Capitolo 29

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Percy dormì tranquillo quella notte. Io giorno del funerale arrivò veloce come il vento. Quel giorno si svegliò abbastanza tranquillo, nel suo letto. I suoi amici dormivano nei loro letti.

Si girò per vedere l'orario, ma Blackjack andò a salutarlo prima che potesse vedere che ore fossero. Gli leccò una guancia, facendolo sorridere, e il suo padrone gli fece i grattini dietro le orecchie. Il bel gatto nero fece le fusa.

Percy si voltò di nuovo a guardare l'orario. Erano le sette. Era sabato, ma lui e Piper doveva andare al funerale e Miller aveva detto che sarebbero partiti alle otto con l'Hogwarts Express.

Allora il ragazzo sospirò e decise di alzarsi per vestirsi. Aprì il suo armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi. Lì aveva davvero poco perché di solito indossava la divisa.

Alla fine, dopo almeno dieci minuti di ricerca, trovò dei jeans neri e una felpa dello stesso colore. Una volta vestito, si guardò allo specchio: sembrava un vampiro, con quella carnagione chiara e i capelli così scuri.

Sbuffò e fece una carezza a Blackjack, poi cercò di darsi una sistemata ai capelli. Scese in Sala Grande, che era quasi deserta. Vide Piper arrivare dalla parte opposta. Indossava un vestito nero, con la gonna che arrivava fino a metà coscia, sopra delle calze dello stesso colore semitrasparenti.

Era bellissima. Lui invece si sentiva uno schifo, ma almeno aveva dormito tranquillo per tutta la notte. - Amore, buongiorno! - lo salutò la ragazza. Gli si tuffò tra le braccia e lui non poté fare a meno di stringerla tra le sue braccia.

Amava sentire il suo calore tra le braccia, le sue braccia che gli si allacciavano al collo e il profumo di limone dei suoi capelli nelle narici. Piper si allontanò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi e accarezzargli una guancia.

- Come hai dormito? - gli chiese premurosa. Lui l'abbracciò di nuovo, seppellendo il naso tra i suoi capelli. - Oh, amore, come sei dolce. - esclamò, passandogli le dita nei capelli. - Hai dormito male, allora?

Lui scosse la testa, ma non rispose. Avrebbe voluto rimanere tra le sue braccia per sempre. - No, volevo solo un abbraccio - rispose il ragazzo, staccandosi da lei, che non poté fare a meno di sorridere.

Era così carino, pensò. - Andiamo a mangiare, che ne dici? - propose, prendendolo per mano. Si alzò sulle punte per dargli un bacio a fior di labbra e lo condusse in Sala Grande.

- Non possiamo mangiare insieme - le ricordò il ragazzo quando vide che lo stava portando verso il tavolo di Grifondoro. Avrebbe voluto tanto che lei potesse stare accanto a lui a tavola, ma purtroppo le regole erano regole.

Lei si strinse nelle spalle. - Non importa - ribatté lei, con un sorriso. - Non c'è nessun professore in giro e poi sono la tua ragazza, cavolo! Avrò il diritto di sedermi accanto a te o no?

Percy sorrise. Era così felice che volesse per forza sedersi accanto a lui, solo per stargli vicino. Si sedette vicino a lei, prendendo un brownie. Era così nervoso per quel pomeriggio, quando ci sarebbe stato il funerale.

Non era sicuro di riuscire a non crollare e non voleva piangere come un bambino davanti a tutti. Sperò che la presenza della sua Piper sarebbe riuscita ad aiutarlo. Anche Piper prese un brownie.

- Come ti senti? - gli domandò la ragazza. Percy la guardò in viso: aveva messo l'eyeliner sugli occhi e il mascara, poi del rossetto rosa scuro. Era davvero bellissima e Percy si sentì fortunato ad avere tutta per sé una ragazza come lei.

Si strinse nelle spalle. - Sono nervoso - rispose, dando un morso al suo brownie. Era davvero buono e il suo stomaco brontolava desideroso di cibo. - Ma per il resto sto bene.

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