Capitolo 60

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Percy curò le ferite a Draco senza dire una parola. Sentiva lo sguardo del ragazzo su di sé, la sua rigidità, ma non gliene importò molto. - Cerca di non dare più pugni agli specchi, d'ora in poi - gli consigliò con un sorriso, per poi guardarsi intorno.

Il bagno era allagato e l'acqua era un po' rossa per via del sangue del biondo. Percy sospirò: doveva essersi bagnato anche lui. Per prima cosa andò chiudere il rubinetto. - Reparo! - riparò il vetro.

Quando si voltò di nuovo verso di lui, il biondo era appoggiato alla parete, la testa indietro e gli occhi chiusi, come a volte faceva anche Percy. - Merlino, perché sono qui con uno che neanche conosco... - lo sentì domandarsi, come se lui non fosse lì.

- Perché non vuoi tornare in camera tua - gli suggerì Percy che con un colpo di bacchetta fece sparire l'acqua dal pavimento. Si sedette accanto a lui sospirando. - E io mi chiedo perché ti sto aiutando, quando dovrei odiarti come ogni mio compagno di Casata.

Lo guardò bene: la luce della luna proveniente dalla finestra lo faceva sembrare una statua di porcellana, con quegli occhi grigi che in quel momento sembravano quasi bianchi. I capelli tutti scompigliati risplendevano come la luna piena nel cielo.

- Voi Grifondoro - replicò il biondo, il tono risentito. - Credete di sapere tutto, che in ogni occasione ci sia una scelta, che tutto sia bianco e nero e inquadrate me come figlio del demonio. Dovreste guardarvi in faccia e farvi un esame di coscienza, invece di giudicare gli altri.

Percy colse così tante rabbia in quello sfogo, così tanto risentimento. Percy sapeva cosa volesse dire essere giudicato al primo sguardo. Quante volte lo avevano preso di mira? - Nessuno dovrebbe essere giudicato al primo sguardo, ma la gente é così. Non si prende la briga di indagare e giudica. A volte mi danno sui nervi.

Il biondo si voltò verso di lui, sorpreso, ma poi sembrò rimettere la sua maschera impassibile. - Davvero? - la sua voce era fredda, quasi come se non gliene importasse, ma Percy sapeva che in verità gli interessava. Anche lui aveva usato quella maschera, anni prima.

Percy annuì. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi mentre Percy guardava la Luna in silenzio, il biondo prese parola. - Che ci fai qui? - non sembrava un modo per dirgli che voleva che se andasse, ma solo una domanda.

Percy sospirò. Per uno stupido incubo, avrebbe voluto dire. Perché un mostro si é approfittato di me tanto da segnarmi a vita, ma non disse nulla del genere. Oltre alla rabbia, quella sensazione di sporco ricominciò a farsi sentire. - Ho anch'io ho i miei problemi. Di solito c'è Piper, ma ora...

- Ah, la tua ragazza - ricordò il biondo, come se se ne fosse ricordato solo in quel momento. - Problemi tra voi? Ne avete avuto tanti, ultimamente.

Percy scosse la testa. - No, solo che é andata a casa per le vacanze - spiegò. Tirò fuori la collana da sotto la maglietta e sospiro. - Non posso credere che sono arrivato a questo punto. Quando sono arrivato non mi sarei mai aspettato di innamorarmi, invece ne ho dovute passare di tutti i colori.

Malfoy rimase zitto, ma Percy lo sentì sospirare e il suo sguardo su di sé. Dopo qualche altro minuto di silenzio, Percy sentì di stare meglio. Perciò decise di tornare in camera sua.  Si alzò e stava per andarsene quando Malfoy lo fermò. - Aspetta!

Il ragazzo si voltò verso il biondo. Sembrava spaventato. - Non dirai nulla, vero? - non sembrava una domanda, più una supplica. - Di quello che hai visto. Se qualcuno lo dovesse venir a saperlo...

Percy gli restituì la sua bacchetta. - Buonanotte, Draco - detto questo gli diede una pacca sulla spalla. - Nel caso avessi bisogno di qualcuno con cui parlare... be', ho la sensazione che passerò molte notti in bianco.

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