Capitolo 20

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Il giorno dopo era la vigilia di Natale. Piper fu svegliata da Percy che si muoveva nel letto. Gli stampò un leggero bacio sulle labbra attenta a non svegliarlo e si mosse un po' per vedere che ore fossero.

Erano le nove. Aveva dormito così bene tra le sue braccia, quella notte. Si era sentita protetta e al sicuro come non si era mai sentita. La sera prima ci stava pensando. Piper chiamava "casa" dove era suo padre, ma la sua vera casa era lì, era Percy.

Aveva detto ciò che provava il giorno prima. Con lui si sentiva libera di essere chi era, non c'era nessuno a dirle chi doveva essere o come doveva comportarsi. Lui la amava per quello che era, così com'era. E per lei Percy era tutto.

Si era sempre sentita così sola prima che lui entrasse nella sua vita, ma da quando si conoscevano si era sentita accettata e a casa con lui. Si riscosse sai suoi pensieri quando Percy mugugnò e aprì un po' gli occhi, rivelando lo splendido verde acqua dei suoi occhi.

- Ehi, buongiorno - lo salutò la ragazza, sorridendogli mentre gli accarezzava i capelli. Percy sorrise e aggrottò un po' la fronte, mugugnando ancora assonnato.

Piper non poté fare a meno di pensare che fosse adorabile. - Buongiorno, principessa - la salutò il ragazzò, stropicciandosi gli occhi. Piper gli sorrise, tirandogli i capelli indietro.

Percy le sorrise di rimando. - Hai dormito bene? - le chiese, voltandosi verso di lei. Era così bella, pensò il ragazzo. Aveva i capelli scompigliati e indossava il suo pigiama rosa con gli unicorni.

Piper gli prese la testa tra le mani e lo baciò dolcemente, assaporando le sue labbra. Il cuore cominciò a batterle a mille nel petto mentre il ragazzo la stringeva tra le sue braccia, facendole correre dei brividi di piacere lungo la spina dorsale.

Quando si staccarono, Piper gli sorrise guardandolo negli occhi con amore. - Come una bambina, amore mio - rispose, facendolo arrossire al modo in cui lo chiamò. - Mi fai sentire così al sicuro quando mi stringi tra le braccia. - gli stampò un altro bacio sulle labbra. - Buon Natale.

Percy rise, arrossendo in modo adorabile, poi la baciò spostandola sopra di lui. Lei ridacchiò e ricambiò il bacio, mentre il ragazzo le accarezzava le cosce. Lei gli morse il labbro, cosa che le fece un certo effetto, così la attirò più vicino.

Stavano per andare oltre, quando qualcuno bussò alla porta della loro stanza. I due si staccarono, imbarazzati ma anche infastiditi. Proprio non ne volevano sapere di lasciarli in pace, eh?

- Mi dispiace di dovervi interrompere, ragazzi - la voce di sua madre fece sospirare Percy, che strinse a sé Piper mentre la ragazza si toglieva da sopra di lui e si sdraiava accanto a lui.

- Mamma - le disse, tirandosi a sedere. Piper gli prese la mano e lo guardò per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo. Era arrossita. Il ragazzo le stampò un bacio sulla testa e lei sorrise. - Cosa c'è?

Sua madre entrò in camera e si sedette sul bordo del letto. Guardò negli occhi suo figlio. - Sentite, so che oggi vorreste stare liberi, ma la mia collega, quella che hai conosciuto durante l'estate, non é riuscita a trovare una babysitter che ci fosse anche la mattina del ventiquattro.

Percy le lanciò un'occhiataccia. - Vuoi che faccia il babysitter la mattina di Natale? - domandò sbalordito, alzandosi e andando a cercare dei vestiti nell'armadio.

Si tolse la maglia del pigiama e nemmeno notò che la sua ragazza era rimasta imbambolata a fissare i suoi addominali come se fossero l'ottava meraviglia del mondo. Si rimise la maglietta e la ragazza tornò a respirare.

Sua madre lo implorò con lo sguardo. - Ti prego, Percy, so che vorresti divertirti ma Maria non é riuscita a trovare nessuno e non può portare il figlio a lavoro... - Percy, sospirò, mordendosi un labbro. - Poi, non vorrai che Nico rimanga solo, vero?

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