Capitolo 58

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Un paio d'ore dopo, Percy e i suoi amici erano seduti ad un tavolo ai Tre Manici di Scopa. Percy era così contento che fossero lì con lui. Ordinò loro una burrobirra ciascuno, per lui invece un bicchiere di Whiskey Incendiario.

Una volta pronti, Percy li prese e li portò al loro tavolo. - Ecco qua - annunciò posandoli con cautala. Sapeva molto bene cosa poteva succedere se si facevano cadere. - Vi assicuro che sono fantastiche.

Leo prese la sua e alzò un sopracciglio. - Fanno bere alcolici ai minorenni? - esclamò stupito, poi prese un sorso. Percy lo vide spalancare gli occhi. - Santi numi, é fantastica!

Percy rise. Lui bevve un sorso del suo Whiskey Incendiario con calma, mentre l'alcol gli faceva bruciare la gola. - Probabilmente le Burrobirre sono analcoliche. - ipotizzò stringendosi nelle spalle. - Comunque, io preferisco il Whiskey.

Anche Connor bevve un sorso della sua burrobirra. Non erano cambiati per niente dalle vacanze di Natale: Connor aveva sempre quella zazzera di capelli castani, quel sorriso sghembo che faceva sempre pensare che ti avesse rubato il portafoglio e e quello sguardo che faceva sembrare che stesse cercando il modo giusto per fregarti.

Leo era basso come l'ultima volta che si erano visti. Aveva anche lui quel sorrisetto furbo e i ricci castani scuro. Come Percy, anche lui era iperattivo. Infatti non riusciva a tenere le mano ferme neanche se ci provava.

- Allora, raccontatemi - li esortò Percy curioso. Non vedeva l'ora di sapere cosa era successo durante la sua assenza. - Che é successo a casa? Non mi avevate detto che qualcuno potrebbe aver trovato qualcuno con cui uscire.

Leo arrossì, cosa che divertì Percy. Percy non ci aveva fatto caso, ma si era riferito a Ilvermony come a casa. Percy non sapeva ancora molto bene come inquadrare questa parola. Molti direbbero che casa é il posto in cui si vive. Altri quello in cui si é cresciuti. Ma per Percy, cos'era casa?

Si era fatto questa domanda molte volte ultimamente. Di certo, sentiva casa l'America, i suoi amici e Ilvermony. Ma dopo tutto quello che aveva passato lì in Inghilterra, non avrebbe esitato neanche a dire che suo padre e Piper fossero la sua casa.

- Allora - cominciò Connor con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro. Gli raccontò di cosa era successo a Ilvermony: Jason aveva finalmente trovato il coraggio di chiedere ad Annabeth - sua cotta da sempre - di uscire.

- E allora? - domandò Percy impaziente di informazioni a riguardo. Da quanto tempo gli diceva di farsi avanti? Finalmente aveva trovato il coraggio. Era un suo compagno di casata.

Si erano conosciuti nella loro squadra di pallavolo, da allora avevano stretto amicizia velocemente. Certo, non erano legati come lui, Connor e Leo, ma Percy voleva molto bene anche a lui.

Invece lui e Annabeth si erano odiati per il primo anno di conoscenza, ma poi avevano imparato ad andare d'accordo, sebbene Percy la trovasse irritante e anche un po' spaventosa. Ora che ci pensava, somigliava un po' a Draco Malfoy.

Aveva anche lei i capelli biondi, seppur non biondo platino, e quegli occhi grigi che sembravano studiare il modo migliore per metterti al tappeto. - Praticamente sono usciti insieme qualche volta - spiegò Leo bevendo poi un sorso della sua burrobirra. - Dopo tipo cinque uscite si sono presentati mano nella mano e hanno annunciato di stare insieme.

Percy sorrise. - Sono così contento per loro - commentò con un sorriso. Voleva bene a Jason, anche se erano l'uno l'opposto per l'altro. - Sono perfetti l'uno per l'altra.

Connor lo guardò a lungo, come se fosse indeciso se dire qualcosa o meno. - Percy - la sua voce era seria e il suo sguardo preoccupato. Percy l'aveva visto poche volte così serio. - Stai bene?

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