Capitolo 39

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Finalmente arrivò l'otto marzo. Per qualche strana combinazione, era una domenica. Percy quella mattina si alzò abbastanza tardi. Aprì gli occhi e non si aspettava di vedere i raggi del sole filtrare dalle tende.

Si alzò sui gomiti e si accorse che i suoi amici non erano in camera. "Saranno andati a mangiare" pensò Percy, poi decise si andare a farsi una doccia, prima di uscire con Piper per la loro uscita.

Era un po' ansioso di cantare la sua canzone a Piper. Aveva un po' paura che non le piacesse. Comunque, si spogliò ed entrò nella doccia. Passò sotto il getto d'acqua calda almeno dieci minuti, nella pace più totale.

Era bello tutto quel silenzio, una volta tanto. Rimaneva raramente da solo: i suoi amici erano la maggior parte delle volte in camera e Piper lo aiutava sempre a studiare. L'acqua calda era così rilassante.

Una volta uscito dalla doccia si dedicò al suo aspetto: voleva essere perfette per la sua Piper, quel giorno. Era la festa della donna, ma per loro era il loro primo San Valentino. Si asciugo i capelli con un incantesimo e se li sistemò un po'.

Il suo stomaco brontolò. Sperò che qualcuno gli avesse lasciato qualcosa sa mangiare. Uscì dal bagno e si vestì. Non indossò la divisa perché era domenica, perciò era libero di scegliere qualcosa di più bello.

Dopo qualche minuto, scelse una camicia celeste sotto un maglione blu, il suo colore preferito. Scese in Sala Comune, dove per prima cosa notò Harry, Ron, Frank, Grover e Tyson seduto su dei divanetti.

Grover fu il primo a notarlo. - Ehi, Percy! - lo chiamò, facendogli segno di sedersi. Percy gli sorrise e sentì Blackjack salirgli sulla spalla. Il gatto gli Lecco una guancia e Percy rise.

Prese posto tra Grover e Frank. Blackjack scese dalla sua spalla e si sistemò sul suo grembo. - Che state facendo? - domandò. Blackjack si girò sulla schiena e Percy gli grattò il petto.
- Stavamo parlando di ragazze - rispose Frank, con gli occhi che brillavano. Probabilmente pensava ad Hazel. Lui non poté fare a meno di pensare alla sua Piper: era così bella la sua piccola, non vedeva l'ora di vederla. - Volevamo sapere... com'è fare... quella cosa?

Percy arrossì di botto ma non riuscire a fare a meno di ridere. Gli altri ragazzi lo guardarono male. - Be'... una cosa che non si può spiegare a parole - cercò di spiegare, ripensando alla sua Piper, sotto di lui, che gemeva facendolo impazzire. Arrossì. - Se non l'avete fatto non potete capirlo.

Frank stava per dire qualcosa, quando Hazel e Piper comparvero nella Sala Comune dei Grifondoro ridendo. Percy e Frank si voltarono insieme. Percy guardò Piper e rimase incantato: era bellissima.

Indossava un vestito bordeaux, ricoperto di pizzo, che le arrivava a metà coscia, sopra delle calze semitrasparenti nere. La collana che Percy le aveva regalato spiccava sul suo petto, dato che portava i capelli legati in uno chignon alto.

Portava degli orecchini d'oro a forma di cuore e qualche braccialetto. Sulle spalle aveva il mantello, ma Percy sapeva che sarebbe stato necessario stringerla a sé per scaldarla. Si alzò per andarle incontro e lei gli saltò praticamente addosso.

- Amore! - lo salutò, mentre lui la stringeva a sé. Si perse nel profumo dei suoi capelli per un secondo, poi la ragazza si alzò sulle punte per baciarlo dolcemente sulle labbra. - Non vedevo l'ora di vederti, oggi.

Percy l'abbracciò e lei rise leggermente. Gli passò una mano nei capelli e lo strinse forte a sé. - Che dolce che sei, amore - gli sussurrò all'orecchio, facendolo sorridere. - Che stavate facendo?

Percy si staccò da lei e gli prese le mani. Si strinse nelle spalle e lei gli sorrise. - Io mi sono svegliato solo dieci minuti fa - rispose, mentre lei gli accarezzava una guancia dolcemente.

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