Capitolo 4

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- Maddai, vi siete visti? - esclamò Grover, seduto a gambe incrociate sul suo letto. Percy e i suoi amici erano tutti in camera loro, sdraiati suoi loro rispettivi letti.

Percy sbuffò, sentendosi le guance a fuoco. - Mi ha solo aiutato a studiare e per sdebitarmi le ho portato la borsa: le faceva male la spalla - replicò Percy, giocando con Blackjack che balzò sul suo gioco in una agguato.

- Dai, Percy, ti mangiava con gli occhi! - si intromise Frank, alzando lo sguardo dal suo quaderno in cui stava disegnando qualcosa. Era seduto a gambe incrociate sul suo letto.

Percy sbuffò, tutto rosso. Lui e Piper erano andati insieme a guardare le selezioni di Quidditch di Grifondoro. I suoi amici non avevano perso l'occasione per prenderlo un po' in giro.

Era passato un mese dalle selezioni della squadra dei Grifondoro e grazie all'aiuto di Piper era riuscito a prendere abbastanza appunti per riuscire a studiare abbastanza bene per prepararsi per la verifica di Storia della Magia.

- Su, ragazzi, non sono mica uno dei modelli di Calvin Klein! - insistette Percy, non riuscendo a trattenersi dal sorridere. Di certo non gli dispiaceva che Piper provasse qualche tipo di attrazione per lui.

- Ma come fai a non accorgertene? - non si diede per vinto Grover. Percy scosse la testa, sospirando. Parlare di questo gli stava dando un po' fastidio, ma il fatto che le ragazze fossero attratte da lui lo lusingava non poco.

- Le ragazze ti spogliano con lo sguardo ogni volta che cammini loro vicino - concordò Tyson, smanettando con uno strano aggeggio. Percy non riusciva a vedere cosa fosse, ma non ci fece troppo caso.

Sospirò, accarezzando Blackjack che fece le fusa contro il suo braccio. - Se lo dite voi. - concesse loro, passandosi una mano tra i capelli. Guardò l'orario dalla sveglia sul suo comodino, accanto alla foto di lui e sua madre.

- Ad Ilvermony non ero proprio il ragazzo più voluto - ammise, mentre guardava fuori dalla finestra. Diluviava, ma il rumore della pioggia lo rilassava molto. - Non ho mai avuto una ragazza.

Grover fece per dire qualcosa, poi guardò fuori dalla finestra e si sentì un ticchiettio sul vetro e Percy si alzò subito per aprire la finestra. Vide il suo gufo fuori dalla finestra che beccava il vetro per farsi sentire.

Aprì la finestra e prese la lettera dal becco della signora O'Leary, per poi farla entrare. Il gufo scosse le ali ed entro, appollaiandosi nella sua gabbia.

- Grazie, signora O'Leary - la ringraziò Percy, accarezzandole la testa. Chiuse la finestra e Blackjack approfittò della distrazione del ragazzo per sistemarsi sul suo cuscino coperto dal caldo piumone.

Percy rabbrividì nel suo maglione, non si era ancora abituato al freddo pungente della Scozia. - Chi ti scrive? - gli chiese Frank, mentre Percy si sedeva di nuovo sul suo letto, incrociando le gambe.

Percy girò la lettera e lesse il mittente. - Mia madre - rispose Percy, aprendo la lettera. La tirò fuori dalla busta e posò quest'ultima sul letto. Lesse il contenuto della lettera, nonostante la dislessia gli desse un po' di problemi.

La lettera diceva: "Ciao, tesoro!
Sono contenta che tu sia finito nella mia stessa casata. Ricordo le risate con le mie amiche nella sala comune, e le sere passate a parlare delle nostre cotte. Sono sicura che ti divertirai ad Hogsmeade sabato, ti consiglio di andare a prendere una burrobirra a uno dei pub nel paesino.

Percy sorrise, mentre Blackjack si strisciava sulle sue gambe in cerca di coccole. Prese a grattarlo sotto al collo, cosa che gli fece fare le fusa. "Con il lavoro mi sto trovando abbastanza bene e spero che la tua dislessia non influisca troppo sul tuo rendimento.
Sappi che qualunque sia la tua media ti voglio bene, okay? Non ti distruggere il cervello per farmi contenta, studia per te, okay?

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