Capitolo 62

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Un paio di giorni dopo, Percy si trovava nella sua sala comune con Piper. Lei era sdraiata sul divanetto e gli leggeva ciò che doveva scrivere negli appunti. Lui invece era seduto sul quello che rimaneva del divano e scriveva. - Quanto manca? - le chiese, la testa che già gli faceva male.

Piper gli lanciò un'occhiata. - Poco, Percy - gli assicurò, accennandogli un sorriso. Percy annuì e tornò a scrivere. Passò altro tempo, e Percy aveva sempre più difficoltà a scrivere, tanto che dovette cancellare e riscrivere più volte. Scosse la testa e sbuffò.

Finalmente finì. Era esausto: la testa gli faceva male e le lettere gli volavamo intorno alla testa come su degli skateboard. Si passò una mano tra i capelli e sospirò, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Era come se qualcuno gli stesse martellando sulle tempie.

- Amore? - lo chiamò la sua ragazza. Lui si voltò e si rese conto che le si era seduta accanto. Lo guardò preoccupata e gli accarezzò una guancia. - Sei esausto. Sei sicuro di non voler andare in camera?

Percy le sorrise e si strinse nelle spalle. - Voglio rimanere qui - le assicurò. Le stampò un bacio sulle labbra, che lei ricambiò un po' in ritardo. Era ancora preoccupata per lui. - Sai che cosa mi andrebbe? Che tu leggessi un po' per me.

Piper sorrise e arrossì, poi gli stampò un bacio sul naso. - Vuoi accoccolarti tra le mie braccia come un bambino? - precisò con un sorriso. Percy arrossì ma la guardò con i suoi occhioni verdi, che avrebbero fatto sciogliere anche un ghiacciaio, come a pregarla.

- Ti prego - la implorò, facendole gli occhioni dolci. Lei cercò di resistergli, ma era così carino. Non avrebbe potuto resistergli a lungo, infatti lo guardò negli occhi per qualche secondo, ma poi distolse lo sguardo e annuì.

- Va bene - si arresse e il sorriso che si formò sul viso del suo Percy non la fece pentire. Si sporse su di lei per baciarla, bacio che lei ricambiò con un sorriso, poi prese il suo libro dalla cartella e si sdraio. Allargò le braccia e sorrise al suo amore. - Vieni qui, su.

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. Si sdraio tra le braccia della ragazza. Le circondò la vita con le braccia e posò la testa sul suo seno morbido, proprio sopra il suo cuore per sentirne il battito. Lei sorrise e gli stampò un bacio sulla testa.

Raggiunse la pagina a cui erano arrivati e cominciò a leggere. Percy chiuse gli occhi contro il suo seno morbido. Si sentiva così bene tra le sue braccia. La sua voce era così rilassante, così espressiva. Il battito del suo cuore era così calmo.

Il mal di testa, man mano che continuava con la lettura, di attenuava sempre di più. Solo lei poteva farlo sentire così bene. Gli era mancata così tanto durante le vacanze. Ogni volta che aveva un incubo avrebbe voluto che lei fosse lì per accoccolarsi a lei, proprio come in quel momento.

La storia gli piaceva molto. E il modo in cui l'autore la raccontava era divertente. Dopo un po, Percy cominciò a sentire le palpebre pesanti. Il calore e il battito regolare della sua principessa non contribuiva certo a tenerlo sveglio. Prima ancora di rendersene conto, scivolò tra le braccia di Morfeo.

Piper continuò a leggere, ignara che il suo amore si fosse addormentato. Adorava leggere, ma quello che più le piaceva era tenerlo tra le braccia, averlo lì con lei. Era così bello tornare ai primi tempi. Non se ne accorse finché Frank ed Hazel entrarono nella sala comune.

Frank fu il primo a notarlo. Sbuffò, attirando l'attenzione di Piper, poi scosse la testa. - Che ruffiano - commentò, ma sorrideva. In fondo era contento che avesse trovato una persona che lo amasse come faceva lei. Piper aggrottò la fronte, confusa, e guardando il suo ragazzo si rese conto che si era perso nel mondo dei sogni.

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