Capitolo 34

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Piper era così contenta di averlo di nuovo con lei. Continuava ad accarezzargli dolcemente una guancia con il pollice, molto delicatamente. Era così bello stringerlo di nuovo tra le braccia e guardarlo dormire tranquillo.

- Tesoro - gli disse la ragazza, con le lacrime agli occhi. Gli scostò i capelli che gli coprivano gli occhi, ancora bagnato. - Sei così bello, lo sai? - sospirò. - Ti amo così tanto. Non dubitarne mai, amore mio.

Lui si accoccolò di più a lei nel sonno, che non poté fare a meno di sorridere. Era così carino. Passò un po' di tempo a guardarlo dormire e accarezzarlo delicatamente con amore. Poi la porta della camera si aprì.

Frank e gli altri entrarono nella stanza, ridendo. - Allora, com'è andata? - domandò Tyson, sedendosi sul letto di Percy accanto a loro. Piper sorrise e accarezzò la guancia del suo amore che dormiva come un bambino sul suo seno.

- Siamo di nuovo insieme - rispose, non riuscendo a smettere di sorridere. Era così felice di aver sistemato le cose con lui, non ce la faceva più a guardarlo soffrire per colpa sua da lontano.

- Sono contento di vedervi di nuovo insieme, Piper - le disse Frank, ma Piper non stava prestando molta attenzione a lui. Era concentrata sul suo amore, che era così bello quando dormiva.

Aveva nascosto un po' il viso sul seno della ragazza, cosa che lei trovava adorabile, e la stringeva forte, come se avesse un estremo bisogno di sentire il suo calore. Che tesoro, pensò. Si sentiva così male per avergli spezzato il cuore.

Era stato l'errore più stupido della sua vita, e Percy aveva dovuto pagarne le conseguenze. Non voleva immaginare quanto dolore avesse provato a vederla insieme a Michael, dopo che l'aveva gettato via come un vecchio peluche.

Sentì le lacrime bagnarle gli occhi. Non sarebbe mai riuscita a perdonarsi per quello che gli aveva fatto. Lo strinse a sé, forse un po' troppo forte, perché si lamentò un po' e si rannicchiò.

- Grazie, Frank - lo ringraziò la ragazza. Poi diede un dolce bacio sulla testa a Percy e si guardò intorno. Si accorse che si era ormai fatto buio. - Sapete che ore sono?

Frank si guardò l'orologio da polso. - É quasi ora di cena - la informò, togliendo i libri dalla cartella. Poi lanciò un'occhiata a Percy, che dormiva come un bambino tra le braccia di lei. - Dovresti svegliarlo. Magari se glielo dici tu accetta di mangiare.

Piper si allarmò subito. É vero, l'aveva visto pochissime volte a pranzo e a cena, ma aveva dato per scontato che mangiasse qualcosa. - Non mangia? - domandò preoccupata.

Grover scosse la testa rassegnato. - Ci ha provato qualche volta, poverino, ma sembra che il suo stomaco si rifiuti di ingerire di più di un piatto di pasta. - le spiegò, preoccupato anche lui. - mangiare é diventato uno sforzo immane per lui. Poi non scendeva a cena per non vederti, forse era anche per quello che non riusciva a mangiare. Magari ora che siete di nuovo insieme riuscirà a mangiare un po' di più.

Piper era preoccupata. Quando era morta sua madre, anche Piper non riusciva a mangiare e quando suo padre la obbligava, finiva per vomitare. Aveva rischiato di morire per malnutrizione e disidratazione. Non voleva che accadesse a Percy, neanche nei suoi incubi.

- Be', meglio che lo svegli - disse sospirando, anche se le dispiaceva svegliarlo quando era una delle rare volte in cui riusciva a dormire. Poi guardò i ragazzi. - Potete lasciarci soli?

Frank annuì e scambiò un'occhiata con gli altri. - Va bene - accettò, mentre i ragazzi si dirigevano verso la porta. - andiamo, ragazzi - e uscì con gli altri.

Piper allora accarezzò il suo tesoro, un po' dispiaciuta di doverlo svegliare. - Amore? - lo chiamò, accarezzandogli il viso. Lo sgrullò un po', ma il ragazzo non si svegliò. La ragazza non si arrese. - Dai, tesoro, su. Dobbiamo andare a mangiare, non hai fame?

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