Capitolo 11

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Quando il ragazzo entrò in camera, i suoi amici erano sdraiati ognuno sul proprio letto a fare i fatti propri. Da quello che riusciva a vedere, Frank stava studiando una lingua con ideogrammi - il cinese, presumette Percy.

- Ehi - lo salutò Grover, che stava provando un incantesimo di trasfigurazione. Avrebbero avuto un'interrogazione a tappeto il lunedì seguente. - Dove sei stato? Sei tornato tardi.

- Sono uscito con Piper - rispose Percy, sedendosi sul letto. Blackjack si avvicinò subito a lui e si sistemò sul suo grembo, girandosi sulla schiena per farsi accarezzare la pancia. - Voi che avete fatto?

Frank si strinse nelle spalle. - Ho studiato un po' di cinese - rispose, posando un quaderno rosso. Alzò gli occhi al cielo, scuotendo un po' la testa. - Mia nonna vuole per forza che impari un po' di cinese, come se me ne importasse qualcosa.

Tyson alzò il naso dal libro di Storia della Magia. Avevano una verifica a breve, anche Percy doveva cominciare a studiare. Percy decise che avrebbe chiesto aiuto a Piper per studiare. Alla sua ragazza, pensò Percy. Non riusciva ancora a credere che stessero insieme. Si sentiva così fortunato.

- Cosa avete fatto tu e Piper? - gli domandò Tyson, chiudendo il libro di Storia della Magia. Lo posò sul letto. Aveva le gambe incrociate. - Avete pomiciato tutto il pomeriggio?

- Ehi! - Percy gli lanciò il cuscino che gli finì in faccia, Tyson scoppiò a ridere cadendo all'indietro sul letto. - Non abbiamo pomiciato! Mi ha dato qualche bacio...

- Questo é pomiciare! - concordò Frank con Tyson. Percy gli lanciò un'occhiataccia, ma Frank scoppiò a ridere divertito, così Percy non poté fare altro che arrossire e buttarsi a pancia in giù sul suo letto.

- Le hai chiesto di essere la tua ragazza, finalmente? - domandò Grover. Percy non riusciva a vederlo, perché aveva chiuso gli occhi. Sospirò, ricordando con un sorriso come la ragazza gli era saltata al collo quando le aveva posto quella domanda.

- Sì - rispose, girandosi sulla schiena. Si mise una mano sugli occhi e non riuscì a fare a meno di sorridere. Il cuore gli batteva a mille al pensiero che proprio lei fosse la sua prima ragazza.

- E che ha detto? - gli domandò Frank, curioso. Aveva gli occhi a mandorla spalancati, come se non potessere credere che il timido Percy avesse trovato finalmente il coraggio di chiederglielo.

Chissà cosa avrebbero detto i suoi amici, pensò Percy. Non mandava loro una lettera da secoli. Era stato così impegnato tra le uscite ad Hogsmeade con Piper, lo studio e tutto il resti che non aveva avuto il tempo di scrivere. Non che loro su fossero fatti sentire.

Percy aveva un po' paura che a causa della lontananza si fossero in qualche modo dimenticati di lui e questo pensiero gli faceva male, perciò cercava di convincersi che forse anche loro avevano molti da fare e non riuscissero a trovare il tempo di scrivergli.

- Ha detti di sì - rispose Percy, rallegrandosi al pensiero della ragazza. Blackjack gli salì sul petto e il ragazzo prese ad accarezzarlo sotto il mento. Aspettò la loro reazione in silenzio, mentre Blackjack lo leccava sulla guancia. Il gatto aveva la lingua un po' ruvida.

Il ragazzo sorrise. Voleva molto bene al suo bel gatto nero. Era ancora un cucciolo quando sua madre l'aveva comprato durante il suo quarto anno ad Ilvermony. Sua madre gli aveva consigliato di non prendere un gatto nero, ma Percy non l'aveva ascoltata e si era praticamente innamorato di quel batuffolo di pelo nero.

- É fantastico! - esclamò Frank, sedendosi accanto a Percy. Il ragazzo si mise a sedere e Frank gli diede una pacca sulla spalla. Percy non poté fare a meno di sorridere e abbassare lo sguardo. Si sentì le guance in fiamme, ma alzò di nuovo lo sguardo. - Sarete la nostra coppietta da sfottere.

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