Capitolo 14

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Passò un po' di tempo. Arrivò dicembre e lo studio divenne sempre più pesante in vista degli esami di fine primo quadrimestre. Percy faceva i salti mortali per riuscire a studiare senza spaccarsi la testa.

Quel giorno, Piper era in Sala Grande a mangiare, poi si accorse che né Percy né i suoi amici erano lì. Di lì a poco il tempo per la colazione sarebbe finito e non voleva che Percy saltasse la colazione.

Si alzò dicendo alle sue amiche di dover andare in camera a prendere una cosa e invece si diresse al dormitorio di Grifondoro. Ci era andata quasi ogni giorno con Percy nelle ultime due o tre settimane, perciò sapeva molto bene dove andare.

Disse alla Signora Grassa la parola d'ordine ed entrò nella sala comune, che per fortuna era deserta. Andò al dormitorio maschile e incrociò Frank proprio davanti alla sua camera. - Cerco Percy - gli disse, così Frank la fece entrare.

- Percy, c'è qualcuno che ti cerca - informò il ragazzo, che rispose dal bagno con un - Okay! - poi Frank diede una pacca sulla spalla alla ragazza e corse fuori.

Piper si sedette sul letto ad aspettare che uscisse. Quando successe, era senza maglietta e con un asciugamano sulla testa per asciugarsi i capelli. Inutile dire che Piper rimase a bocca aperta.

Il suo ragazzo aveva un fisico da statua greca: gli addominali scolpiti, i pettorali altrettanto. Le braccia erano muscolose ma non troppo. Per non parlare di quanto fosse sexy alla luce del sole che lo illuminava, facendo risaltare le minuscole goccioline d'acqua che lo facevano brillare.

- Buongiorno, principessa - la salutò, voltandosi per prendere la camicia sul letto. Piper vide i suoi muscoli guizzare sulla sua schiena e non riuscì nemmeno a rispondere. - Come mai sei qui a quest'ora?

Quando il meraviglioso fisico del ragazzo sparì sotto la camicia slacciata, la ragazza riprese a respirare. Si accorse di essere rimasta a fissarlo come una maniaca. Cercò di fare finta di niente, ma Percy ormai si era accorto che era rimasta incantata.

Non riuscì a fare a meno di sorridere. La ragazza si accorse che l'aveva notato e diventò tutta rossa, cosa che lo fece scoppiare a ridere. Lei divenne viola e si alzò prendondolo a pugni giocosi, ma alla fine scoppiò anche lei a ridere.

- Ho notato che eri in ritardo per colazione e non volevo che saltassi la colazione, perciò sono venuta qui per dirti di sbrigarti - spiegò, una volta che Percy ebbe finito di allacciarsi la camicia bianca, che gli stava una meraviglia.

- Oh, la mia ragazza si preoccupa per me! - esclamò Percy, dandole un bacio sulle labbra che la fece ridere. Iniziò ad annodarsi la cravatta. Aveva un po' di difficoltà, come al solito, ma era di fretta, perciò chiese aiuto alla ragazza. - Mi aiuti?

Piper sorrise e scosse la testa. - Certo - rispose, avvicinandosi a lui e cominciando ad annodarla. - Ma ad Ilvermony non avevate le divise con la cravatta? - domandò, sorpresa che non sapesse ancora come annodarla.

Percy si strinse nelle spalle. - Sì, ma non la mettevo mai - ammise, mentre la ragazza gli sorrideva. - Come mai? - gli domandò, stampandogli un bacio sulla guancia. - ci stai benissimo.

- Ho problemi con le cose strette - spiegò, accarezzando i fianchi della ragazza. Lei sentì dei brividi solleticarle il corpo, ma fece finta di niente. - Cravatte allacciate troppo strette, colli alti... non riesco quasi a respirare. Infatto quando me la metto la lascio sempre abbastanza larga.

Piper finì di annodarla, prese entrambe le mani del ragazzo e sorride. - Va bene? - gli domandò, posandogli una mano sul petto. Percy annuì e Piper si alzò sulle punte per dargli un dolce bacio sulle labbra.

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