Capitolo 35

158 6 0
                                    

Percy credeva di avere finalmente un sonno tranquillo, ma ovviamente si sbagliava. "Si trovava nel suo appartamento a New York, lo riconobbe subito. Era sera e la lampada sul comodino era accesa.

Lui si trovava nel suo letto e sua madre era seduta su una sedia accanto al suo letto. - Tesoro, devo spegnere la luce - gli stava dicendo, accarezzandogli i capelli. Percy si accorse di avere le lacrime agli occhi nel sogno.

- Ma mamma, ho paura - insistette il piccolo Percy, tirandosi le coperte sopra la testa. Il cuore gli batteva a mille al pensiero del buio che sarebbe entrato nella stanza quando sua madre avrebbe spento la luce.

E il Percy bambino sapeva con il buio, sarebbe arrivato anche il mostro. - Dai, Percy, sai che Gabe non vuole che io lasci la luce accesa - insistette la madre e il Percy grande sentì un moto di rabbia. Quel mostro.

Sally lo costrinse a togliere la testa da sotto le coperte e, sospirando, si chinò per asciugare le lacrime al figlio e dargli un bacio sulla guancia. - Tesoro, non devi avere paura - insistette sua madre, con voce rassicurante. - Nessuno ti farà del male.

"Non c'è frase più falsa di questa" pensò il Percy grande, mentre Sally si alzava e spegneva la luce. Uscì dalla stanza accostando la porta. Un triangolo di luce si allungava su pavimento e una striscia di luce illuminò il viso di Percy.

Percy si nascose sotto le coperte, terrorizzato. Aveva paura. Tanta paura. Il Percy bambino iniziò a piangere silenziosamente, il cuore che gli batteva a mille e un groppo alla gola.

Stava quasi per addormentarsi dallo sfinimento, quando sentì la porta della sua camera cigolare mentre il mostro la apriva. Percy piagnucolò, ben sapendo cosa sarebbe successo dopo. - Ehi, Percy - lo chiamò Gabe, quel mostro.

Il Percy bambino di paralizzò dalla paura. Non riuscì a trattenere un singhiozzo. - Dove sei? - gli domandò in tono giocoso, come se stessero giocando a nascondino. - Vedrai, ci divertiremo.

Percy continuava a pensare "é solo un incubo","é solo un incubo". Continuava a ripeterselo, ma la paura tornò forte come quando era piccolo. Il Percy bambino singhiozzo un po' più forte e questo non sfuggì all'udito di Gabe, che tolse al bambino le coperte di dosso.

Il Percy bambino gridò. Tremava e continuava a piangere terrorizzato. La paura gli scorreva nelle vene e il buio lo circondava, avvolgendo lui e Gabe come una coperta, solo fredda e inquietante.

- No... - implorò il bambino quando quel mostro si sedette sul suo letto. Il piccolo sentì il materasso affondare sotto il peso di quel mostro. - Ti prego...

Percy sentiva le lacrime sulle guance e il suo corpo tremava come una foglia e non riusciva a muoversi. Sentì le sue luride mani sul sedere e lo implorò ancora, completamente in lacrime. - Lasciami andare...

Aveva la voce rotta. Si sentiva vuoto. Un oggetto, da usare ogni volta che quel mostro voleva. Ma l'uomo non gli diede ascolto. Ridacchiò e Percy tremò ancora di più, il cuore che saltava un battito."

Fortunatamente si svegliò. Si tirò a sedere di soprassalto, il fiato corto e il cuore a mille. Si guardò intorno. Somigliava troppo alla stanza dell'incubo.

Illuminata solo dalla debole luce della luna, la camera di Piper era buia e spettrale. Percy chiuse gli occhi un secondo e rivide quel mostro proprio davanti a lui.

Gridò e quasi cadde giù dal letto. Si coprì il viso con le mani, accorgendosi di avere le guance inondate dalle lacrime. Si rannicchiò come faceva da piccolo, contro la parete del letto, il viso nascosto tra le ginocchia.

ConnectedWhere stories live. Discover now