Capitolo 34

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Jungkook's pov

"Jungkook, non puoi andare da solo" Namjoon tenta di afferrarmi, però lo scanso abilmente.

Sono così arrabbiato, che sarei capace di fare del male a chiunque mi sbarri la strada.

"No Namjoon, adesso basta. Quel bastardo mi ha rotto i coglioni, non merita più di vivere".
Sento gli altri chiamarmi, ma sono già salito di sopra, ancora prima che qualcun altro possa tentare di trattenermi.

Carico velocemente la mia pistola e faccio per uscire dalla stanza, ma trovo Taehyung a bloccarmi.
"Togliti di mezzo" faccio persino fatica a parlare.
"No" dice lui deciso, guardandomi con determinazione.

"Taehyung, levati-dai-coglioni" scandisco bene le parole, in modo che capisca il mio messaggio.

"Ma cosa credi di fare? Andando lì da solo, ti farai solo amazzare".
Mi spintona, riuscendo persino a farmi indietreggiare di qualche centimetro.

Ma subito mi faccio avanti.
"Non me ne frega un cazzo. Dopo che avrò ucciso JB, non mi importerà che fine farò".
Lo afferro per le spalle, cercando di spostarlo.

Scansa via le mie mani bruscamente.
"Ma ti senti quando parli?" Urla, vicinissimo alla mia faccia.

Al che perdo completamente la ragione.
"Perché cazzo non capisci Taehyung, ha minacciato la mia famiglia".
Grido ancora più forte di lui, che però non si lascia intimidire e continua a guardarmi con occhi fiammeggianti.

"Lo so questo, ma non ti lascerò partire per questa specie di missione suicida".
Stringo un suo braccio "non mi importa cosa mi lascerai fare o no" dopodiché riesco ad allontanarlo dalla porta e uscire in corridoio.

Cammino a passo spedito verso le scale, scendendo e uscendo poi di casa.
"Jungkook, t-ti prego" mi blocco, sentendo la voce tremante di Taehyung.

Mi giro e lo vedo lì, sulla soglia di casa e con le lacrime agli occhi.
Mi mordo nervosamente le labbra, indeciso se andare da lui per consolarlo, o proseguire con il mio piano.

"N-non potrei a-andare avanti s-se t-tu... S-se ti a-accadesse qualcosa". Inizia a piangere, ed io non avendo più dubbi, corro da lui per prenderlo tra le braccia.

Singhiozza forte, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo.
Sento le lacrime bagnarmi, ma penso solo a consolarlo.

Gli accarezzo la schiena, facendo su e giù.
"Piccolo calmati. Sono qui, non vado da nessuna parte".
Il suo pianto si placa dopo alcuni minuti e alza piano la testa.

"R-rimani c-con me" balbetta, stringendomi forte.
"Sono qui" gli ripeto, asciugandogli le lacrime che ancora scorrono lungo le sue guance.

Gli lascio un bacio sulla fronte e lui chiude gli occhi.
"Voglio solo andare a vedere come stanno mia madre e mia sorella" riapre gli occhi, spaventato.

Ovviamente non mi crede.
"Puoi venire con me se vuoi" gli propongo per rassicurarlo. Annuisce.
"Prendo solo una felpa" mi avvisa, con la voce roca dal pianto.

"D'accordo"
"Vieni con me, però".
Sorrido accontentandolo.
Ha paura che me ne vada, e posso capirlo bene.

Quando ritorniamo dentro, sotto lo sguardo sorpreso di tutti, afferro una felpa pesante dallo schienale del divano e gliela lancio.

"Prendi questa, ti terra più al caldo".
È incredibile come gran parte della mia rabbia sia svanita davanti alle lacrime di Taehyung.

~DANGEROUS LOVE~ KookVOnde histórias criam vida. Descubra agora