Capitolo 59

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Mentre Piper, due giorni dopo essere tornata a casa, dormiva tranquilla nel suo letto, Percy non era altrettanto fortunato. Dopo aver passato il pomeriggio con i suoi amici, lo aveva ospitati in camera sua.

Aveva cambiato le lenzuola ai letti di Frank e Grover e li aveva fatti dormire lì. Lui invece era nel suo letto, senza riuscire ad addormentarsi. Non capiva proprio perché: al di là della chiacchierata ai Tre Manici di Scopa, era stato un pomeriggio tranquillo e piacevole.

Continuava a rigirarsi nel letto, come se avesse le formiche sotto la maglietta. Sentiva i suoi amici Connor e Leo russare nei loro letti e Blackjack tra le sue braccia. Dopo qualche ora provando ad addormentarsi si arrese. Aprì gli occhi e si girò verso il soffitto, sospirando.

Avrebbe voluto andare da Piper, ma lei non c'era. Era a casa sua a dormire tranquilla. Cosa poteva fare? Gli si chiudevano gli occhi, ma il sonno non ne voleva sapere di arrivare. Si voltò verso la finestra, da cui proveniva la luce della luna.

Decise di alzarsi e sedersi sul davanzale della finestra, con la testa appoggiata contro il vetro. La luna era piena in cielo, circondata da qualche nuvola, ma molto luminosa. Era come il sorriso della sua Piper: luminoso e bellissimo, così splendente da illuminare la sua giornata.

Avrebbe tanto voluto che lei fosse lì con lui. Accoccolarsi tra le sue braccia, seppellire il viso nel suo seno morbido ed essere cullato dal battito del suo cuore e il calore delle sue braccia. Gli faceva male il cuore per non poterla vedere.

Si alzò e prese la foto che aveva sul suo comodino: quella dove lui dormiva tra le sue braccia e lei sorrideva all'obbiettivo. Sorrise e le accarezzò il viso con un dito. - Quanto sei bella, piccola mia - le disse, anche se lei non poteva sentirlo. - Sono due giorni che non ti vedo e già mi manchi da impazzire.

Diede un bacio alla foto. - Ti amo così tanto - le sussurrò. Vederla lo aveva fatto sentire meglio, anche se era solo una foto. Si sentiva sempre così tranquillo quando c'era lei accanto a lui. Si sentiva più calmo e vedere la sua Piper gli aveva messo di nuovo un buon umore.

Decise di riprovare a dormire. Rimise la foto della sua principessa sul comodino e si rinfilò sotto le coperte. Se le portò fino alle spalle e chiuse gli occhi, immaginando di essere tra le braccia di Piper, la testa sul suo seno e il battito del suo cuore nelle orecchie.

Finalmente riuscì ad addormentarsi. Si sentì scivolare nel sonno lentamente. Quella notte non fece incubi, grazie al cielo. Sognò invece di essere a New York con la sua Piper, che camminavano sotto la neve mano nella mano.

Passavano davanti all'empire State Building, giocavano a palle di neve a Central Park e andavano a pattinare. Lei era così bella sotto la neve e lo baciava dolcemente, con così tanto amore che Percy si sentiva sciogliere il cuore mentre la stringeva tra le braccia.

Non voleva quasi svegliarsi per quanto era bello ma il mondo lo richiamò. Aprì gli occhi e fu abbagliato dalla luce del sole per un paio di secondi, poi i suoi occhi misero a fuoco ciò che lo aveva destato dal suo sonno.

Blackjack gli stava leccando la faccia, comodamente sdraiato sul suo petto. Percy rise, ancora intontito dal sonno, accarezzando la testa a Blackjack, poi si guardò intorno: i suoi amici dormivano ancora, entrambi avvolti nelle coperte come degli involtini primavera.

Spostò lo sguardo sulla sveglia. Erano le otto. Poi il sguardo cadde su una delle foto sul suo comodino: lui, Connor e Leo alla festa del suo diciassettesimo compleanno. Per poco non scoppiò a ridere: lui indossava un sombrero e dei baffi finti, Connor una parrucca blu electra con i boccoli e Leo quegli occhiali finti anni '80.

Si erano divertiti così tanto quella notte. Ricordò quando era andato in discoteca con loro e Piper, a Capodanno. Si era divertito, anche se aveva dovuto fare a Piper da guardia del corpo. Percy s'indignò quando ripensò a quel bastardo che l'aggrediva.

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