Capitolo 5

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- Percy, svegliati - Percy fu svegliato da Grover che lo sgrullava. Si girò a pancia in su, stropicciandosi gli occhi ancora assonnato. Li aprii piano, la luce lo accecò per qualche secondo.

- Mm... - mugugnò, massaggiandosi le tempie. Aveva un mal di testa lancinante a seguito dell'incubo della sera prima. Sospirò passandosi una mano nei capelli. - Che ore sono?

- É quasi ora di andare a fare colazione - rispose Grover, mettendosi la camicia. Si annodò la cravatta rosso e oro, poi guardò Percy che si massaggiava le tempie a causa del mal di testa. Avrebbe pagato per un'aspirina. - Stai bene?

Percy annuì, mettendosi a sedere. - Sì, tranquillo - rispose stiracchiandosi come un gatto. Blackjack si alzò con lui e si stiracchiò sbadigliando. Gli salì sulle gambe, leccandolo sulla guancia.

Si alzò finalmente e andò in bagno, seguito da Blackjack che si strusciava contro le sue gambe. Percy si guardò allo specchio, una volta essersi tirato indietro i capelli. Aveva scuri a causa della luce grigia che proveniva dalla finestra.

Stava cominciando a ricrescergli la barba e la luce bianca accentuava la sua pelle pallida e le sue occhiaie viola a seguito della notte insonne appena avuto.

Percy sospirò, prendendo la lametta per farsi la barba, poi uscì finalmente dal bagno, lanciando un'occhiata all'orologio. Erano quasi ora di andare a colazione, altrimenti non avrebbe fatto in tempo a lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.

"Oh, fantastico, Difesa Contro Le Arti Oscure alla prima ora" pensò Percy, mentre si infilava la camicia bianca. Rabbrividì di freddo, mentre iniziava a tremare.

- Santi numi, che freddo - borbottò, tremando. Cercò di sbrigarsi ad abbottonarsi la camicia, così da potersi infilare il maglione. Detestava il freddo della Scozia.

Anche a New York faceva freddo, ma la sua città era molto più a sud della Gran Bretagna. Dopo un paio di minuti finalmente riuscì ad abbottonare la camicia e si infilò il maglione, rilassandosi al caldi della lana.

Si mise davanti allo specchio, cercando di allacciarsi la cravatta rosso-oro, ma non ci riuscì. Alla fine ci rinunciò sbuffando. Prese la borsa dei libri che aveva preparato il pomeriggio prima e uscì di fretta dalla sua camera, chiudendosi la porta alle spalle, assicurandosi prima di far uscire Blackjack, a cui piaceva girare per la scuola libero.

Quando raggiunse la Sala Grande di corsa, tutti gli altri stavano già mangiando. Quando entrò molti si voltarono verso di lui e si sentì le guance a fuoco, ma si sbrigo a raggiungere i suoi amici e sedersi.

- Era ora! - esclamò Frank quando il ragazzo si sedette accanto a lui. Gli diede una pacca sulla spalla, con tagliando con la forchetta il brownie. Gli avvicinò un paio di brownie in un piatto. - So che ti piacciono, te ne ho presi un paio prima che finissero.

- Grazie, Frank - lo ringraziò Percy, sorridendogli riconoscente. Abbassò lo sguardo sul suo piatto e prese una forchetta. Iniziò a mangiare in silenzio, cercando di non pensare a l'incubo che aveva fatto la notte prima.

Passò lo sguardo sugli altri tavoli. Draco Malfoy, il biondino che lo aveva fatto arrabbiare a Pozioni con Lumacorno, sedeva accanto a un ragazzo di colore - Percy ricordava che si chiamasse Blaise Zabini. Teneva lo sguardo basso sul suo piatto e aveva lo sguardo vuoto, come se stesse pensando a qualcosa.

Percy decise di spostarsi sul tavolo di Corvonero. Piper sedeva accanto una ragazza di colore con i capelli color cannella e una ragazza bionda che aveva visto spesso insieme a Piper.

Quel giorno gli sembrava particolarmente bella, non sapeva perché. Era arrivata in Sala Grande pochi secondi dopo di lui e da allora non le aveva staccato gli occhi di dosso.

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