono alla tua altezza".

"Non dire così" bisbiglio, asciugandomi le lacrime con i pollici. Ma tanto è inutile, ne stanno uscendo altre.

"Nella vita ho sempre desiderato qualcosa. E sarà banale, ma da quando ho te tutto il resto mi sembra inutile. Mi basta averti accanto a me ogni notte, abbracciandoti e proteggendoti da eventuali incubi. Causati dal troppo rimpinzarti di cibo".

Tutti i presenti ridono, e anche noi due.

"Per me il rumore della felicità è il suono della tua voce. In tutto questo tempo l'amore sento per te non ha mai smesso di crescere, anzi si rafforza ogni giorno di più. Grazie di essere entrato di prepotenza nella mia vita quando non volevo nessuno, quando credevo che ormai amare fosse solo un'utopia. Mi hai insegnato ad amare senza fine, mi hai insegnato cosa significhi dedicarsi interamente a un'altra persona, ad ammettere i propri errori quando è necessario. Ora mi ritrovo ad amarti in un modo che neanch'io credevo possibile.
Mi sproni sempre ad essere il migliore".

"Ciò che ci lega è così unico e speciale da non poterlo descrivere. Perché noi questa storia l'abbiamo costruita pezzo dopo pezzo, con i nostri insaziabili baci, con le nostre litigate furiose all'ordine del giorno, con svariati pianti da parti di entrambi, con l'allegria che racchiude le giornate trascorse insieme, con gli abbracci, con le promesse mantenute e anche con quelle venute meno.
Ti ho mostrato ogni sfaccettatura di me, il mio lato da bambino, i miei valori, le debolezze e l'orgoglio che tanto odi. E se un giorno capita che vai via da me, poi torni e mi dimostri che alla fine non mi abbandoni mai.
Tu sei l'unico per cui vale la pena litigare e combattere ogni giorno.
Non voglio un ragazzo perfetto, nè ti voglio uguale a me... Semplicemente ti voglio così.
Mi hai fatto riscoprire il vero senso della parola amare.
Perché tu sei l'amore della mia vita. E io non vedevo l'ora di dirtelo".

Termina il suo discorso, accompagnato da un applauso fragoroso che si diffonde per tutta la sala.
Ma il più forte è il mio.

Gli lascio a malapena il tempo di scendere dal palco, prima di fiondarmi tra le sue braccia.
"Dio mio, sei pazzo? È stato un discorso meraviglioso".
Bisbiglio al suo orecchio, abbracciandolo.

Lui ricambia la stretta, sollevandomi da terra.
"Ti amo tantissimo Yoongi. Qualsiasi cosa verrà sempre dopo il mio amore per te".
Piango, con la testa nascosta nell'incavo del suo collo.

Sono così felice.

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Questo capitolo è stato un vero e proprio parto. Spero solo che il discorso di Yoongi non vi abbia annoiato.

~DANGEROUS LOVE~ KookVWhere stories live. Discover now